Il Peter pan che risiede dentro di noi

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Quanto è bello essere accuditi, protetti, ascoltati: come quando eravamo bambini. Essere sempre al centro dell'attenzione, e poter fare quello che più ci pare, e soprattutto farlo liberi da pensieri e preoccupazioni. Quanto sarebbe bello poter comportarci così da domani mattina, dimentichi dei nostri drammi. Vorremmo essere proprio come Peter Pan: un ragazzo che non invecchia mai, che vola con la fantasia e fugge verso l'isola che non c'è, portando con sé altri ragazzi che non invecchiano mai. È un ragazzo magico, può fare tutto ciò che vuole e, velatamente, mantiene sempre la potenzialità di diventare tutto ciò che vuole. È puro potenziale, ha tutta la vita davanti e può ancora scegliere che strada intraprendere. Ma non ne ha bisogno. Non ha bisogno di scegliere che strada intraprendere perchè non invecchierà mai. L'unico esempio di adulto che peter pan conosce e sa aver scelto una strada è un vecchio tiranno, cattivo e senza una mano: capitan uncino. La stessa persona che è nientemeno inseguita per l'eternità da un coccodrillo che ha mangiato una sveglia: il tempo. Il tempo che insegue instancabilmente capitan uncino, e che si è già portato via un pezzo di sè quando gli ha mangiato la mano, e gli è piaciuta così tanto che ne vuole ancora. Il capitan uncino, tremendo e feroce, inseguito dal coccodrillo, è una persona afflitta dal dolore, e non può venirne fuori vincitore. A vedere questa cosa Peter Pan si dice di non voler abbandonare la sua infanzia per diventare come capitan uncino. Peter Pan quindi perde sé stesso, diventa capo dei bimbi sperduti e regna sull'isola che non c'è, ignorando la realtà di ciò che lo circonda. Quando incontra Wendy, la quale ha accettato di crescere e di diventare adulta, lui non si pone la domanda se possa nascere qualcosa di più dalla loro amicizia, perché è sopraffatto dalla presenza irreale di campanellino, che lo estrania dalla realtà dandogli la possibilità di ignorare ciò che esiste. È un vizio, quale vizio tra i tanti sia campanellino capitelo voi. Peter Pan non vuole sacrificare la sua pluripotenzialità di bambino scambiandola con la realizzazione di una singola carriera, o di una singola vita. Lui potrebbe essere, potrebbe diventare qualsiasi cosa, e a questo non vuole rinunciare.

Il cammino, che Peter Pan non vuole percorrere, è al pari del coccodrillo: inarrestabile e inevitabile. Esiste, ed è lì, che lo aspetta, e prima o poi lui lo percorrerà. Di sua sponte o obbligato. Il problema è che, spostandoci dalla storia alla realtà, chi non desidera percorrere il suo cammino si comporta come Peter Pan. Pensa di poterlo fuggire, pensa di poter essere superiore ed unico, non vuole riconoscere la realtà delle cose. E se si aspetta troppo a rendersi conto della realtà delle cose, se si aspetta che gli anni passino e che le occasioni vadano perdute, si diventa dei bambinoni. Dei vecchi mocciosi. Persone che hanno tenuto gli occhi chiusi sulla loro realtà, e hanno ottenuto di essere degli adulti che si comportano come adolescenti. (Chi è che si comporta così nella tua vita? È un profilo che ti è noto?) Percorrere la strada è inevitabile. Bisogna scegliere, o ti viene affidata. La crescita sta nella cessione della nostra qualità di bambini, nella perdita del nostro status speciale di categoria protetta, e in cambio ci viene dato di poter scegliere una strada. Se non scegliamo la nostra strada, ce ne verrà imposta una quando non saremo pronti (e non lo saremo mai).

"Poter essere" qualsiasi cosa cozza contro l'"esserlo". È un ossimoro. Acqua e olio. Roma e lazio. Il potenziale è pura immaginazione e irrealtà, mentre l'attuare il potenziale e diventare qualcosa è realtà. O una cosa, o l'altra. È un sacrificio che bisogna fare, un prezzo da pagare, e sappiamo tutti che il conto arriva sempre. Prima lo si paga e meno sarà salato. La cosa che non viene detta ai tanti Peter Pan è che un piccolo passettino verso una direzione può aprire porte che non ci saremmo mai neanche immaginati esistessero. Lasciare il potenziale e diventare il reale, apre delle porte, settoriali e specifiche, ma ogni nodo della rete da pesca delle nostre decisioni è legato ad altri 3 nodi almeno, e scegliendo uno di questi 3 ne troviamo altri 3 da poter scegliere. Riscopriamo che la predita del "potenziale di bambino" era solo temporanea, ci è stata ridata in forma modificata. Siamo e potremmo essere allo stesso tempo, c'è però bisogno di affrontare un sacrificio. 

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