Il giorno dopo, al risveglio, trovai un messaggio sul cellulare. Era di mia zia:
"Come è andata ieri con Cedric? Tutto bene? Ci vediamo in studio per la seconda seduta domani sera. Baci 😊"
Mi chiedevo se dovessi dirle qualcosa di più su Cedric. Dopotutto, lavorava con lei, ma c'era qualcosa nel suo atteggiamento, nella sua reticenza a parlare di sé, che mi frenava dal condividere troppo. Pensavo a quello che mi aveva detto mentre lavorava sul mio tatuaggio. C'erano dettagli che non tornavano: chi era quel ragazzo che preferiva non parlare del proprio passato? Perché sembrava sempre distaccato da tutto, come se nulla lo toccasse davvero?
"Si zia, tutto bene. Senti se non ti dispiace e ovviamente se anche Cedric è d'accordo, va bene se finisce lui il tatuaggio? Così da mantenere lo stesso stile. Grazie!"
"Certo Sam, chiedo e poi ti riferisco"
La giornata passò lenta e noiosa, finché non decisi di distrarmi andando a fare una passeggiata in centro. Ero lì, camminando tra la folla e le vetrine illuminate, quando mi imbattei in un locale che sembrava diverso dagli altri. Le luci soffuse, la musica che si diffondeva da dentro. Un piccolo cartello dorato indicava il nome del locale: "The Ink Lounge."
Mi fermai di colpo. Il nome mi sembrava familiare, e mentre rimanevo lì a fissare l'ingresso, sentii una voce familiare provenire dall'interno. Era lui, Cedric. Indossava una giacca nera, parlava con qualcuno, probabilmente uno dei clienti. Il locale sembrava essere suo, o comunque lui si muoveva con la sicurezza di chi sa esattamente cosa fare in ogni momento.
Non riuscivo a credere di averlo trovato qui. Non avevo idea che Cedric possedesse un locale, e per di più in una zona così esclusiva della città. Mi avvicinai alla porta, indecisa se entrare o meno. Proprio in quel momento, Cedric si girò e mi vide.
I suoi occhi si illuminarono di sorpresa.
"Sam?" disse avvicinandosi alla porta. "Che ci fai qui?"
"Oh, stavo solo... passeggiando," dissi, cercando di sembrare non troppo sorpresa. "Non sapevo che lavorassi qui."
Cedric sorrise appena. "Non lavoro qui. Questo è uno dei miei locali."
Rimasi senza parole per un attimo. "Tuo?"
"Sì," rispose con nonchalance. "Gestisco questo e un altro club non lontano da qui. Ti andrebbe di entrare? È ancora presto, il locale non è troppo affollato."
Non ero sicura se fosse una buona idea, ma qualcosa mi spingeva a dire di sì. "Certo, perché no?"
Cedric mi condusse all'interno, facendomi accomodare su uno dei divanetti in pelle nera vicino al bancone. L'interno del locale era moderno, ma con un tocco di eleganza retrò. Era chiaro che ogni dettaglio fosse stato pensato con cura.
"Vuoi bere qualcosa?" chiese, mentre mi osservava con quegli occhi penetranti.
"Ehm, magari qualcosa di leggero. Non vorrei finire ubriaca," risposi ridendo nervosamente.
Cedric fece un cenno al barman e poco dopo mi trovai davanti un cocktail dal colore chiaro. "Non ti preoccupare, questo è soft."
Ci fu un momento di silenzio, poi Cedric si sedette di fronte a me. "Quindi," iniziò, "sei sorpresa?"
"Sì, un po'. Non immaginavo che tu avessi due locali e lavorassi anche come tatuatore."
Lui annuì, come se fosse una cosa del tutto normale. "È una lunga storia. I locali sono qualcosa che gestisco da un po', il tatuaggio è una passione che coltivo da sempre."
"Capisco," risposi, cercando di mettere insieme tutti i pezzi. "Non parli molto di te, vero?"
"Non c'è molto da dire," rispose enigmatico, guardando fuori dalla finestra verso la strada affollata. "Preferisco ascoltare."
Ma io sentivo che c'era molto di più sotto quella superficie impenetrabile.
Mentre Samantha e Cedric si sistemano nel locale, l'atmosfera si rilassa. Cedric, con un bicchiere di whisky in mano, si appoggia al bancone, osservando la sala con uno sguardo pensieroso. Samantha si sente curiosa e, allo stesso tempo, a suo agio nel vedere una versione più pacata e riflessiva di lui.
"Non ti piace parlare del passato, vero?"
"Nah... troppi incubi, troppe cose che preferirei dimenticare. Preferisco guardare avanti."
"Capisco... E cosa vedi nel tuo futuro? So che non ti piace pianificare troppo, ma sono curiosa." Cedric sorride con aria enigmatica, facendo girare il bicchiere tra le mani.
"Non lo so ancora, ma... mi piace quello che sto costruendo. I locali, lo studio... Vorrei continuare su questa strada, magari ampliarmi. Aprire un altro locale o due, chissà. Ma è ancora presto per prendere decisioni serie. Preferisco prendermela con calma."
Samantha annuisce, trovando interessante il suo approccio più rilassato alla vita. Lei, al contrario, ha sempre una visione più chiara e strutturata di ciò che vuole. "Io invece mi vedo già con la macchinetta da tatuaggi in mano, lavorare fianco a fianco con la gente che mi ispira, costruire una famiglia... È strano pensarci a questa età, ma sento che è quello che voglio."
Cedric la guarda, sorpreso dalla sua chiarezza e determinazione."Non è strano. Anzi, è raro trovare qualcuno che sappia esattamente cosa vuole. Io non lo so ancora, per esempio."
"Davvero? Con tutto quello che hai già costruito pensavo avessi tutto sotto controllo." Cedric fa una breve risata, scuotendo la testa. "Sembra così, vero? Ma... in fondo, non sono sicuro di dove voglio andare. Mi piacciono i miei locali, mi piace l'indipendenza, ma... non ho mai pensato al futuro come fai tu. Forse un giorno, forse no. Per ora, mi va bene così."
Samantha prende un sorso dalla sua bevanda, riflettendo su quello che lui ha detto.
"Forse è proprio questo il punto: vivere il momento, giusto?" "Carpe Diem." risponde lui, quasi sussurrando
La conversazione si ferma per un attimo, lasciando spazio a una connessione silenziosa tra i due. Entrambi sanno che, anche se hanno visioni diverse del futuro, condividono una comune voglia di libertà e di vivere secondo i propri termini.
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Cogli l'attimo, un viaggio nell'adolescenza
Teen FictionAvete presente le ragazze con due facce, quelle di una figlia perfetta, gentile e brava a casa quando ci sono di mezzo i genitori, invece appena escono cambiano del tutto e si sballano non fregandosene delle conseguenze? Beh eccomi, io sono un esemp...