Capitolo 9

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Quando mi svegliai quella mattina, il peso della giornata precedente ancora incombeva su di me come una cappa di piombo.

L'incontro con Lorenzo aveva lasciato una cicatrice invisibile ma profonda. La sua voce fredda e le sue parole velate di minaccia mi perseguitavano, come se ogni singola sillaba fosse stata calcolata per infilarsi sotto la mia pelle e rimanere lì, in attesa di scatenarsi.

Mi voltai nel letto, guardando fuori dalla finestra. I raggi di sole filtravano attraverso le tende, ma non avevano il solito effetto confortante.

Non quel giorno.

Quel mattino, sembrava che perfino la luce non potesse raggiungermi del tutto.

Non riuscivo a scacciare l'immagine di Lorenzo, il suo sorriso sicuro di sé, quella sensazione di essere un oggetto tra le sue mani, qualcosa che poteva controllare a suo piacimento.

Scesi dal letto con fatica, cercando di scrollarmi di dosso quel senso di oppressione.

Dovevo parlare con qualcuno, e c'era solo una persona che poteva aiutarmi a trovare la chiarezza di cui avevo disperatamente bisogno: Matteo.

Mentre mi preparavo, il suo pensiero portava un lieve sollievo alla mia mente.

Sapevo che, nonostante tutto, potevo contare su di lui. Il nostro legame, nato da una casualità, stava crescendo in qualcosa di più profondo.

Mi faceva sentire sicura, protetta. Ma c'era anche qualcosa che mi spaventava in quel sentimento crescente: la paura che Lorenzo potesse usarlo contro di me, contro di noi.

Quando finalmente lo incontrai nel giardino, il suo sguardo si riempì immediatamente di preoccupazione.

"Caterina, hai un'aria... sconvolta. È successo qualcosa?"

Non risposi subito, cercando di raccogliere i pensieri, ma era difficile mettere ordine tra tutte le emozioni che si agitavano dentro di me.

"Ho visto Lorenzo ieri," confessai, finalmente.

Il suo viso si fece subito serio.

"E... come è andata?"

Scossi la testa. "È stato terribile, Matteo. Non mi considera una persona, mi vede solo come un pezzo della sua collezione, un simbolo della sua potenza. Vuole possedermi, non amarmi."

Matteo strinse i pugni, e per un istante vidi la rabbia accendersi nei suoi occhi. "Lo sapevo che era un mostro, ma sentirti dire questo... mi fa venire voglia di-"

Gli presi una mano, interrompendolo. "Non possiamo agire d'impulso. So che è difficile, ma dobbiamo trovare un modo per fermarlo. Non posso sposarlo. Non posso vivere la mia vita sotto il suo controllo."

Matteo annuì lentamente, ma il suo volto non si rilassò. "Dobbiamo trovare una soluzione prima che sia troppo tardi. Lorenzo non si arrenderà facilmente, soprattutto ora che sa quanto tu sei contraria a tutto questo."

Sospirai, cercando di non farmi sopraffare dalla disperazione.

"Lo so. E temo che, se lo spingo troppo, potrebbe diventare ancora più pericoloso."

Matteo si avvicinò, guardandomi intensamente.

"Non permetterò che ti faccia del male, Caterina. Non finché sarò al tuo fianco."

Il calore delle sue parole mi raggiunse, ma con esso venne anche la consapevolezza che stavo mettendo anche lui in pericolo. Lorenzo non avrebbe avuto scrupoli a fare del male a chiunque si frapponesse tra lui e il suo obiettivo.

"E se Lorenzo scopre quello che stiamo cercando di fare?" chiesi, la voce un po' tremante.

"Non voglio che tu finisca nei suoi giochi. So quanto è crudele, Matteo."

Lui scosse la testa con decisione. "Non mi importa cosa potrebbe fare. Non ti lascerò da sola in questa battaglia."

Per un attimo ci guardammo in silenzio, consapevoli della gravità della situazione ma anche del fatto che eravamo insieme in questo.

Sentivo un'emozione crescente dentro di me, qualcosa che non avevo previsto di provare per Matteo.

Mi aveva sempre dato sicurezza, ma ora... ora c'era qualcosa di più. Qualcosa che cresceva, nonostante il pericolo imminente.

Matteo fece un passo verso di me, e il suo sguardo si addolcì. "Caterina... Io..."

Il momento fu interrotto bruscamente dal suono di passi veloci. Ci voltammo entrambi e vedemmo Lucia che si avvicinava, il viso rosso e preoccupato.

"Caterina!" esclamò.

"Ho appena sentito... è vero quello che si dice in paese? Lorenzo ha parlato con tuo padre?"

Il mio cuore si fermò per un momento.

"Di cosa stai parlando, Lucia?"

"Si dice che Lorenzo stia cercando di affrettare le nozze. Sta facendo pressione su tuo padre affinché il matrimonio avvenga il prima possibile. Vuole chiuderti ogni possibilità di ritirarti."

Le parole di Lucia caddero su di me come un macigno. Lorenzo stava accelerando i tempi.

Era come se avesse capito che stavo cercando una via d'uscita e voleva chiudermi ogni porta prima che potessi fuggire.

Matteo mi guardò con una nuova determinazione.

"Non possiamo aspettare oltre. Dobbiamo agire, subito."

Sentii il panico montare dentro di me, ma sapevo che aveva ragione. Lorenzo stava muovendo le sue pedine, e se non trovavamo un modo per fermarlo, sarei rimasta intrappolata in un incubo da cui non avrei mai potuto scappare.

Guardai Matteo negli occhi.

"Hai ragione. Dobbiamo fare qualcosa... prima che sia troppo tardi."

Sotto il cielo di VeneziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora