Blue Jean ha 21 anni, è figlia di un discografico e della depressione.
Passa le sue giornate da ribelle solitaria come commessa in un negozio di dischi a Londra e le notti tra locali, eccessi e uomini, in cerca di qualcosa che la possa riscattare d...
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«Non provarci» sibilo, puntandogli un dito contro.
Inclina leggermente la testa di lato e sorride, quel sorriso che mi fa vibrare anche l'anima. «Sarebbe un vero peccato non inaugurare il nuovo costume.» «Non farlo, altrimenti...» la mia frase resta a metà perché lui mi sovrasta con la sua possente altezza, si piega leggermente e con una facilità impressionante, mi prende in braccio.
Come anche la scorsa volta, comincio a dimenarmi e a strillare.
Lui ride divertito.
«William, non farlo!» strillo, quando si avvicina al bordo dello scoglio.
Mi sculaccia una natica per risposta. «Non prendo ordini da una ragazzina» dice, prima di lanciarsi dentro l'acqua.
L'impatto con l'acqua gelida mi smorza il respiro. Mi rendo conto che l'acqua qui è davvero alta. Non mi sono mai spinta così lontano. Vengo colta un attimino dal panico e mi aggrappo a lui come se fosse un salvagente. Intreccio le braccia intorno al suo collo e allaccio le cosce ai suoi fianchi.
Riemergiamo dall'acqua e io non ho nessuna intenzione di staccarmi da lui. Anzi, gli sto avvinghiata come un koala.
Ho paura, cazzo. Chiudo gli occhi e mi spalmo contro il suo corpo.
Le sue mani si posano sui miei fianchi, quasi vicino al sedere. Non m'importa niente di essere così vicina a lui in questo momento. La paura supera di gran lunga l'imbarazzo.
«Hai paura?» la sua voce roca mi scivola addosso come miele fuso.
Annuisco fortemente, tenendo ancora gli occhi chiusi. Rafforza la presa sui miei fianchi e mi avvicina ancora al suo corpo. La mia intimità è letteralmente spiaccicata contro il suo addome.
«Non ti lascio andare, tranquilla.» Il tono della sua voce diventa ancora un po' più roco.
Apro gli occhi e incontro i suoi. Come sempre, hanno il potere di lasciarmi senza fiato. Così come i suoi capelli che assumono una sfumatura di biondo più scura. Piccole goccioline d'acqua gli scivolano dal ciuffo ribelle fino a incastrarsi in quei ventagli scuri che sono le sue ciglia. Seguo il percorso di una microscopica goccia che cade dal ciuffo, scivola lungo il suo naso all'insù e va a finire sulle sue labbra.
Deglutisco a fatica e distolgo lo sguardo da quelle labbra piene e peccaminose.
Restiamo in quella posizione per un po', fino a quando non sento qualcosa di duro sfiorarmi l'interno coscia.
Sgrano gli occhi e mi allontano un po' per guardarlo in faccia.
Sorride e si morde il labbro inferiore. «È una reazione normale. Non lo controllo» dice, dando conferma a quello che già stavo pensando.