Sofia

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Apro la porta della stanza velocemente e mi infilo dentro prima che qualcuno mi veda. Mi sdraio sul letto senza forze e proprio mentre sto chiudendo gli occhi, mio padre bussa alla porta. Maledizione.

"Sofia, tra dieci minuti ti voglio nel mio studio." Almeno ha avuto la decenza di non entrare. Mi alzò di fretta, scelgo qualcosa da indossare e metto più correttore del necessario sotto gli occhi per nascondere la stanchezza. Poi mi dirigo da mio padre.

"Buongiorno." Mi siedo sulla sedia di fronte alla sua scrivania.

"La prossima settimana hai il fidanzamento con Donald." Il mondo intero mi cade addosso.

"Perché così presto?"

"Non c'è bisogno di prolungare qualcosa che deve avvenire."

"E se non accettassi?"

"Nessuno ti sta chiedendo un'opinione. Ti ho avvisata, così puoi organizzare quelle cose da donna, vestito, trattamenti, parrucchiera. Cose del genere." Come può essere così freddo e calcolatore per i suoi interessi?

"Cosa è importante per te in questa vita, papà?" Per un attimo sembra rifletterci, ma quest'uomo non sa cosa significhi amare. O forse non sa amare me.

"Sofia, che domande stupide fai? La famiglia è ovvio. Vi è mai mancato qualcosa? Ho lavorato come un matto per assicurarvi questa vita."

"Sai cosa mi è mancato? Mi è mancato un padre. La persona che doveva darmi amore, prendersi cura di me, desiderare la mia felicità. Ora che ci penso, forse mia madre ha fatto bene ad allontanarsi da te. Non sei capace di amare."

"Taci." Alza la voce, irritato.

"Non menzionare tua madre. Quella donna opportunista, va bene che secondo te io non provo amore, ma perché ti ha abbandonata?" Un dolore al petto mi toglie il respiro. È una ferita aperta che non ha mai saputo chiudersi col tempo, semplicemente, mi sono abituata a essa.

"Meriti un applauso, il grande Anthony Westerhaus, usa le armi più basse per colpire." Lui si alza dalla sua sedia e, senza preavviso, la mia testa vola di lato per il suo schiaffo. Gli occhi mi si riempiono di lacrime, ma stringo i pugni e la mascella per non farne uscire nessuna.

"Non posso nemmeno dire di essere delusa." Una risata isterica mi esce dalla bocca mentre lui alza di nuovo la mano per colpirmi, ma mi allontano in tempo.

"Non osare toccarmi di nuovo." Gli rispondo con durezza.

"Impara a mostrare rispetto. Sai chi hai davanti?" Una mostro, penso tra me e me.

"Un uomo debole e spaventato. Sei così spaventato che pensi che offrendo me per i tuoi piani raggiungerai qualcosa di grande." Lo vedo rimanere senza parole per un attimo, sgrana gli occhi; fa pensare che ho colpito nel segno. So che c'è qualcosa dietro tutto questo, e lo scoprirò anche se fosse l'ultima cosa che faccio nella vita.

"Mi dispiace rovinarti i piani, ma meglio morta che sposata per i tuoi scopi." Gli urlo con tutta la forza che ho. Mio padre, se posso ancora chiamarlo così, mi mette una mano al collo e mi spinge contro il muro. Sento che la respirazione si blocca.

"Tu, ingrata miserabile, farai quello che dico io. Io ti ho dato la vita e te la tolgo quando voglio." Le forze mi stanno abbandonando. La vista si annebbia e penso che la mia fine sia arrivata proprio per mano di colui che avrebbe dovuto proteggermi. Quando penso che tutto è finito, non sento più la sua mano sul collo. Inizio a tossire forte, le orecchie mi ronzano e sento voci in sottofondo, ma non riesco a collegarle alla realtà. Qualcuno mi solleva per le braccia e mi porta fuori dallo studio.

"Calmati tesoro. Respira lentamente." È Chris. L'unico che mi ama davvero. Cerco di riprendere il controllo e le lacrime mi riempiono gli occhi.

