Sono pacificamente sdraiati sul materasso con i bambini al centro protetti tra i loro corpi e James rivolto di spalle alla porta d'ingresso. Quest'ultimo percepisce il respiro dolce del suo omega e dei suoi cuccioli proprio vicino al suo orecchio. Il suo Alfa si stava scatenando gioioso come un cucciolo da quella mattina all'opportunità di aver creato una famiglia. James era stato per quasi tutta la sua vita solo, ma era stato felice così o almeno lo credeva. Lavorava da anni come impiegato in un'azienda abbastanza rinomata che produceva componenti elettronici per sistemi informatici e impianti idraulici. Aveva un bel appartamento non troppo piccolo e quasi al centro della città, ben arredato. Non si faceva mancare scappatelle con omega disponibili durante i suoi periodi di solco e aveva anche parecchi amici Alfa e Beta con cui andava a bere qualcosa nei tempi morti. Si sentiva soddisfatto della sua vita e non aveva mai pensato di voler costruire nulla di sentimentale, fino a quando non era successa questa dannata epidemia che aveva distrutto tutto il suo sistema di vita così studiatamente collaudato.
Il viso addormentato del bel ragazzo si contrae in una smorfia adorabile, le labbra carnose e rosse si increspano, le ciglia scure e lunghe creano ombre alla luce fioca del fuoco sugli zigomi alti e paffuti. Non ha mai visto un omega così attraente, dal carattere animoso ma fragile allo stesso tempo.
Cerca di riconoscere se ci sono ancora segni della malattia o che lui stia guarendo perfettamente. Nota che non sta più sudando freddo e la sua pelle sembra di un colorito più sano. Si sporge e allunga il braccio sui bambini fino ad arrivare a toccare delicatamente la fronte di Erle. La temperatura corporea sembra sia tornata a livelli normali ed è solo leggermente accaldato per il calore emanato dalle braci nel caminetto. All'improvviso i suoi occhi azzurri si aprono e si scontrano con quelli scuri di James che fa per togliere la mano. Al contrario l'omega gliela stringe delicatamente e la posa sulla sua guancia cercando di odorare piuttosto sfacciatamente la ghiandola sul polso dell'alfa. Lo stomaco di quest'ultimo sta facendo le capriole per la contentezza, il suo alfa che gongola di soddisfazione. Tutti questi gesti sono così naturali, anche se non c'è stato davvero nulla di sessuale tra loro. Vorrebbe sporgersi e baciare quelle labbra invitanti con dolcezza e passione per un tempo senza fine, ma ha il terrore di spaventarlo. Si conoscono solo da pochi giorni, in alcuni dei quali l'omega non era nemmeno cosciente, eppure gli sembra di conoscerlo da una vita. Vorrebbe avere una possibilità da lui. Dimostrargli di essere in grado di essere un buon Alfa per lui. Ha mille dubbi che gli assillano la mente adesso. L'omega ha ritrovato la sua famiglia quindi non è costretto minimamente a rimanere con lui. Potrebbe decidere di intraprendere un percorso diverso una volta che avessero trovato un posto sicuro o una comunità di sopravvissuti. Vorrebbe trattenerlo con sé e passare tutto il suo tempo con lui. Realisticamente non può di certo impedire che lui faccia le sue scelte, dal momento che non rappresenta alcuna figura importante nella sua vita, per quanto lo volesse.
Erle spinge il polso di James più vicino alle sue labbra e lo bacia in un gesto assolutamente audace. È un piccolo sfioramento di labbra ma accende i sensi di entrambi. L'odore del possesso dell'alfa si fa più forte e le gambe dell'omega tremano malgrado sia ancora sdraiato.
Ad un certo punto fuori dalla porta sentono un rumore ovattato e la bolla di beatitudine che li avvolge scoppia repentinamente, costringendoli a tornare alla dura e cruda realtà.
James salta subito in piedi facendo con un cenno di fare silenzio, mettendosi le scarpe e afferrando il coltello in un battere d'occhio prima di uscire per vedere cosa sia successo.
L'omega ha il cuore che batte all'impazzata e teme per l'uomo, cerca di alzarsi piano ma i bambini lo sentono e si svegliano piagnucolando terrorizzati alla prospettiva di essere lasciati nuovamente soli.
