Seconda missione: non fare errori

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Il comandante li osservava con un'espressione enigmatica, le dita intrecciate davanti a sé. Victor e Alayna sedevano dall'altro lato del tavolo, con l'aria impassibile di chi si è ormai abituato a quel tipo di riunioni, ma tra loro si percepiva una tensione silenziosa.

«Ho un incarico particolare per voi,» iniziò il comandante, senza preamboli. «È una missione segreta, ad alto rischio, e richiederà il massimo del vostro impegno... e della vostra collaborazione.»

Victor scambiò uno sguardo rapido e scettico con Alayna, che invece ascoltava attentamente ogni parola. «Infiltrazione sotto copertura in un ambiente criminale di alto livello,» continuò il comandante, scandendo ogni termine. «Victor, sarai il contatto esterno, mentre Alayna, tu entrerai in prima linea, conquistando la fiducia di alcuni membri del gruppo. E c'è un'ulteriore complicazione: durante l'intera operazione, dovrete mantenere la distanza e fingere di non conoscervi.»

Il cuore di Alayna accelerò. Un incarico così implicava giorni, forse settimane, di totale immersione in un ambiente ostile, con Victor che avrebbe avuto un ruolo di sorveglianza senza potersi avvicinare a lei. Il comandante era consapevole delle difficoltà pratiche e psicologiche, e probabilmente contava su quella sfida per forzarli a superare le tensioni che da sempre compromettevano il loro lavoro di squadra.

«In pratica, dovremo fidarci l'uno dell'altra alla cieca,» concluse Victor, con il tono di chi non si lascia impressionare facilmente, ma senza riuscire a mascherare del tutto un certo scetticismo.

Il comandante annuì, un accenno di sorriso nascosto dietro la serietà del suo sguardo. «Esattamente. È il motivo per cui vi ho scelto. Entrambi avete capacità uniche, ma dovrete imparare a condividerle senza mai... intervenire direttamente. La vostra sopravvivenza dipenderà dalla fiducia reciproca.»

Victor rimase in silenzio, riflettendo sulle implicazioni. Alayna percepì la tensione nei suoi occhi, quel misto di diffidenza e attenzione che le faceva capire quanto tutto questo fosse complicato per lui. Sapeva che Victor avrebbe fatto di tutto per tenere sotto controllo la situazione, ma con la distanza e il silenzio imposti dalla missione, avrebbero dovuto trovare un modo di superare quelle barriere.

Victor e Alayna si ritrovarono nella sala operativa riservata per la loro missione, le luci fioche del monitor che proiettavano una luce blu sui loro volti. Alayna stava scorrendo i dettagli del piano sul tablet, mentre Victor, accanto a lei, la osservava con la solita espressione critica.

«Dunque,» iniziò Alayna, rompendo il silenzio, «dovrò guadagnarmi l'accesso al giro tramite un aggancio di basso livello. E tu, nel frattempo, sarai il mio... supporto a distanza.»

Victor annuì, ma senza distogliere lo sguardo dal tablet. «Esatto. Ma c'è una cosa che non mi convince,» rispose, freddo. «Lavorare in due, senza mai avere contatti diretti, significa che non potrò intervenire se qualcosa va storto.»

Alayna sospirò, trattenendo la voglia di ribattere subito. «So bene come si svolge un'operazione di questo tipo, Victor. Non è la mia prima volta sotto copertura.»

Victor inclinò la testa verso di lei, sollevando un sopracciglio con aria dubbiosa. «E saresti in grado di agire senza il minimo errore?» La sua voce era carica di scetticismo. «Sai bene che qui il minimo passo falso può costarti la vita, Alayna.»

«Mi stai dando della sprovveduta?» replicò lei, con una punta di irritazione. «Non sto certo dicendo che sarà facile, ma so cosa fare.»

Victor fece un passo indietro, senza ammorbidire lo sguardo. «Quello che sto dicendo è che non ti rendi conto di quanto sia rischioso entrare senza una copertura stabile. Quei criminali sanno distinguere chi è davvero dentro dal primo sguardo. E se sbagli, io sarò a decine di metri di distanza, senza modo di intervenire.»

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