Capitolo 3

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We burned down, a paper house

9 giugno
È l'ultimo giorno di scuola e mi sono vestita abbastanza bene perché oggi faremo le foto di classe e, almeno in quelle, voglio venire bene. È anche il giorno in cui dovrò terminare il disegno per il tatuaggio. Infatti, è appena arrivato il fatidico messaggio:
Appuntamento tatuaggio in studio - zia, baci 😊.
Se non ci fosse mia zia, a quest'ora sarei ricoverata per demenza senile. Mi dimentico tutto, ma per tutto, anche la mia data di nascita...

L'altro giorno abbiamo ridefinito il mio disegno. Ho impiegato mesi a perfezionarlo. Ci tengo veramente tanto, e anche se sarà molto grande – quindi c'è la possibilità che qualcuno lo scopra – non mi importa. Il significato di questo tatuaggio è molto più profondo rispetto al precedente. È un simbolo di forza e di crescita personale, un qualcosa che mi aiuterà nelle sfide future.
Non è assolutamente inteso negativamente, come invece la mentalità occidentale tende a vedere i tatuaggi, ma tutt'altro: rappresenta intelletto, energia, passione, emozione e maestria. Il drago che ho disegnato è un misto tra le quattro tipologie esistenti: terra, fuoco, acqua e aria. Accanto a lui ci sono fiori di azalea, simbolo di gioia, speranza e fortuna.

Anche questo ultimo giorno di scuola è finalmente finito. Corro a casa per cambiarmi; oggi dovrò stare fino alle 23 in studio. Mia zia ha deciso di farlo al di fuori del suo orario lavorativo per comodità, anche se a volte lavora fino a tardi perché possiede un bar vicino allo studio. Io già alle 21 mi sento morire di sonno, quindi non so come farò a rimanere sveglia. Ma per questo tatuaggio, farò qualsiasi cosa.

Ah, cari lettori, mi piace molto mostrare cosa indosso, quindi mi dispiace ma dovrete sopportarmi! Oggi opto per una tuta sportiva, comoda ma carina. Ho bisogno di sentirmi a mio agio, visto che starò in uno studio per ore.

Ore 20.30
Sono appena arrivata, in ritardo di qualche minuto perché dovevo cucinare ai miei fratelli. Mia madre è fuori a cena e mia sorella è a casa di un'amica a studiare. Ho chiesto alla nonna di badare alle due pesti almeno fino alle 23.30, giusto il tempo di tornare a casa dallo studio. Spero che mia zia non sia arrabbiata.

Entro nello studio, ma è tutto silenzioso, un silenzio quasi irreale.
"Zia?" chiamo, quasi in un sussurro.
"Alla buon'ora, ragazzina" mi risponde una voce maschile che non riconosco subito. Mi volto e vedo Cedric, il tatuatore con cui ho avuto a che fare l'altra volta.

"Ciao... scusa, sai dov'è mia zia? Avevo un appuntamento con lei," dico, un po' impacciata, mostrando il foglietto dell'appuntamento.
"Ah sì, non te l'ha detto? Beh, immagino di no. Si è dovuta trattenere al bar per un problema."
"Ah... quindi devo tornare a casa?" dico preoccupata. Avevo aspettato con impazienza questo momento, non posso credere che salti tutto!
"Nono, ha dato il lavoro a me. Quindi prima iniziamo, meglio è. Grazie a Dio."

Cedric sembra sempre così... distaccato, ma noto un leggero sorriso mentre lo dice. Forse non è così freddo come appare. Tuttavia, sono a disagio. Il tatuaggio sarà in una zona piuttosto intima, e mi imbarazza già solo il pensiero di dover stare lì, quasi nuda, davanti a lui. Ma devo farcela. Devo dimostrarmi forte.

Dopo circa un'ora, ha ricalcato il disegno e sta iniziando a lavorare sulla pelle. Le sue mani sono sicure, ma il dolore è intenso.
"Senti..." azzardo, cercando di distrarmi.
"Hm?" risponde, infastidito.
"Mi sto addormentando. Possiamo conversare? Altrimenti rischio di addormentarmi davvero."

Cedric sospira. "Non sono un tipo da molte parole."
"Già, immaginavo," dico ridendo piano, sperando di alleggerire l'atmosfera.
"Allora non disturbarmi."
Che modi! Ma non mi faccio scoraggiare. "Bene, allora come ti chiami davvero?"
"Cedric," risponde sempre con quel tono scocciato.
"Anni?"
"20."
"Ah, giovane e avvicinabile," penso tra me e me, ma mi mordo la lingua per evitare di dirlo ad alta voce.

Le domande continuano, a tratti superficiali, a tratti più personali. Scopriamo piccoli dettagli l'uno dell'altro. Cedric è più interessante di quanto mi aspettassi, nonostante la sua facciata di ragazzo duro e distaccato. Ogni tanto il suo sguardo si ammorbidisce quando parlo del mio tatuaggio e del suo significato. A un certo punto, noto che mi sta guardando con attenzione, come se stesse cercando di capire qualcosa di più di me.

Le ore passano e, nonostante il dolore, il tempo sembra volare. Alla fine, Cedric termina la prima sessione del tatuaggio.
"Sarà perfetto, ne sono sicuro," dice mentre pulisce gli strumenti.
"Già, non vedo l'ora di vederlo finito," rispondo sorridendo, mentre pago la prima parte del lavoro.

Ci salutiamo velocemente, ma mentre sto uscendo, mi fermo per un istante. Sento il bisogno di dire qualcosa di più, ma non so cosa. Lui mi guarda per un secondo, poi distoglie lo sguardo. Nonostante il suo comportamento freddo, ho la sensazione che ci sia molto di più dietro quel muro di distacco.

Mentre uscivo dallo studio, i pensieri cominciarono a mescolarsi nella mia mente. Cedric era... strano. Misterioso, sì, ma c'era qualcosa di intrigante, forse nei suoi occhi, forse nel modo in cui aveva parlato del drago con una sincerità che non mi aspettavo. Non sapevo bene come definire quella sensazione, ma mentre il fresco della sera mi avvolgeva, mi resi conto che ero più curiosa di lui di quanto volessi ammettere.

Arrivata a casa, trovai la nonna addormentata sul divano, con i miei fratelli che le giravano intorno giocando ai videogiochi. Tipico. Lasciai cadere la borsa all'ingresso e salutai a malapena. Avevo bisogno di una doccia, di rilassarmi e magari di rivedere il disegno del mio drago. Ma invece, la mia mente tornava sempre lì, a Cedric. Chi era davvero?

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