Quando Erle decide che ha aspettato fin troppo e sta per uscire alla ricerca di James, questo entra sorridente e sigilla nuovamente la porta.
"Cosa è successo?" esala, tenendo stretti ancora i bambini.
" Non ci crederai mai Erle! C'era una capra con il suo cucciolo nella stalla e stava mangiando il fieno quando probabilmente hanno fatto cadere un vaso. Sono riuscito a rinchiuderla in uno dei box e domani la mostrerò ai piccoli e forse riusciremo a bere anche il suo latte." racconta entusiasta tutto d'un fiato.
" È fantastico bambini! Avete sentito James? Abbiamo una capra!" tenta di rassicurarli.
I bambini sollevano entrambi il viso dal collo dell'omega uscendo dal loro attacco di panico e per qualche ora gridano eccitati e fanno domande sulle capre prima di addormentarsi nuovamente stremati con la promessa di andare subito a vederli la mattina successiva.
" Sono molto entusiasti" sussurra all'omega divertito.
" Sì" sorride e poi unisce la sua mano a quella dell'alfa desiderando il suo tocco rasssicurante ed entrambi cadono in un sonno profondo.
È mattina inoltrata quando i due si svegliano leggermente più riposati.
" James" sussurra l'omega quando vede sollevare le sue palpebre, non più addormentato.
" Buon giorno piccolo" dice sbadigliando.
Le farfalle iniziano a svolazzare nello stomaco del ragazzo impazzite e ad un tratto vorrebbe solo farsi abbracciare da lui e continuare a coccolarsi per tutta la mattinata.
" Buon giorno alfa." filtra.
" Dovrei alzarmi per mungere la capra e sterilizzare il latte, prima che i piccoli si svegliano e lo vogliono bere non trattato" ragiona.
" Stavo pensando che è già tardi oggi per partire...potremmo rimanere qui ancora un po' per riposarci meglio?"
" Credo di sì, ieri ho notato che il sentiero che porta alla fattoria è sbarrato da un albero caduto piuttosto vecchio. Non penso che questa zona sia troppo famosa. Possiamo riposarci e fare scorta di cibo prima di proseguire, ma io vorrei dare un'occhiata al fiume oggi. Potrei andare da solo dopo pranzo e tornare verso sera se vedo che non riesco a raggiungerlo ancora. Sarete al sicuro qui." spiega.
" NO! No! Non puoi lasciarmi qui!" Se vuoi partire lo faremo insieme! Non posso sopportare di rimanere solo ancora una volta! Ti prego!" inizia ad agitarsi e scatta seduto sulle ginocchia sul materasso.
" Ehi! Ehi! No! Tranquillo!" supplica l'alfa raggiungendolo e accarezzandogli le guance." Va bene. Non ti lascio! Non piangere!"continua quando le sue mani si bagnano delle lacrime amare dell'omega.
" Non farlo...per favore" dice, seppellendo il volto nel suo collo, il suo odore forte di muschio e terra che lo culla.
" No, te lo prometto. Partiremo insieme quando saremo pronti. Ma dobbiamo farlo presto perché ho paura che potrebbero iniziare a setacciare la zona vicino le città più grandi in cerca di evasi. Capisci?"
" Sì. Va bene, come vuoi tu. Ho tanta paura. Non lasciarmi." mormora.
" Mai. Lo giuro." dice l'alfa continuando ad abbracciarlo.
I bambini si svegliano proprio in quel momento e l'abbraccio diventa uno di quelli enormi pieno di risatine e solletico.
Più tardi i bambini sono pronti per accarezzare la capra e dopo aver sterilizzato il latte tutti fanno colazione con un buon bicchiere di latte e alcuni frutti che hanno trovato sugli alberi della tenuta.
" James! È ancora presto, poco più di mezzogiorno. Vorresti ancora andare verso il fiume? "chiede l'omega dopo che hanno pranzato con il cibo avanzato dalla sera prima e alcune scorte di Erle. Stanno attenti a razionare il cibo per farlo durare per più tempo.
" Sì. Non so se i bambini lo vogliono. Bisogna chiederglielo. Altrimenti ci metteremo in viaggio domani all'alba."
" So che ti ho chiesto di rimanere un altro giorno qui ma ho paura, ho una cattiva sensazione..."
" Anch'io. Ma dobbiamo prendere più coperte perché è probabile che che dormiremo all'aperto stanotte. Non è sicuro che troveremo un riparo."
