Capitolo 1

605 38 1
                                    

Pov TEA

"Quando la luna chiamerà, sii pronta"

Sono le uniche parole che mi affiorano nella mente. Non riesco a riconoscere la voce, ma ricordo solo che era molto insistente.

Apro improvvisamente gli occhi come se qualcuno mi avesse colpito così forte da farmi balzare via. Sento il freddo su tutto il corpo, sento la terra fredda sotto di me. Ho la fronte bagnata di sudore come se avessi lottato con tutte le mie forze per qualcosa. O contro qualcosa.

E' buio e c'è solo la pallida luce della luna che filtra tra le foglie degli alberi, e illumina tutto quello che c'è intorno a me. Penso di essere in un bosco. Anzi. Ne sono sicura.

Sento qualcosa di metallico nella mia mano destra. La apro e capisco che è una collana con un ciondolo. Riflette la luce della luna. Sembra un cristallo, un ciondolo di cristallo viola. Non l'avevo mai visto prima. Lo giro tra le mani e noto che la catenina è rotta, come se qualcuno l'avesse strappata. Forse io.

Non riesco a respirare normalmente, quasi ansimo. Provo ad alzarmi in piedi ma non ne ho le forze. Un dolore intenso mi punge sul fianco destro come se ci fosse qualcuno che continua a conficcare un coltello. Urlo dal dolore provando ad alzarmi di nuovo, non riesco più a vedere chiaramente, è tutto confuso. Ma mi decido ad alzarmi e a sopportare la sofferenza. Mi aggrappo al tronco dell'albero più vicino e infilo la collana nella tasca dei pantaloni. Sbatto le palpebre per cercare di migliorare il mio campo visivo e quasi ci riesco. Il mio respiro continua ad essere affannato e pesante ma lentamente si calma.

Alzo l'orlo della maglietta sporca di sangue e vedo sul mio fianco un segno. Un morso, riesco a distinguere ogni singolo segno lasciato da dei denti sul mio fianco. Qualcuno o qualcosa mi ha morsa senza che io riesca a ricordarlo.

Mi guardo attorno per cercare un sentiero per tornare a casa, non ricordo come sono arrivata qui, non ricordo perché sono qui. Non ricordo assolutamente niente di quello che mi è successo e di quello che mi ha portato fino a questo punto.

Vago nel bosco e finalmente trovo una strada.. Non ci sono auto, non c'è nessuno. C'è solo silenzio, un profondo silenzio.

Riesco solo a sentire il mio respiro e il mio cuore battere impazzito. Il morso fa ancora male e comincia a far male sempre di più. Le mie mani tremano e un dolore atroce invade la mia testa, così forte da farmi urlare e cadere a terra. Con le mani tra i capelli cerco di pensare che è tutto surreale, che è tutto un sogno.
Non è reale, non è reale!

Le mie guance sono bagnate dalle lacrime e il mio corpo è ricoperto di sangue. Cosa mi è successo? Cosa mi sta succedendo?

Devo reagire, non posso stare ferma per sempre. Così con tutte le forze che mi sono rimaste mi alzo e mi metto a correre lungo la strada. Devo tornare a casa, al sicuro. Sento l'aria sulla mia faccia e tra i miei capelli. I miei polmoni si riempiono completamente. Riesco a sentire ogni singolo odore che mi circonda. Il profumo dei fiori, delle piante, dell'asfalto. Continuo a correre nonostante il dolore. Invece che diminuire, l'energia aumenta, così corro più veloce, ancora e ancora, tanto da non riuscire più a distinguere niente attorno a me. Per qualche secondo addirittura sorrido, dimenticando tutto. Non avevo mai provato niente del genere in vita mia, come se assaporassi davvero la libertà.

***

Le luci di casa sono spente, mio padre starà dormendo, o forse mi starà cercando. Entro piano per non far rumore, controllo se mio padre è in casa. Controllo in cucina, nel soggiorno, nello studio. Niente non c'è. Mi accorgo di aver sporcato di sangue il tappeto del salotto. E ora? Devo subito pulire. L'adrenalina della corsa ha attenuato un po' il dolore. Così salgo le scale per prendere qualcosa con cui possa pulire il tappeto e medicarmi la ferita, ma vedo che la porta della camera di mio padre è chiusa. Sono indecisa su cosa fare per prima. Ho le mani sporche di sangue, vado in bagno e mi lavo accuratamente mani, viso, gambe senza fare troppo rumore. Infine mi tolgo la maglietta, prendo della garza e del disinfettante e tampono la ferita. Mi tappo la bocca per bloccare un gemito. Brucia. Molto. Finita la medicazione prendo i miei vestiti e li butto sotto il mio letto cercando di non dare nell'occhio. Appoggio sulla scrivania la collana che mi sono trovata tra le mani.

Apro lentamente la porta della stanza di mio padre è tiro un sospiro di sollievo vedendolo dormire beatamente. Chiudo la porta e corro in camera mia. Ho la sensazione che questa notte avrà cambiato per sempre la mia vita, che sarà tutto diverso, forse per sempre oppure no.

Che cosa accadrà ora? Che cosa è successo? E perché?
Devo assolutamente scoprirlo, il più presto possibile.

Wolf's Whisper (Italian) #Wattys2015Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora