«Forza pelandrona oggi abbiamo tante cose da fare» insiste mia madre, mentre un gran chiasso proviene dal piano di sotto.
Deve essere Bruzio con i figli, penso
Scendo frastornata e appena varco la porta della cucina, il figlio più grande di Bruzio, Bruno, mi fa un gran sorriso con la frittata mista alla pancetta che gli straborda tra i denti.
«Ci...Ciao» bofonchia a fatica. Mia madre mi guarda, vorrebbe ridere a crepapelle, ma non può, ha pur sempre un tavolo pieno di orsi affamati.
«Ciao a tutti» dico come se tutto fosse normale. Pariamo una strana famiglia di trogloditi, io ho i capelli sfatti, gli occhi mezzi chiusi, mio fratello è euforico, deve essere la compagnia. Mamma pare la nonna, si è vestita con i suoi vestiti naif e indossa almeno cinque collane con talismani magici.
«Mamma ma dove vai vestita così?»
«Uh! Non sono mai stata così a mio agio in vita mia» mi dice indossando una gioia che non le avevo mai visto addosso.
Mi siedo, li guardo e dico: «Bene, Loura sa che fate qua la seconda abbondante colazione?» Il silenzio è tale che si sente solo il mio sorso dato alla tazza di latte.
Mi guardano come se avessero paura che io potessi parlare all'orsa capa.
«Dai stavo scherzando!» e tornano a muovere le ganasce come se non ci fosse un domani; se penso a quanto siano intelligenti mi viene da sorridere, studiano tutti nella scuola pubblica con risultati eccellenti.
Il loro modo di fare di adesso, dipenderà dal fatto che sono in vacanza, o no, non lo so, so solo che incomincio a vederli come una vera famiglia.
Bruno però tento di tenerlo a distanza, credo abbia una cotta per me, non è male, ma a parte il fatto che ha un anno in meno di me, si comporta davvero come un buzzurro; lui è l'unico che ancora deve trasformarsi, sospettano che non succederà mai. Parlando con Bruzio mi ha detto che spera che non diventi come loro, almeno lui potrebbe avere una vita normale.
Alan va a giocare con il suo nuovo amico, Ted, che lui spesso chiama Teddy, guarda caso come il suo teddy bear, se solo sapesse che diventerà un orso vero, non so se ci giocherebbe più. Lui comunque è il più piccolo della cucciolata.
Bruzio ci accompagna alla montagna e mia madre inizia con i suoi insegnamenti nella stanza segreta della nonna:
«Oggi dobbiamo trattare l'ipnosi cantilena.»
«Ora cos'è questa cosa? Cosa dovrei farci? In cinque giorni ho imparato a far credere a un individuo di essersi fatto male; a fare una pozione fumentosa soporifera; a far volare gli oggetti con tre semplici parole volare ultra claustra e cioè vola oltre le barriere. Inoltre, so già come si gira il mestolo nel pentolone in base al tipo di pozione.»
Mamma mi interrompe: «Vedi ti manca ancora l'ipnosi cantilena, basterà che tu ripeta queste parole nella frase per incantare chiunque: Somnia, pulchritudo, mundi.»
«Ma non potrei dire direttamente sogno, bellezza, mondo? Il latino lo odio e poi, potrebbero rinchiudermi prima che funzioni.»
«È questo il trucchetto, devi farlo con nonchalance» ripete le parole e faccio finta di essere rimasta incantata, si spaventa e non appena si avvicina la faccio saltare dalla paura.
Ridiamo come non facevamo da un po', papà non ci chiama nemmeno più ormai, starà correndo dietro a una nuova fiamma.
Uno strano rumore risuona da dietro di me, mamma mi guarda, so che devo girarmi.
«È già arrivato?» chiedo mentre il gelo mi coglie di sorpresa, ho decisamente paura.
Apro il barattolo di vetro in cui è presente uno strano fumo rosso e in effetti c'è una pergamena che prima non c'era, è leggermente bruciata e, legato con un nastro rosso c'è un bigliettino che recita:
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Hemlock Kiss
Teen FictionTutto ruota attorno a una diatriba che dura da secoli e a un patto stilato ai tempi di Salem tra streghe e custodi d'uomini; con cui potenti congreghe di streghe hanno salvato la loro anima agendo come controllori mistici di singolari famiglie, che...