BENTROVATI O BENTORNATI, scrittori e lettori appassionati di Formula Uno e storielle spookie.
Ottobre è arrivato e con esso la voglia di scrivere di zucche, fantasmi e feste in costume, ed io sono qui per mettere insieme le vostre idee e dargli pep...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Guardo inerme la signora Mitchell gesticolare animatamente mentre mi urla addosso parole per me senza alcun senso.
"Lei è un incapace! UN INCAPACE! Si rende conto di quello che ha combinato?! E non si aspetti che io paghi per una cosa simile perché..."
Lascio perdere le sue grida per voltarmi e indicare all'ennesimo ospite colpito da un attacco di diarrea la direzione per il bagno, la cui fila si scorge già da qui; con la scopa raccolgo da terra i resti della torta di compleanno, che ha trasformato il marmo candido del pavimento in una poltiglia appiccicosa e marroncina.
Mi giro e il fuoco negli occhi di Octaviana Mitchell mi colpisce di nuovo, intanto che la donna continua imperterrita ad inveirmi contro.
"Daniel! Ma mi sta ascoltando? Daniel?!"
. . .
Tre ore prima
"Daniel?"
Ignoro la voce gracchiante di Nell Mitchell, che continua a chiamarmi da svariati minuti, cercando di ricordarmi che, se voglio essere pagato, devo restare qui fermo e non darmela a gambe levate. Con il mio miglior sorriso finisco di servire il punch con i pezzetti di mela dentro al gruppetto di bambini che ho davanti e li saluto cordiale quando se ne vanno, per tornare a giocare.
"Psss Daniel?"
Sistemo meglio il mio mantello da Conte Dracula e risucchio le labbra in una linea sottile, facendo scomparire la mia espressione gioiosa per sostituirla con una decisamente più seccata.
La festa è iniziata da una ventina di minuti, gli animatori hanno già iniziato con i primi giochi, io ho finito di cuocere e sistemare tutti i dolci, una manciata di ospiti è già arrivata e la festeggiata...
"Ehi Daniel?"
E la festeggiata non ha niente di meglio da fare che starsene appollaiata sotto il tavolo del buffet, a cui io sono addetto, passando il tempo a parlarmi a vanvera delle cose più stupide.
"Daniel c'è polvere qua sotto. Daniel mi passi un biscotto? Daniel dimmi quando ci sono tutti."
Le mie risposte sono state perlopiù monosillabi e quando, all'ennesima richiesta, le ho detto che magari poteva anche uscire di lì e iniziare giocare con gli amichetti che erano già arrivati, lei ha alzato la tovaglia per guardarmi truce e rispondermi: "No, esco quando ci sono tutti. Devo fare la mia entrata". Puah, ragazzine viziate.