𝒆𝒊𝒈𝒉𝒕

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Aurora aveva seguito con attenzione tutta la vicenda tra Trigno e Ilan. La situazione era esplosa quando Trigno, dopo essersi svegliato senza voce, aveva accusato Ilan di essere il responsabile per aver acceso l'aria condizionata durante la notte. Ilan, visibilmente scosso dalle accuse, aveva cercato di difendersi, ma Trigno, furioso, non voleva ascoltare ragioni.

Era stato un giorno difficile per tutti, e Aurora sapeva che quando Trigno si arrabbiava, spesso diceva cose che non pensava veramente. L'ennesima discussione tra i due, durante la pausa pranzo, aveva raggiunto il culmine, lasciando Ilan in lacrime e Trigno a sbollire fuori, come suo solito. Aurora decise che era il momento di intervenire.

Si diresse verso il cortile e, come immaginava, trovò Trigno seduto in una panchina con una sigaretta in mano. Lui era immerso nei suoi pensieri, tirando lunghe boccate, cercando probabilmente di calmarsi. Aurora si avvicinò senza fare rumore, tirò fuori la sua IQOS e iniziò a fumare accanto a lui, sperando che la sua presenza silenziosa lo aiutasse ad aprirsi.

"Troppo pesante, eh?" disse con un tono leggero, cercando di allentare la tensione.

Trigno la guardò di sfuggita e sospirò. "È solo che... non ci posso credere. Mi sono svegliato senza voce, e per me è un disastro. Non posso permettermi di perdere una lezione, non ora."

Aurora annuì, comprendendo quanto fosse frustrante per un cantante come lui non poter usare la propria voce. "Capisco quanto sia importante per te, davvero. Ma forse stai esagerando con Ilan. Non è colpa sua se hai perso la voce, potrebbe essere successo per una serie di motivi. Sai che non l'ha fatto con cattiveria."

Trigno rimase in silenzio per un attimo, fissando il fumo che si disperdeva nell'aria. "Lo so. Ma quando mi sono svegliato stamattina e non riuscivo a parlare, sono andato fuori di testa. Ho dato la colpa a lui senza pensarci."

Aurora sorrise leggermente, tirando un tiro dalla sua IQOS. "È normale arrabbiarsi. Ma non vale la pena farne una guerra. Ilan ci è rimasto davvero male. Sta piangendo in sala perché, a causa della discussione, ha perso una lezione. Penso che sia stato difficile anche per lui."

Trigno abbassò lo sguardo, masticando le parole di Aurora. Sapeva che lei aveva ragione, e quel pensiero cominciava a fare breccia nella sua frustrazione. "Non volevo arrivare a tanto. Solo che... mi sento sotto pressione. E quando succedono queste cose, non riesco a controllarmi."

Aurora gli posò una mano sulla spalla, in un gesto affettuoso. "Lo so. Ma sei più forte di così, Trigno. E Ilan è tuo amico. Lui non merita di portarsi dietro questo peso."

Trigno la guardò per un lungo istante, poi spense la sigaretta e annuì lentamente. "Hai ragione. Dovrei andare da lui."

Aurora sorrise. "Esatto. Non è mai troppo tardi per fare pace."

Quando Trigno tornò in sala, trovò Ilan seduto su una panca, con il viso tra le mani. Aveva gli occhi arrossati e sembrava davvero a pezzi. Si avvicinò con un po' di esitazione, ma con un senso di colpa che cresceva sempre di più.

"Hey, Ilan..." iniziò Trigno con la voce più calma possibile. Ilan sollevò lo sguardo, e quando vide Trigno, cercò di asciugarsi in fretta gli occhi, imbarazzato.

"Cosa vuoi?" chiese Ilan, ancora con un pizzico di amarezza nella voce.

Trigno sospirò, avvicinandosi un po' di più. "Voglio scusarmi. Non dovevo prendermela così con te. È stata una reazione esagerata, lo ammetto. Mi sono fatto prendere dal panico per la voce, ma non è colpa tua."

Ilan lo guardò per un attimo, poi abbassò lo sguardo. "Non volevo farti star male. Non pensavo che l'aria condizionata potesse essere un problema."

Trigno si sedette accanto a lui, cercando di mostrare tutta la sua sincerità. "Lo so. Sono stato uno stupido. Perdiamo tempo prezioso con queste sciocchezze, e tu hai già perso una lezione per colpa mia. Ti prometto che non succederà più. Anzi ora chiedo alla produzione di d'arte una delle mie lezioni."

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