FINO ALL'ALBA // @silver_fame

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PROMPT: MANI SPORCHE DI SANGUE

CARATTERISTICA: IL PERSONAGGIO AMA GUARDARE FILM HORROR (MA A UN TRATTO SEMBRA ESSERE DIVENTATO TUTTO TROPPO REALE)

DOVE O QUANDO: IN UN CASTELLO / TENUTA

Silver_Fame

Premeva la schiena contro la parete dello stanzino, cercando di controllare il respiro che le tremava in gola

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Premeva la schiena contro la parete dello stanzino, cercando di controllare il respiro che le tremava in gola. Aveva trascinato Max dentro con sé, il suo corpo privo di sensi che pesava come un macigno, e ora lo stringeva tra le braccia come per proteggerlo. Sapeva che era solo questione di tempo. Il mostro, lo spirito, o qualunque cosa fosse era là fuori, e non avrebbe smesso di dare loro la caccia finché non li avesse presi tutti. L'oscurità avvolgeva la stanza come un sudario, l'aria densa di polvere e di paura. Poteva sentire il battito del suo cuore come un tamburo che rimbombava nelle orecchie, ma strinse i denti, obbligandosi a mantenere la calma. Aveva visto abbastanza film horror in vita sua per sapere che non esistevano eroi che spuntavano all'ultimo momento, nessuna salvezza preconfezionata. La sopravvivenza era una questione di determinazione, di puro e semplice istinto di autoconservazione.

«Dobbiamo resistere fino all'alba, Max» sussurrò con un filo di voce cullando il pilota. «Solo fino all'alba.»

Riuscì piano piano a riacquistare il controllo sul proprio respiro e sul battito del proprio cuore, costringendoli entrambi a ridursi al minimo, poi si mise in ascolto. Tese le orecchie fino allo spasimo, oltre i confini delle possibilità umane, cercando di carpire rumori oltre le pareti della stanza e soprattutto oltre la porta che aveva di fronte. Poi lo sentì. Il raccapricciante cigolio del pavimento in parquet che gemeva sotto un'incedere di passi lenti e inesorabili. Percepì la pelle accapponarsi sotto i vestiti e un brivido correrle lungo la spina dorsale a partire dalla nuca... Ma lei era Andrea Castelli, una donna che sfidava la morte ogni volta che scendeva in pista e toccava i 300 km orari, e non si sarebbe lasciata paralizzare dalla paura, non sarebbe stata la biondina terrorizzata di quel film horror che era diventata la sua realtà, quella che urla, inciampa e finisce sempre col morire per prima. No, aveva giurato a se stessa che non avrebbe fatto quella fine, aveva passato troppo tempo a guardare protagonisti ingenui cadere come mosche per ripetere i loro errori. Se doveva morire, avrebbe almeno combattuto fino all'ultimo respiro, strappando ogni secondo che poteva alla notte. Chiuse gli occhi, costringendosi a ragionare mentre i passi si facevano sempre più vicini.

«Non può essere un fantasma» sussurrò a voce bassissima. «I fantasmi non fanno rumore quando camminano. Questo coso ha un corpo, pesa, occupa spazio...».

Nel buio aprì gli occhi, con una nuova consapevolezza e una scintilla di speranza.

«Se ha un corpo, può essere ferito. E se può essere ferito... può anche essere ucciso.»

Si alzò in piedi e accese la torcia del cellulare quel poco che bastava per dissipare l'oscurità appena davanti a lei e si mise a cercare qualsiasi cosa potesse trasformarsi in un'arma. Ma ormai non c'era più tempo, i passi si erano fatti vicinissimi per poi fermarsi esattamente davanti alla porta. Il silenzio che seguì fu peggiore di qualsiasi urlo. Era come se tutto il mondo trattenesse il respiro, in attesa che il più orrendo degli scenari prendesse vita. E mentre attendeva nella semioscurità che l'inevitabile si compisse, stringendo spasmodicamente le mani attorno al manico di una vecchia scopa in legno, la cosa più vicina ad un'arma che era riuscita a trovare lì dentro, i suoi pensieri tornarono indietro nel tempo, ripercorrendo ogni passo che l'aveva portata in quella situazione...

SCARY STORIES TO TELL IN THE CAR // Volume IV (F1 CONTEST)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora