«Manuè, ma me stai ad ascoltà?»
È la voce di Matteo a risvegliarlo dai suoi pensieri, facendolo sussultare sulla sua stessa sedia.
È dalla mattina passata che Manuel continuava a pensare e ripensare a quel ragazzo che aveva incontrato fuori dall'università e gli aveva chiesto di firmare un foglio per una qualche associazione di cui nemmeno ricordava l'utilità. Pensava ai suoi ricci ordinati, al profumo di menta e bergamotto che emanava – che è riuscito a odorare quando si era avvicinato a lui per porgergli il cellulare – e, soprattutto, il suo sguardo da cerbiatto che non lo aveva lasciato un secondo.
Era di una bellezza quasi eterea, a cui è difficile trovare anche solo un difetto.
Gli era parso timido, ché solo chiedergli di firmare un foglio lo aveva fatto imbarazzare e scappare via appena la conversazione si era conclusa.
E lui di solito i timidi li evita, non trova alcun gusto – sarcastico e cinico com'è – nell'avere una conversazione con qualcuno che si imbarazzerebbe alle sue battute. Gli è capitato spesso di doversi trattenere in compagnia di persone riservate, con cui bisogna avere confidenza prima di poter dire certe cose, e sicuramente il corvino gli sembrava uno di loro.
Anche perché doveva sicuramente essere una brava persona, dagli ideali solidi, per far parte di un'associazione benefica e Manuel, di avere a che fare con persone buone, aveva deciso di smettere ormai da tempo.
È convinto esistano persone nate per fare del bene, che davanti a loro vi sia solo un futuro brillante e che abbiano quelle idee rivoluzionarie che cambierebbero il mondo. Dall'altro lato, invece, ci sono persone che le cose belle semplicemente non se le meritano, e lui crede di essere uno di quelle.
D'altronde, le persone buone sono necessarie per la sopravvivenza della specie umana, in quanto abili nello sviluppo delle relazioni umane, così tanto da alzarsi la mattina e decidere di aiutare il prossimo. Al contrario, le cause perse – come si definisce Manuel stesso – servono solo a ricordare agli altri che c'è sempre qualcuno messo peggio di loro.
Come se fosse un metro di paragone, Manuel si è sempre convinto di esistere per paragonare i suoi fallimenti ai traguardi delle altre persone.
Quando alle elementari gli richiedevano di creare qualcosa per la festa del papà, lui puntualmente scappava in bagno a piangere e, mentre tutti i suoi compagni ridevano e disegnavano felici, Manuel si stringeva le ginocchia contro il petto e scoppiava a piangere, chiedendosi cosa avesse fatto di male per non averne uno anche lui, di padre. Nemmeno le maestre se ne sono mai preoccupate troppo, ché tanto Manuel è un bambino forte, se la sa cavare da solo.
Ma è proprio a causa di quel mancato supporto, che ha smesso di chiedere aiuto e parlare con chi di dovere.
La stessa cosa è continuata alle superiori, quando i suoi amici uscivano il pomeriggio e lui invece era obbligato a lavorare per non rischiare di essere sbattuti fuori casa, com'era successo diverse volte in passato. La parte peggiore, però, era quando il tempo per studiare era poco, i brutti voti aumentavano e i professori non facevano altro che considerarlo un buono a nulla, facendo sì che tutti iniziassero a pensarlo davvero – lui compreso.
Lo bocciarono in terza superiore, obbligandolo a cambiare sezione e perdere i contatti con quelle poche persone con lui parlava regolarmente in classe.
Sempre quell'anno, Manuel finì in un brutto giro e usò la scusa che gli servivano soldi, che sua madre dipendeva da lui e non avrebbe mai più voluto che il peso dell'affitto e delle bollette cadesse solo su di lei. Quando, però, rischiò di essere arrestato, si rese conto di essere diventato talmente un fallimento, da non essere in grado nemmeno di fare il criminale.
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FanficSimone è un ragazzo timido ma solare, sempre con il sorriso sulle labbra. Manuel, al contrario, è di natura cinico e arrabbiato con il mondo. Cosa succederà quando i due ragazzi, dalle personalità completamente diverse, entreranno a far parte l'uno...