Capitolo 5 - Dimmi di lasciarti

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[Per chiunque ha preferito non leggere il capitolo precedente: nel mezzo del locale, mentre Gwen stava andando in una delle gabbie per poter ballare, un uomo l'ha afferrata rifiutandosi di lasciarla andare. Nhyx è intervenuto e, visto che l'uomo continuava a insistere, gli ha rotto il polso, prima di trascinare via Gwen]

 Nhyx è intervenuto e, visto che l'uomo continuava a insistere, gli ha rotto il polso, prima di trascinare via Gwen]

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CAPITOLO 5

~ DIMMI DI LASCIARTI ~


Il mio cuore batteva così forte che lo sentivo ovunque dentro di me. Ma l'origine di quel pulsare non era il mio petto. Era il punto in cui le dita di Nhyx mi stringevano il gomito, mentre lui mi faceva attraversare il Dare.

Nhyx Haunt.

Nhyx Haunt.

Che diavolo ci faceva lì?

Che stava succedendo?

La mia testa era invasa solo dalle scene degli ultimi secondi, che si ripetevano in un loop che non riuscivo a fermare.

Nhyx in piedi alle mie spalle, con uno sguardo talmente letale sul viso che ero certa sarebbe bastato quello a togliere la vita dell'uomo che mi aveva afferrata.

I suoi lineamenti rigidi mentre gli contorceva il braccio, la sua espressione gelida mentre lo obbligava a inginocchiarsi di fronte a me.

E poi...

Poi...

Con la mano libera, Nhyx aprì la porta sul retro del locale. Ma io non sentii l'aria fredda della notte investirmi, né quello stesso gelo lottare contro il calore bollente che scaturiva dalle dita di Nhyx.

Ero ancora intrappolata nel momento in cui avevo avvertito il rumore secco di un osso che si spezzava. E le grida lancinanti che si erano susseguite a quella frattura.

«Gli hai rotto il polso.» La mia voce era flebile, un fruscio nel buio. E quando Nhyx mi rivolse uno sguardo di sbieco, in lui non trovai nient'altro che quello.

Buio.

«Ti stava toccando».

Non aggiunse altro.

Come se quella fosse una giustificazione sufficiente al fatto che avesse appena spezzato l'osso di un uomo.

Lo era?

La mia testa prese a girare.

Nhyx non mi conosceva neanche.

No, questo non era vero.

Nhyx sapeva esattamente chi ero. E le occhiate che mi aveva rivolto prima a scuola erano state sufficienti a farmi capire che le uniche ossa che avrebbe voluto spezzare erano le mie.

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