Simone non sa bene come si sia ritrovato ad avere la cucina completamente ricoperta di farina.
Dalla tovaglia a quadretti gialli e verdi sulla tavola, al piano cottura, che ha perso completamente lo scintillio dell'acciaio di cui è ricoperto e dove vi giace ormai solo un accumulo di polvere bianca.
O meglio, sa come è finito per ridurre così quella stanza.
Semplicemente, non credeva di essere così negato in cucina.
Lo ha sempre appassionato cucinare, mettere le mani in pasta e dilettarsi in nuove specialità, ma dire che sia bravo è un parolone. È migliorato rispetto a qualche anno prima, questo sicuramente, ma la strada è ancora lunga per rasentare la perfezione.
Tuttavia, per sua enorme fortuna, non deve partecipare a un talent show di cucina quindi si preoccuperà più avanti di imparare a essere più ordinato e preciso con le decorazioni.
L'importante è che siano buoni mormora tra sé e sé, aspettando che i biscotti si cuociano in forno.
Non li perde d'occhio nemmeno un secondo, analizza ogni millimetro di quell'impasto che lievita e attende con ansia che si crei la crosticina d'orata in superficie. Devono uscire perfetti si impunta di ricordarsi, mentre dal vetro del forno guarda la luce giallastra illuminare i biscotti.
«Simone, mancano ancora dieci minuti prima che siano pronti, hai messo anche il timer! Rilassati, mica li devi portare a Iginio Massari» lo prende in giro Laura, mentre gli passa una mano dietro alla schiena, massaggiandola per tranquillizzarlo.
Il ragazzo ridacchia, rilassando il capo contro la sua spalla – faticando, vista la sua statura a dir poco da gigante.
«Lo sai quanto ci tengo che escano bene» quasi piagnucola il corvino, mentre controllava il timer del forno.
«Se escono male li rifacciamo» cerca di rassicurarlo Laura, porgendogli un sorriso dolce. «Poi l'importante è che siano buoni! È un po' come con le persone, bisogna andare oltre le apparenze.»
«Sì, ma se sono brutti e fanno pure schifo nessuno verrà a farci visita all'associazione! Già siamo in tre persone quando va bene, se ci mettiamo pure ad avvelenare i nuovi possibili membri non credo faremo molta strada.» sbuffa rattristato. «Lo sai quanto ci tengo a questa cosa, all'organizzazione, a Jacopo... Voglio che esca tutto alla perfezione.»
«E sarà così, fidati!» gli porta le mani ad accarezzargli le guance, per confortarlo. «Ti impegni sempre tantissimo, organizzi incontri, ti fai letteralmente in quattro per stare dietro ai bisogni degli altri e lascia che sia io a tranquillizzarti questa volta» gli sorride calorosamente, Laura.
Simone ricambia il sorriso con gioia, un po' arrossendo ai complimenti da parte dell'amica, sentendosi pieno di gratitudine.
«Io- lo faccio sempre con piacere, fino a quando ne ho possibilità. Solo che questa volta ci tengo tantissimo visto che la rettrice ha accettato di mettere a disposizione un terapista nell'ateneo se raggiungiamo almeno diecimila firme! È importantissimo e vorrei riuscirci in tutti i modi entro fine ottobre» le spiega Simone, facendole sgranare gli occhi dalla sorpresa.
«Diecimila?» chiede Laura perplessa.
«Sì, lo so, sono tantissime...» sospira Simone amareggiato. «Sto cercando di fare passaparola il più possibile ma la maggior parte delle persone appena vedono qualcuno con un volantino in mano credono voglia farli entrare in qualche comitato studentesco comunista! Non ho nemmeno la faccia di chi frequenterebbe piazza Verdi o via Zamboni a Bologna, ho paura pure a toccare un goccio di alcool» spiega ridacchiando.
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You Signed Up For This
FanfictionSimone è un ragazzo timido ma solare, sempre con il sorriso sulle labbra. Manuel, al contrario, è di natura cinico e arrabbiato con il mondo. Cosa succederà quando i due ragazzi, dalle personalità completamente diverse, entreranno a far parte l'uno...