ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 𝟓 - ᴛʀᴀ ʀᴇᴀʟᴛà ᴇ ɪɴᴄᴜʙᴏ

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𝐓𝐡𝐞 𝐓-𝐊𝐢𝐥𝐥𝐞𝐫
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La luce del mattino filtrava attraverso le grandi finestre della casa sul lago, riflettendosi sul tavolo da pranzo in legno grezzo dove i BTS erano seduti. La colazione era semplice, ma abbondante : uova strapazzate, fette di pane tostato e una pila di pancake al centro, una produzione orgogliosamente orchestrata da Jin.

"non c'è niente da fare, ragazzi." Dichiarò Jin con un sorriso soddisfatto, lasciando cadere il coltello con cui stava spalmando del burro su una fetta di pane. "nessuno può battermi ai fornelli. È come un dono naturale."

Jungkook, con il volto rilassato e i capelli ancora leggermente scompigliati dal sonno, rise. "sei sicuro? La scorsa volta hai quasi bruciato la cucina." Scherzò, mordendo un pancake con avidità.

"quella era ... un'eccezione." Replicò Jin, fingendo di essere offeso, mentre gli altri ridevano sommessamente.

Tutti sembravano tranquilli, immersi nella conversazione, tranne Jimin.
Il suo sguardo era fisso su Jungkook, con la forchetta appoggiata sul piatto, dimenticata. Il rumore delle risate attorno a lui sembrava ovattato, lontano. Jungkook parlava, rideva, scherzava con Taehyung, ma Jimin non riusciva a distogliere la mente dall'immagine che lo tormentava da due notti.

Quella figura immobile, con gli occhi fissi su di lui nel buio.

Jimin sospirò, cercando di scrollarsi di dosso l'inquietudine. Ma la tensione cresceva, stringendogli il petto. Doveva sapere.

"Jungkook." Disse improvvisamente, con la voce più fredda di quanto volesse. Il brusio della conversazione si interruppe, e tutti gli sguardi si voltarono verso di lui. Jungkook alzò gli occhi, confuso.

"che c'è?" Chiese con un sorriso incerto, mentre il silenzio calava sulla tavola.

Jimin esitò, ma poi si decise. "se è uno scherzo, gradirei tu la smettessi." Iniziò, stringendo le mani sul bordo del tavolo. "perché non è affatto divertente."

Lo sguardo di Jungkook si incupì, il sorriso scomparve in un attimo. "di che stai parlando?"

"lo sai benissimo." Rispose Jimin, con un tono più deciso. "sono due notti che vieni in camera mia, e mi fissi ... in piedi, al buio. Sempre alla stessa ora."

L'atmosfera nella stanza cambiò immediatamente. La tensione era palpabile, e gli altri membri rimasero in silenzio, con gli sguardi che passavano tra Jimin e Jungkook.

Jungkook lo fissava, con il volto incredulo. "cosa? Io ... io non sono mai stato nella tua stanza di notte. Perchè dovrei farlo?"

Jimin sentì una fitta di disagio crescere dentro di lui, ma proseguì comunque. "stanotte l'hai fatto di nuovo. Mi sono svegliato e tu eri lì, a guardarmi."

Prima che Jungkook potesse rispondere, Taehyung intervenne, con la voce bassa ma decisa. "non è vero, Jimin."

Tutti si girarono verso di lui. Taehyung guardava fisso Jimin, con le braccia incrociate sul petto. "stanotte ero sveglio." Disse con calma. "e Jungkook era nel suo letto, che stava dormendo. Non si è mai alzato."

Il silenzio che seguì quelle parole fu denso, carico di incertezza e disagio. Jungkook guardò Taehyung, poi Jimin, confuso e inquieto. Jimin si sentì improvvisamente perso, come se il terreno sotto i suoi piedi stesse per cedere. Le risate della colazione erano ormai un ricordo lontano, sostituite da un senso di freddo che sembrava aver avvolto tutta la stanza.

Jimin si alzò in piedi, e la sua voce era tremante. "e allora perché l'ho visto?"

"Jimin." Taehyung lo interruppe, con la sua voce ferma. "forse era solo un sogno, te l'ho già detto. Tutto qui."

"non ci credo." Disse Jimin, agitando le mani in segno di frustrazione. "era troppo reale."

Jungkook lo fissava, con il volto pieno di preoccupazione. "non avrei motivo di farlo, Jimin. Perché dovrei spaventarti in quel modo?"

La tensione nella stanza era insopportabile. 

Jimin respirava a fatica, cercando di far quadrare i pezzi del puzzle che si stava formando nella sua mente. Non poteva negare ciò che aveva visto, ma ora tutti lo negavano. I suoi amici, le persone di cui si fidava di più, sembravano essersi schierati contro di lui.

Jimin fece un passo indietro, cercando di ritrovare la lucidità. "non capisco." Disse, con la voce tremante. "perché non potete semplicemente credermi? Sto parlando seriamente."

La conversazione si fece più intensa, e Jin tentò di riportare un po' di leggerezza, cercando di interrompere il clima pesante. "ragazzi, forse Jimin ha solo bisogno di una buona colazione. Già che ci siamo, chi vuole un altro pancake?" Ma le sue parole caddero nel vuoto.

Jimin fece una risata nervosa, quasi pazza. "che razza di scherzo è questo? Perchè davvero, Jungkook, se è così, è uno scherzo davvero crudele."

Jungkook si fece serio. "non è uno scherzo. Non c'è nulla di divertente in quello che stai dicendo."

Jin e gli altri iniziarono a convince Jimin, cercando di farlo ragionare. "era solo un sogno, Jimin. Tutti noi abbiamo brutti sogni di tanto in tanto. È normale." Disse Namjoon con un tono rassicurante.

"già." Aggiunse Yoongi. "non lasciare che un sogno ti spaventi. Siamo tutti qui, insieme. Non hai nulla da temere."

Jimin si sentì un po' più leggero, ma il dubbio continuava a tormentarlo. Forse era davvero solo un sogno. 

Jimin non disse nulla del fatto che aveva visto Jungkook nel bagno, ma quella visione lo seguiva come un'ombra. "forse avevate ragione." Mormorò, cercando di convincersi. "forse era solo un sogno. Ma era così ... reale."

E mentre i membri della band tornavano a chiacchierare e a ridere, Jimin rimase in silenzio, riflettendo su ciò che era successo. La colazione continuò, ma lui si sentiva distante, intrappolato 𝐭𝐫𝐚 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐭à 𝐞 𝐢𝐧𝐜𝐮𝐛𝐨. La giornata prometteva di essere lunga, e la sua mente era una prigione di pensieri confusi e inquietanti.

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🅣🅞 🅑🅔 🅒🅞🅝🅣🅘🅝🅤🅔🅓...✍️

𝐓𝐡𝐞 𝐓-𝐊𝐢𝐥𝐥𝐞𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora