Di nuovo nella città
in una mattina
di un cielo crepato.
Di nuovo le strade
e il centro, un caos che fa
di uno spazio vuoto
un mondo variegato.Si esce dalla stazione
ed una dritta via,
dirotta via
diretto al duomo.
Per raggiungerlo,
procedesi a passo d'uomo,
prima di scorgerlo,
l'asfalto quasi appare
un tracciato ignoto.La piazza della cattedrale
racchiude nuclei di persone
a tratti ignare
degli eventi e di storie,
ma prese da un'attrazione
che ricolma l'iride
quando sensazioni
divengono unite,
fitte e più nitide.
In fondo,
è forse un atto di amore
fermare il tempo
di fronte
a Santa Maria del Fiore.Ma lasciando il flusso viaggiare
verso destra, in linea perpendicolare
così vedrai Palazzo Vecchio
che giace nella Signoria
poiché ne è di essa il centro,
e così ne chiude il cerchio;
ne diviene ossigeno
per la poesia.Di nuovo nel cuore
della città
ne trovo l'essenza
passando le ore.
Me ne resto seduto
sotto la loggia
in un luogo che sempre
custodirà storia.Nella città che sempre
vivrà per destar memoria
che sia innata, che sia inconscia
per via di una guida,
presente
che parlerà anche con la pioggia.

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Il Presente
PoesíaAdesso è un tempo in cui tante cose avvengono tutte insieme, fuori dal nostro controllo e allo stesso tempo al nostro interno. Non so se ci sconvolge il mondo o la nostra stessa mente, ma il Presente ora ci spaventa o ci esalta?