"Stai calma. Sono io qui. Non sei sola, Sofia. Mi avrai sempre al tuo fianco." Ti amo tanto, gli dico nella mia mente, perché non ho voce per parlare. Se fino a oggi c'era un ponte costruito sopra l'abisso nel rapporto con mio padre, oggi quel ponte è crollato in mille pezzi. Rimane solo un abisso profondo e io appesa a un filo. L'odio che provo dentro non mi lascia in pace. È diventato un mostro che vuole liberarsi per trovare sollievo, anche se il prezzo sarà alto. Ma non mi importa, lui deve pagare per tutto, per ogni lacrima che ho versato, per ogni dolore che ho provato e per il fatto che sono cresciuta troppo in fretta.

Ti giuro che il tuo giudizio finale lo riceverai da me.

"Andiamo in camera," fisso lo sguardo su Chris e noto la sua preoccupazione. Non voglio causargli problemi per colpa mia. Gli accarezzo il viso e lo bacio sulla guancia.

"Andrò da Franny per qualche giorno. Devo riflettere su cosa fare."

"Non voglio che ti allontani da me, ma forse è meglio così. Piccola mia, sai che ti amo tanto." Un sorriso mi appare sul viso.

"Se non sbaglio, io sono la sorella maggiore." Lui fissa i suoi bellissimi occhi nei miei.

"Per me sarai sempre la mia sorellina, indipendentemente dall'età. E io, come tuo fratello, ti proteggerò sempre, anche se dovrò combattere contro il mondo intero." È l'unico che mi esprime amore in questa vita.

Vado in camera e metto qualche vestito in una borsa da viaggio. Salgo in macchina e sparisco da quella casa che è stata ed è il mio inferno.

"Sofia, cos'è successo?" Franny mi guarda sconvolta. Ho dimenticato di avvisarla che stavo arrivando.

"Scusa se non ti ho avvisata, sei sola?"

"No, c'è Nick, ma non importa, entra." Con grande imbarazzo entrò nel salotto. Quanto posso essere sciocca a non averla avvisata.

"Sofia, cos'è successo?" Mi guarda preoccupata e si siede accanto a me.

"Oh, chi è arrivato..." Nick si avvicina, ma la frase gli rimane a metà quando vede il mio volto. Preoccupato, si avvicina e osserva i segni sul mio viso.

"Chi ti ha fatto questo?" Alza la voce, irritato.

"Non importa, Nick. Scusate se sono arrivata senza avvisare."

"Sofia, non farmi impazzire, mi basta la tua amica, non aggiungerti anche tu alla lista. Chi ti ha fatto questo?" Non so se dovrei dirglielo o no.

"Sofia," Franny mi riporta alla realtà.

"Mio padre." Nick si scurisce in volto per la rabbia e stringe forte la mascella, mentre Franny si alza e impreca in ogni lingua possibile camminando per la stanza. La sua reazione mi fa sorridere.

"Franny, calmati. Sto bene."

"Come puoi dire che stai bene? Ti sei vista allo specchio? Hai il collo livido, il viso livido. Non dirmi di calmarmi. Lo ucciderò quel bastardo, perché non si può chiamare uomo. Come può fare una cosa del genere a sua figlia?"

"Franny, calmati," Nick cerca di trattenerla.

"Nick, ma vedi quello che vedo io? Come puoi dirmi di calmarmi, accidenti"

"Franny, sto bene. Il dolore fisico non mi fa nulla. Nemmeno quello spirituale. È tanto tempo che ho imparato a vivere con esso, e lo sai. Ora vieni qui, ho bisogno di un tuo abbraccio." Mentre lei si lancia verso di me, vedo con la coda dell'occhio che Nick sta scrivendo al telefono. Spero che non dica niente a Vin, anche se so che sto sperando troppo.

Dopo esserci calmati tutti e tre, mi sdraio nella stanza degli ospiti . Ho bisogno di dormire. Devo pensare con lucidità a cosa fare. Chiudo gli occhi e mi perdo nelle braccia di Morfeo.

Tame my heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora