CAPITOLO TRE

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La donna in abiti cremisi strinse le palpebre contro il vento impetuoso. Cavalcava un destriero nero dalle ali di pipistrello, animale che veniva fornito a tutti i Nullificatori. Era un mezzo di trasporto rapido e affidabile; si chiamavano hazjy: erano grandi come un cavallo da corsa, ma con le zampe più lunghe e sottili e avevano un manto completamente nero, su cui spiccavano tre occhi color indaco. Erano capaci di volare a velocità incredibili e coprire grandi distanze in poco tempo: l'ideale, quando i Nullificatori venivano convocati dalla loro base segreta in città dall'altra parte del regno.

La Nullificatrice tirò le redini, trasmettendo all'animale magico l'ordine di scendere di quota. L'hazjy ubbidì; galoppando come fosse sul terreno, discese lentamente dal cielo e i suoi zoccoli produssero un tonfo ovattato, quando atterrarono in un campo incolto. S'inoltrò con sicurezza in una foresta di alte conifere scure, battendo una strada che conosceva a memoria. Zigzagò fra i tronchi dalle cortecce frastagliate e saltò i fitti arbusti del sottobosco, producendo a malapena qualche scricchiolio. Rallentò solo quando si avvicinò alla parete scoscesa di una bassa montagna. S'inerpicò sulla protuberanza di spuntoni rocciosi che ricordavano denti grigiastri, li aggirò con grazia e si infilò in una spelonca seminascosta.

La flebile luce del sole proiettava la sagoma tremolante di cavallo e cavaliere che si addentravano nella gola di roccia e tenebra, scendendo con una notevole pendenza nelle viscere della terra. Sembrò passare un'eternità prima che un altro fascio di luce squarciasse il nero del passaggio.

La donna sorrise appena sbucò fuori dalla grotta. Un senso di pace arrivò a riempirle il petto, come ogni volta in cui tornava a casa. Sbattendo le palpebre per abituare lo sguardo, si prese un attimo per contemplare la sua città dall'alto.

Hàl'Orh era sempre bellissima.

Una città sotterranea, una metropoli a giudicare dalla grandezza, era stata fondata dall'ordine religioso che aveva per primo creato i Nullificatori. Poco o nulla si conosceva su di esso. Lei stessa sapeva solo che era stato un gruppo di monaci (gli unici con tempo libero in abbondanza e nessuna preoccupazione di come mettere insieme il pranzo con la cena, come avrebbe detto il suo ex maestro) a ricercare un modo per fermare i Warlock che spadroneggiavano da anni sulla terra. L'ordine, tuttavia, era stato perseguitato e, per quel motivo, costretto a nascondersi.

Ormai erano passati più di seicento anni e quel rifugio improvvisato nel sottosuolo, creato da un manipolo di religiosi impauriti, si era evoluto in una vera e propria città, gestita da un'organizzazione, che proteggeva gli innocenti e dava ospitalità a creature d'ogni sorta.

La donna fece scendere l'hazjy lungo lo scosceso sentiero che fiancheggiava la rupe d'accesso. Sollevò lo sguardo sull'immenso soffitto della grotta: ricordava un cielo notturno, ma quelle che brillavano come stelle erano stalattiti di opale. La luce non mancava, grazie alle piccole foss. La donna incontrò due hazjy che venivano in senso contrario. Sorrise ai loro cavalieri, che ricambiarono, tutti portandosi una mano alla larga tesa del cappello rosso, com'era usanza tra Nullificatori.

Giunse infine ai piedi dell'alta rupe. Spronò l'hazjy attraverso le strade affollate, evitando un gruppo di ragazzini che ridacchiavano, passandole accanto di corsa. Li seguì con lo sguardo, notando le caratteristiche inusuali che sfoggiavano: chi una coda di bue e chi una di leone, chi degli zoccoli caprini e chi un paio d'ali bianche, chi le corna di ariete e chi le orecchie da gatto. Un senso d'appartenenza e di compiacimento la avvolse: era felice che Hàl'Orh non chiudesse i battenti a chi era diverso. Quei ragazzini non avrebbero potuto giocare allegri in superficie, dato che molte città aborrivano chi non era umano.

Man mano che la donna si addentrava tra le strade polverose di Hàl'Orh, circondate da imponenti muri giallastri, vide Stregoni e Wiccan parlare fra loro; uno stormo di fate alte venti centimetri svolazzava sopra le loro teste e faceva sbocciare splendidi fiori sui davanzali altrimenti spogli. Quando sbucò sulla piazza principale della città, salutò le sirene che le ammiccavano dalla fontana. Si accigliò nervosa quando dette una fugace occhiata al palazzo della Comune: un edificio austero e imponente, come lo erano i Nullificatori.

Il sortilegio di Ol'HallowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora