CICO
Sbuffo sonoramente, non appena suona la campanella. Devo passare due ore, in punizione, con Federico Francis e da solo.
Non mi poteva andare peggio.
Oggi, mentre teneva la sigaretta tra le labbra, mi sono venuti in mente pensieri che non avrei mai pensato di avere su di lui.
Quel ragazzino, l'ho sempre odiato.
«Buona fortuna, Cico e non uccidetevi a vicenda.» Dice Fe, mettendomi una mano sulla spalla per darmi supporto morale.
«Non posso garantirti nulla, Fra'.»
Lo saluto mentre salgo le scale per raggiungere il secondo piano.
Faccio lentamente i gradini, spreco tempo così, sperando che la distanza dalle quattro alle sei possa diminuire.
Cammino lungo il corridoio e mi fermo davanti alla porta, dove un foglietto segna "aula 23".
Ingoio un groppo ed abbasso la maniglia.
Trovo la professoressa Palmieri e Strecatto, uno di fronte all'altro.
Chiudo la porta alle mie spalle e mi avvicino a lui, mettendomi in punta, in modo che le nostre tre figure formino un triangolo isoscele.
«Bene Nicola.» Dice la donna, portando le braccia al petto con un sospiro.
Chiude gli occhi per qualche secondo, per poi riaprirli e guardarci.
«Datemi i cellulari.»
Ci mette davanti il palmo della mano.
Io e Fede ci guardiamo di scatto, scioccati da quella richiesta.
«Prof, la prego, non stavamo facendo nulla di male. Non ci tolga i telefoni.» La supplica Federico, chiedendo pietà con lo sguardo.
Ma la Palmieri, è sempre stata una donna dura e fredda che non cede neanche ad uno splendido ragazzino dai capelli rosa.
«Stavate fumando, nel cortile della scuola, il regolamento che vi hanno letto ad inizio anno lo vieta fermamente. Avete sbagliato, ragazzi, ed ora ne pagate le conseguenze. Almeno non vi metto una nota, ma devo tener conto dell'accaduto.»
Sposta il suo sguardo serio su me e l'altro ragazzo, cercando di comunicare anche con gli occhi.
«Lo dirà ai nostri genitori?» Chiedo.
«Lo farò presente ai colloqui.»
Sospiro, guardando il soffitto. Mia madre mi farà il culo, se scopre che non ho smesso di fumare.
«Avanti datemi i telefoni, ve li ridarò alla fine delle due ore.» La sua voce sembra essersi addolcita.
«Come passeremo il tempo?»
«Conversando, come due persone civili o se volete anche facendovi i fatti vostri ma i cellulari vengono con me.» Spiega, rifacendosi sedia sulla fine della frase.
Io e Strecatto sospiriamo, dando i nostri cellulari alla donna che pare li desideri con ardore.
«Scelta saggia, ragazzi.» Mormora, stringendo la mano dove i nostri poveri telefoni vengono rinchiusi.
«Sarò nell'aula 24, fra due ore verrò a chiamarvi.»
Si avvicina alla porta, aprendola.
«Divertitevi ragazzi e non provate ad uscire dalla classe, il bidello gira per i corridoi.» Dette queste parole, esce dalla classe lasciandoci da soli.
STAI LEGGENDO
Bullied||TheBadNauts
Fanfiction"E si incisero quello sguardo sulla pelle, in una cicatrice che permarrà nel tempo." •▪︎•▪︎•▪︎•▪︎•▪︎ Palermo, Sicilia. Due ragazzi impareranno ad amarsi ed odiarsi al tempo stesso, il bullo e la sua vittima. Intrighi, segreti, bugie, paure e passa...