Nostalgia

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Questa mattina mi ha svegliata un pallido sole autunnale.  Lo sai che ho sempre amato dormire con le tapparelle alzate. Sono uscita  dal letto e da dietro i vetri ho ammirato il giardino giù in basso.
La tua rosa spicca tra la vegetazione; sembra sfidare il tempo svettando orgogliosa tra le altre.
Ricordi il giorno che la piantasti in giardino? Era il tuo compleanno e le tue imprecazioni ci avevano svegliate di primo mattino perché non avevi trovato papà nel letto accanto a te.
Probabilmente non era mai rientrato. 

"Non cucinerò un bel niente! Sono stufa dei suoi comportamenti da adolescente. "  Avevi gridato dal piano di sotto, certa che si fosse completamente dimenticato di quel giorno.


Più tardi, mentre stavi seduta al tavolo in cucina  con le spalle rivolte alla porta a sfogliare nervosamente  una rivista e a  sgranocchiare delle ciambelline all'anice, perché a quanto pare ti era giunta fame anche se avevi deciso di non cucinare, non ti eri accorta di papà che silenziosamente era entrato in casa e si era avvicinato alle tue spalle ponendo velocemente i palmi sui tuoi occhi.
Ti eri dimenata rabbiosamente ma lui, tenendoti stretta, aveva ruotato la sedia di circa novanta gradi per dirigere il tuo sguardo verso il basso, dove, sul pavimento aveva poggiato un pacco  alto e stretto.

"Cos'è?" avevi chiesto con le labbra distese e gli occhi luminosi.

"Aprilo" aveva esortato lui.
"Una rosa... " avevi mormorato compiaciuta.
"È una damascena" aveva specificato papà sorprendendoti come sempre amava fare. Ti eri sollevata per abbracciarlo e baciarlo sul collo e lui sulle tue labbra aveva detto: 

"Buon compleanno amore".

Io e Rossella, per tutto il tempo, eravamo rimaste strette l'una all'altra nell'angolo  dell'ingresso, da dove osservavamo tutta la scena con il cuore in tumulto, terrorizzate dalla prospettiva che anche quella domenica si sarebbe consumata in grida, insulti e minacce.                                              Poi, osservando la tua espressione rilassata, avevamo provato sollievo e gioia e desiderio di unirci a voi.

E  tutti e quattro insieme avevamo preparato la tavola con cura. Rossella aveva raccolto un mazzetto di fiorellini in giardino. Tu avevi improvvisato un pranzo, uno di quelli dell'ultimo momento, come spesso ti capitava di fare.

Seduti a tavola pregustavamo quel clima di serenità come raramente capitava ormai da tempo. Quando papà si era alzato,  per tornare con una bottiglia di vino in mano, la tua espressione era cambiata all'istante.

"Niente alcool oggi, ti prego",  avevi detto con tono che suonava più come un ordine che una richiesta.

"Ma dobbiamo festeggiare il tuo compleanno!" aveva esclamato con un sorriso innocente sulle labbra.

"Per favore!" avevi sibilato a denti stretti e gli occhi ridotti a due lame taglienti.                                  Io e Rossella ci stringevamo la mano sotto al tavolo e l'unico boccone appena assaggiato  era rimasto bloccato a metà esofago. Ti prego papà, Ti prego mamma, ripetevo mentalmente come un Mantra.

Papà, in silenzio,  osservava la bottiglia tra le sue mani. In quegli attimi interminabili udivamo, in sottofondo, soltanto il condizionatore,  che avevi acceso per rinfrescare l'aria in quella bollente giornata di fine Maggio.

Poi, si era alzato e l'aveva riposta in frigorifero. Il boccone aveva ripreso il suo percorso e prontamente avevo esclamato: "Prendo la limonata dal frigo!"


Più tardi, mentre papà russava sul divano,  ti eri dedicata alla piantumazione della rosa.

Avevi scelto quell' angolo speciale, dicevi, tra la siepe di bosso e l'alberello di alloro. Così si sarebbe protetta dai venti e dal caldo estivo e sarebbe cresciuta senza difficoltà.

Femminile Singolare - RaccontiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora