𝒇𝒐𝒖𝒓

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Era pomeriggio e i ragazzi erano stati richiamati sulle scale della scuola. L'atmosfera si fece subito più seria quando Maria spiegò loro l'esercizio: "Ragazzi, vi invito a prendere questo quadernetto e scrivere cosa significa per voi essere qui ad Amici. Prendetevi il tempo necessario, scrivete con il cuore."

Uno ad uno, i ragazzi si misero a scrivere, concentrati e immersi nei propri pensieri. Quando tutti ebbero finito, alcuni di loro vennero invitati a leggere ad alta voce il proprio testo. Le emozioni si alternavano, tra risate e momenti di riflessione, finché Maria non richiamò Aurora.

"Aurora, vorresti leggere il tuo?"

Aurora sentì un nodo in gola, ma si alzò con sicurezza, stringendo il quaderno tra le mani. Una volta in piedi davanti a tutti, prese un respiro profondo e iniziò a leggere con voce ferma:

"Essere qui ad Amici per me significa affrontare le mie paure. Per anni ho sempre pensato di non essere abbastanza. Non abbastanza brava, non abbastanza forte, non abbastanza sicura di me. Ho sempre vissuto con questa sensazione di non essere all'altezza delle aspettative, sia mie che degli altri. Essere qui, in questo posto, circondata da persone che condividono lo stesso sogno, è qualcosa di inspiegabile. Mi fa capire che forse, finalmente, posso credere di più in me. So che il percorso sarà difficile, so che ci saranno momenti in cui mi sentirò persa, ma sono pronta ad affrontare tutto. Essere qui significa che, per la prima volta, mi sto dando davvero una possibilità. E questo, per me, è tutto."

Aurora chiuse il quaderno e guardò i compagni. Un silenzio carico di emozioni riempiva la stanza, seguito subito dopo da un applauso caloroso e sincero. Sentì il calore degli altri ragazzi che la sostenevano e le sorridevano. Tornando a sedersi vicino ad Alessia, incrociò lo sguardo di Vybes, che le fece un occhiolino complice, facendola sorridere ancora di più.

Quell'occhiolino sembrava dirle "Sei forte, continua così."


Dopo poco si fece ora di cena, e Aurora si trovava in cucina insieme a Trigno e Senza Cri. Stavano tutti chiacchierando mentre si preparavano qualcosa da mangiare, quando Aurora, con un sorrisetto malizioso, disse:
"Ah, dimenticavo! Mia mamma prima in chiamata mi ha detto: 'Ma che belloccio quel Trigno!'"

Trigno, incredulo, si fermò un attimo, poi con un'espressione di finto orgoglio si avvicinò allo specchio della cucina, iniziando a sistemarsi i capelli. "Beh, che dire... non posso darle torto, signora ha proprio buon occhio!" disse, gonfiando il petto e guardandosi con ammirazione.

Il cantante subito dopo cominciò a spostarsi i capelli con un fare da diva, inclinando leggermente la testa e facendo facce da fotomodello.

"Che vi avevo detto, ragazze? Il fascino naturale è una cosa seria," disse, esagerando con le pose davanti allo specchio, mentre si guardava con ammirazione.

Aurora e Senzacri si scambiarono uno sguardo complice e, senza pensarci due volte, iniziarono a imitarlo.
Aurora tirò indietro i capelli in modo esagerato, cercando di riprodurre le stesse facce di Trigno, sporgendo le labbra e inclinando la testa come stesse posando per una copertina di rivista. "Guardatemi! Sono così irresistibile, ogni specchio mi adora" disse, con una voce melodrammatica.

Senzacri non era da meno. Si piazzò di fronte allo specchio accanto a Trigno, imitando le sue pose con fare teatrale, spostando i capelli "Attenzione, mondo! La bellezza è arrivata!" esclamò con tono drammatico, facendo il verso alle facce che Trigno continuava a fare.

Trigno, vedendole, scoppiò a ridere. "Siete proprio gelose del mio stile! Ma devo ammettere che siete delle ottime imitazioni!"

Aurora, ancora fingendo di posare, fece una smorfia e disse: "Gelosa io? No no, stiamo solo cercando di capire come fai a resistere davanti allo specchio senza scioglierti per l'emozione."

Senzacri annuì, ridendo: "Sì, esatto! Magari ci insegni qualche trucco per non far esplodere gli specchi con tanta bellezza!"

Tra risate e battute, l'atmosfera si riempì di leggerezza, con Trigno che alla fine abbandonò il suo momento da modello per unirsi al gioco, divertito dal fatto che le ragazze l'avevano preso così bene in giro.


Dopo cena, Aurora uscì nel giardino sul retro, cercando un momento di tranquillità. Si accese una sigaretta, il fumo che si perdeva nell'aria fresca della sera. Si appoggiò alla ringhiera, guardando il cielo, mentre i pensieri della giornata e quelli del giorno successivo si mescolavano nella sua mente.

Dopo poco, la porta alle sue spalle si aprì piano e ne uscì Gabriel, o meglio Vybes. "Vuoi stare da sola?" le chiese con tono gentile, avvicinandosi lentamente. Aurora scosse la testa e sorrise: "No, mi fa piacere se resti."

Gabriel si mise accanto a lei, osservando anche lui l'orizzonte. Per un po' rimasero in silenzio, ascoltando il fruscio leggero del vento tra gli alberi. Poi, come se il peso delle loro ansie fosse diventato troppo grande da ignorare, cominciarono a parlare della giornata che li aspettava.

"Domani sarà dura, la prima puntata... Non so, mi sento un po' bloccato," disse Gabriel, fissando il terreno sotto di sé. "Ho paura di non essere all'altezza."

Aurora annuì, prendendo un altro tiro dalla sigaretta. "Sì, capisco. Anch'io ho paura. È come se avessi questa costante sensazione di non essere abbastanza, di non riuscire a dimostrare davvero chi sono."

Si fermarono per un attimo, scambiandosi uno sguardo complice. Ormai si conoscevano da due mesi, avevano vissuto insieme i casting, con tutte le loro incertezze e insicurezze.

"Anche i casting non li abbiamo proprio vissuti bene," disse Gabriel. "Eravamo sempre parecchio nervosetti. Pensavo che anche un minuscolo errore mi avrebbe rovinato la carriera".

Aurora rise con dolcezza. "Io pensavo la stessa cosa. Eppure siamo ancora qui, no? Qualcosa di buono l'abbiamo fatto."

Lui sorrise, il viso rilassato dalla complicità che condividevano. "Sì, siamo qui. E ci siamo fatti forza a vicenda, anche se non ce ne rendiamo conto."

Aurora si voltò verso di lui, spegnendo la sigaretta. "Non sei male come spalla," disse, lanciandogli un'occhiata divertita.

Gabriel rise piano. "Nemmeno tu. Sei più forte di quanto pensi, lo sai?"

Aurora arrossì leggermente, abbassando lo sguardo, ma accennò un sorriso. "Grazie, davvero. E tu hai un grande talento, dovresti crederci di più."

Le loro parole, semplici ma sincere, avevano il potere di confortare senza esagerare, senza cadere in troppe sdolcinatezze. C'era un equilibrio naturale tra loro, fatto di rispetto e comprensione reciproca.

Dopo una lunga chiacchierata, sentendo che era ora di andare a letto, entrambi si prepararono a rientrare. Ma prima di separarsi, si scambiarono un abbraccio spontaneo. Un gesto semplice, eppure carico di significato.

"Buonanotte," sussurrò Aurora, stringendolo per un attimo.

"Buonanotte," rispose Gabriel, ricambiando l'abbraccio prima di lasciarla andare.

I due rientrarono, ognuno con i propri pensieri, ma anche con la consapevolezza di aver trovato un'anima così simile alla loro in quel viaggio così importante.

𝐃𝐔𝐄 𝐒𝐎𝐋𝐈; vybes amici24 !!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora