Capitolo 10

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Mi sentivo come un uccello in gabbia, ogni giorno sempre più prigioniera di una realtà che non avevo scelto.

Da quando Lucia mi aveva raccontato dei piani di Lorenzo, la pressione dentro di me si era fatta insopportabile.

Mi sembrava di non avere più tempo, che ogni istante fosse sottratto al mio futuro.

Eppure, la mia famiglia non sembrava rendersi conto del pericolo che correvo.

Mio padre era cieco davanti alla vera natura di Lorenzo, forse accecato dall'opportunità di legarsi a una famiglia tanto potente e influente.

Non riusciva a vedere l'oscurità che si nascondeva dietro gli occhi azzurri di quell'uomo.

Per lui, Lorenzo era l'incarnazione del successo, la possibilità di garantire alla sua unica figlia una vita di agio e sicurezza.

Ma cosa sarebbe rimasto di me dopo quel matrimonio? Avrei perso la mia anima, intrappolata in un matrimonio senza amore, soffocata dalle catene della ricchezza e circondata dalla violenza.

Non riuscivo a immaginarmi come la moglie di Lorenzo, come una donna che viveva solo per soddisfare i capricci di un uomo che mi vedeva solo come un oggetto da possedere.

Matteo venne a trovarmi quella mattina. Mi aspettavo di trovare in lui la stessa preoccupazione che lo aveva tormentato nei giorni precedenti, ma c'era qualcosa di diverso nei suoi occhi.

Una nuova luce, un senso di determinazione che non avevo mai visto prima.

"Devi scappare, Caterina," disse senza mezzi termini.

Lo guardai sbalordita, le sue parole risuonavano nella mia mente come un'eco.

Scappare? L'idea era così audace, così pericolosa, che mi paralizzava. "Non posso, te l'ho già detto" sussurrai. "Mio padre... la mia famiglia... non posso lasciarli."

Matteo scosse la testa. "La tua famiglia ti ha lasciata da sola in questa lotta. Stanno permettendo a Lorenzo di rubarti la vita. E tu non puoi permetterglielo."

Sapevo che aveva ragione. Ogni fibra del mio essere sapeva che la scelta giusta era andarmene, sfuggire a quel destino crudele che Lorenzo stava preparando per me. Ma c'era una parte di me che temeva le conseguenze, che temeva l'ignoto.

"E dove potrei andare?" chiesi, la voce più tremante di quanto avessi voluto. "Non posso fuggire da lui per sempre. Lorenzo mi troverà."

"Non se andiamo lontano abbastanza, conosco un posto" rispose Matteo, i suoi occhi fermi sui miei.

"C'è una possibilità, Caterina. Una via d'uscita. Potremmo andare via insieme. Lasciarci tutto alle spalle e iniziare una nuova vita."

Le sue parole erano un balsamo per la mia anima ferita, ma anche una fonte di nuova confusione.

Andare via insieme... Cosa significava davvero per noi? Matteo stava rischiando tutto per me, e sapevo che era mosso da qualcosa di più che semplice amicizia.

Il suo affetto per me era evidente, e io non potevo negare i sentimenti che avevo iniziato a sviluppare per lui.

"Non posso chiederti di fare questo, Matteo," dissi, sentendo un nodo formarsi in gola.

"Non posso trascinarti in questo caos."

"Non mi stai trascinando, Caterina. Lo sto scegliendo. E se dobbiamo combattere per la tua libertà, lo farò senza esitazione."

C'era una sicurezza nel suo tono che riuscì a placare, almeno momentaneamente, il tumulto dentro di me.

Ma mentre ascoltavo le sue parole, il pensiero di Lorenzo continuava a invadere la mia mente.

Sapevo che lui non avrebbe permesso che le cose finissero così facilmente. Il suo potere e la sua influenza non si fermavano ai confini della nostra città.

Se fossi scappata, mi avrebbe cercata ovunque.

"Devo parlare con Lucia," dissi improvvisamente. "Lei deve sapere cosa sto per fare. Non posso lasciarla all'oscuro di tutto questo. Devo salutarla."

Matteo annuì, sebbene la sua espressione fosse di preoccupazione.

"Fai presto, Caterina. Il tempo non è dalla nostra parte."

Con il cuore pesante, mi diressi verso casa di Lucia. Era l'unica amica che mi era rimasta, l'unica persona che mi capiva e che sapeva veramente cosa significasse per me questa lotta.

Quando aprì la porta e mi vide, il suo viso si illuminò, ma non potei ignorare l'ombra di preoccupazione nei suoi occhi.

"Caterina, che succede?" chiese subito. "Sembra che tu abbia appena visto un fantasma."

Annuii, cercando di trovare le parole giuste. "Devo andarmene, Lucia. Non posso sposare Lorenzo. Non posso continuare a vivere sotto il suo controllo."

Lucia rimase in silenzio per un attimo, come se stesse cercando di comprendere appieno ciò che le stavo dicendo. Poi, finalmente, annuì.

"L'ho sempre saputo che sarebbe finita così. Lo vedo nei tuoi occhi da settimane. Ma... cosa farai? Dove andrai?"

"Matteo ed io... pensiamo di andarcene insieme. Scappare lontano da qui, lontano da Lorenzo."

Lucia scosse la testa, il viso segnato dalla preoccupazione.

"Sai che Lorenzo non ti lascerà mai in pace, vero? Ha troppo da perdere. Se scappi, non smetterà mai di cercarti."

"Lo so," risposi, cercando di nascondere la paura che quelle parole avevano evocato.

"Ma non posso rimanere qui. Non posso accettare un destino che mi priverà di ogni libertà."

Lucia mi prese per mano.
"Hai il mio sostegno, qualsiasi cosa tu decida di fare. Ma ti prego, stai attenta. Lorenzo non è uno che perdona facilmente."

La sua preoccupazione era giustificata, lo sapevo bene. Eppure, per la prima volta in molto tempo, sentivo una fiamma di speranza bruciare dentro di me.

La speranza che, forse, potevo sfuggire a Lorenzo. Che, forse, potevo costruire una vita diversa.

Lasciai casa di Lucia con una nuova determinazione, ma sapevo che il tempo era poco.

Dovevo agire in fretta, o rischiavo di perdere l'unica possibilità di libertà che mi rimaneva.

Sotto il cielo di VeneziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora