Capitolo 7

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Il risveglio fu più confuso del previsto. Un leggero mal di testa pulsava costantemente, e mi ricordava che la sera precedente non era stata delle migliori. Mi alzai lentamente dal letto, stiracchiandomi. "Dio, che disastro," pensai tra me, mentre andavo in bagno. Fortunatamente, non mi sentivo troppo male. Avevo vissuto serate peggiori.

Dopo una doccia veloce, il mio stomaco cominciò a brontolare. "Ho un buco nello stomaco grande quanto la Russia," scherzai ad alta voce. Mi diressi in cucina sperando di trovare qualcosa da mangiare, ma il frigo di Cedric era desolatamente vuoto. "Non si fa mai la spesa, questo ragazzo?" mormorai tra me. Decisi che la cosa migliore sarebbe stata uscire a fare colazione in uno dei tanti bar che affollavano il centro città.

Mi resi conto di un piccolo problema: non avevo portato con me un cambio di vestiti. Uscita dalla doccia, mi guardai attorno cercando qualcosa da indossare. Ero titubante all'idea di frugare tra le sue cose, ma non avevo molta scelta. Andai in esplorazione, cercando quella che pensavo fosse la sua stanza, ma mi ritrovai in un piccolo paradiso artistico: il suo studio.

Le pareti erano ricoperte da schizzi e bozzetti. Ogni disegno aveva un'energia incredibile, erano opere che mostravano un talento unico. Mi sentivo quasi invasa da quella bellezza cruda e misteriosa. Ero talmente persa nell'ammirazione dei dettagli che non mi accorsi del rumore della porta.

"Cosa cazzo ci fai qui?" La voce gelida di Cedric mi fece trasalire.

"Stavo... cercando la tua stanza. Mi sono persa nei tuoi disegni," dissi con tono difensivo.

"Non devi entrare qui, mai. Chiaro?" La sua voce era dura, e l'espressione sul suo volto era furiosa. La situazione mi colse di sorpresa, non avevo mai visto Cedric così infuriato.

"Scusami," risposi abbassando lo sguardo, "ora vado, non volevo creare problemi."

Cedric non rispose subito. Mi limitai a lasciare velocemente la stanza, infilandomi il vestito della sera precedente. Il mio telefono era morto, così decisi di prendere l'autobus fino a casa.

Quando finalmente arrivai a casa mia, mi cambiai e preparai il pranzo per tutti, cercando di mettere ordine ai pensieri. Ma il destino sembrava avere altri piani per la giornata.

"Ragazze!" La voce di mia madre risuonò dall'ingresso. "Ho una notizia!" Sembrava talmente entusiasta da farmi sorridere. Io e mia sorella, Abigaille, ci guardammo incuriosite.

"Si? Dicci!" rispondemmo in coro, aspettando che ci svelasse il mistero.

"Beh... io e Cole abbiamo deciso di trasferirci insieme e sposarci!" disse, esplodendo di gioia. "Domani andremo a cena insieme per definire i dettagli. La casa è già pronta."

Non riuscivo a trattenere l'euforia. "Yeeeeeeeee!" urlai, correndo per casa. Anche mia sorella sembrava felice, anche se più contenuta. "Allora è per questo che non eri quasi mai a casa il sabato sera?" le chiese con un sorriso complice.

Mia madre annuì, spiegando che stavano lavorando ai dettagli del loro trasferimento. La nuova casa sarebbe stata una villa, ma preferiva non svelare troppo, per mantenere la sorpresa. Volevo sapere tutto: il colore delle pareti, la disposizione delle stanze, persino i dettagli sulla cucina. Ma lei preferì lasciarci in suspense.

"Domani sera conosceremo i figli di Cole, vero?" chiesi, cercando di mettere insieme tutti i pezzi.

"Sì, finalmente li conoscerete," rispose mia madre. "Sono circa della vostra età."

Cole era un avvocato e, pur non avendo mai conosciuto i suoi figli, sapevo che sarebbero stati nostri futuri coinquilini. Sembrava una famiglia perfetta.

Qualche ora più tardi, finalmente il mio telefono si ricaricò. Non appena lo accesi, trovai una valanga di messaggi e chiamate perse da parte di Selina, la mia migliore amica. Erano talmente tanti da farmi sorridere. Le richiamai subito, scusandomi per il blackout e raccontandole di Cedric.

"Domani dovrai raccontarmi tutto!" insistette Selina, incuriosita. "Ogni singolo dettaglio."

Non avevo molta voglia di tornare su quella discussione, ma sapevo che non avrei potuto sfuggirle. Avremmo avuto modo di parlarne durante la cena con Cole e i suoi figli, perché Selina sarebbe venuta a casa mia per aiutarmi a prepararmi. Erano già le 18 e decisi di rilassarmi guardando un film.

"Sarà dura domani," pensai, ridendo tra me e me. Sicuramente qualcosa sarebbe andato storto. Mi conoscevo troppo bene per pensare che tutto sarebbe filato liscio. 

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