" Sì vado subito a preparare i bambini."
" Va bene, io cerco altre cose utili per difenderci o che potrebberoesserci utili."
Nel giro di mezz'ora tutto è pronto per la partenza e la comitiva si dirige verso nord alla volta del fiume.
" Ho lasciato libera la capra e il cucciolo, ma credo rimarranno lì per l'inverno o forse è sempre stata il loro nido e non li abbiamo visti all'inizio perché spaventati da noi." dice l'alfa.
" Credo di sì, sembrava quasi domestica la mamma capra. Secondo te il fiume sarà in piena?" cambia discorso il ragazzo.
" Non credo, siamo sul finire dell'estate, in pieno settembre. Credo che verso la fine del mese dovrebbero iniziare le piogge. E per allora dobbiamo assolutamente trovare un riparo."
" Sì. Non ho nessun parente conosciuto a parte mia nonna. Altrimenti avremmo potuto chiedere ospitalità a loro."
" Ho dei parenti ma non abitano in questo Stato. Per lo più sono zii acquisiti. I miei genitori sono morti in un incidente stradale qualche anno fa e non ho fratelli. " racconta l'alfa.
" Mi dispiace." si intristisce l'omega.
" No. Va bene. Non avevamo un bel rapporto comunque."
" Non ho mai davvero conosciuto i miei genitori. Mi ha cresciuto mia nonna praticamente dalla mia nascita perché mia madre era rimasta incinta di un uomo in un nightclub e non sentiva l'istinto materno. Per parecchi anni siamo stati solo io e lei. Poi è nata Ivy e per 4 anni è stata con i suoi genitori biologici. Erano due squattrinati e non potevano permettersi di vivere insieme con una bimba piccola piena di esigenze. Lui l'ha abbandonata e allora mia madre se n'è andata con un altro uomo lasciando Ivy con me e la nonna per i 3 anni successivi. Gli assistenti sociali della scuola hanno scoperto tutto quando la nonna ha dovuto iscriverla e l'hanno messa nel sistema per adozioni. La nonna era malata e non avevano neanche troppi soldi, io stavo finendo la scuola ma ero maggiorenne. Ho provato ad chiedere che mi venisse affidata ma non c'è stato verso ed è stata data in adozione ai suoi nuovi genitori. Ho visto che loro la amavano davvero. All'inizio non ero contento, temevo che le facessero del male, ma Ivy era sempre felice da quando era con loro. Abitavano molto lontani dalla casa della nonna ed è stato molto difficile soprattutto quando lei è morta. Poi recentemente John ha deciso di cambiare lavoro per avvicinare tutta la famiglia a me e non farmi più sentire solo. Non lo meritavano James. Io spero siano al sicuro. Non posso credere che sia tutto perduto" mormorò triste.
" Lo sono. Adesso siete anche insieme." l'alfa non sapeva come consolare il ragazzo. Temeva che i genitori adottivi di Ivy fossero stati uccisi già da tempo ma anche se lo pensava non voleva dare un'altra preoccupazione, soprattutto ad una bambina così piccola che aveva già così tanto sofferto.
Adesso stava dormendo sul suo collo pacificamente. Il suo cuore si stringe al pensiero di un'altra vera famiglia che le era stata sottratta.
Oliver era in braccio a Erle questa volta ma sembrava dormire solo a tratti. Aveva lo sguardo perso e parecchie volte lo aveva sorpreso a crogiolarsi nell'odore dell'omega come consolazione alla propria solitudine.
Anche lui era un bambino sfortunato e da quando lo aveva trovato nascosto dietro un cespuglio con la testa tra le gambe e piangente a dirotto si era ripromesso di difenderlo dal mondo intero se possibile.
Mentre i due sono persi nei loro pensieri, continuando a camminare, le ore scorrono, il sole sta iniziando a tramontare e il freddo è sempre più percepibile. Quando stanno per perdere le speranze vedono in lontananza la riva del fiume.
STAI LEGGENDO
Ti sogno all'improvviso
Romance/James/ Si sveglia con un gran mal di testa. Sono passati appena pochi minuti da quando ha chiuso gli occhi, ma gli sembra che siano passate ore. È infreddolito. Ha la nausea. I vestiti leggeri si sono appiccicati alla pelle completamente umidi e...