"Nick, sono in una riunione, ne parliamo più tardi." Chiudo il telefono e continuo a concentrarmi sulla riunione con i capi dipartimento della banca.

"Sofia" è tutto quello che Nick scrive nel messaggio, e la mia reazione è istintiva.

"15 minuti di pausa," dico, uscendo dalla sala e dirigendomi verso il mio ufficio.

"Parla," dico a Nick al telefono, con tono tagliente.

"Vin, devi sapere..."

"Arriva al punto, Nick, non mettermi alla prova." Sto camminando per l'ufficio come un leone in gabbia. Una sensazione di inquietudine non mi dà pace.

"Anthony ha colpito Sofia." Appena sento queste parole, agisco d'istinto. Do un calcio alla scrivania nel mio ufficio. Il rumore è così forte che si sente anche da Nick.

"Vin, sta bene. Ha solo dei segni." Respiro a fatica. Allento la cravatta, ma non serve a nulla. Non riesco a calmarmi.

"Quel bastardo, figlio di puttana, ha appena firmato la sua condanna a morte con le sue stesse mani. Lo distruggerò. Anche se è l'ultima cosa che faccio. Figlio di puttana," urlo come un pazzo. Ed è raro che io perda il controllo.

"Lo distruggerò prima e poi gli strapperò l'anima poco a poco. Dov'è Sofia? Come l'hai saputo? Ti ha chiamato lei?" Perché non ha chiamato me?

"No, è arrivata a casa di Franny. Siamo rimasti scioccati quando l'abbiamo vista in quello stato. Ma lei insiste che sta bene."

"Mandami l'indirizzo."

"Ora sta dormendo, è inutile che vieni."

"Nick, l'indirizzo, non mettere alla prova i miei nervi. E vai al magazzino, assegna quattro persone a seguirlo passo passo e due per Donald. Voglio sapere ogni loro mossa. E la spedizione che hanno inviato ieri, distruggila, vediamo quanto è forte." Chiudo il telefono e sento il sangue ribollire nelle vene. Non ho mai accettato la violenza sulle donne, ma il fatto che si tratti di lei mi acceca la vista.

Torno alla sala riunioni e accelerò il processo. Molte questioni rimangono irrisolte, ma in questo momento la mia mente è solo su Sofia.

Mentre sto uscendo dalla banca, Donald mi appare davanti. Cerco di controllarmi.

"Oh, Vin, stai andando via? Così presto? Ero venuto per darti l'invito."

"Sì, ho qualche impegno. Avevi qualcosa di urgente?" Mi guarda ridendo.

"La prossima settimana sei invitato al mio fidanzamento con Sofia." Stringo i pugni per non rompergli tutti i denti che ha in bocca.

"Grazie, ci sentiamo, sono di fretta." Mi allontano verso la macchina e mi dirigo da lei.

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"Buongiorno, sono Vin, non abbiamo avuto modo di conoscerci. Amico di Nick."

"Ah, sì, certo, entra pure. Vuoi qualcosa da bere?" Franny mi accoglie gentilmente. È una bella donna, sa scegliere il mio amico.

"No, grazie, sto bene così. Sofia è ancora a dormire?"

"Sì. Vuoi vederla?"

"Se per te non è un problema."

"Affatto. È nella terza stanza a destra. Devo uscire. Se si sveglia, per favore, puoi dirle di chiamarmi?"

"Certo." Mi saluta ed esce, e io faccio un respiro profondo, preparandomi a non reagire alla vista di lei.

Apro la porta della stanza e la trovo sdraiata di lato con i vestiti addosso, scoperta. Le metto una coperta addosso e mi siedo di fronte a lei su una poltrona vicino alla finestra. Le vedo i lividi sul collo, a forma di dita. Quel bastardo ha tentato di strangolarla. Chiudo gli occhi per controllare l'impulso di agire. Sono pronto a fargli saltare il cervello in questo istante. Ma la vendetta va servita fredda. E lui verserà lacrime di sangue per tutto ciò che ha fatto.

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