Tutto ebbe inizio su di una galassia lontana, dove due giovani amanti per riuscire a salvarsi e tentare di continuare a vivere il loro amore sono costretti a scappare.
Talitha, come ogni anno, passare le vacanze estive alla casa al lago della nonna...
«Non devi, qualsiasi cosa accada rimarremo assieme».
«Perché l'unica soluzione deve essere questa?» La dolce voce di lei tremò appena, riusciva a stento a trattenere le lacrime.
Quella loro fuga forzata aveva il sapore di un addio, nella sua mente mille possibili scenari prendevano forma e la sua paura cresceva.
Lui le accarezzò i setosi capelli corvini, lasciandoli scivolare tra le dita, quante volte aveva fatto quel semplice gesto e solo adesso ne apprezzava la dolcezza. Le sollevò il mento e posò delicatamente le labbra alle sue, socchiudendo i suoi occhi smeraldi.
«Il nostro amore è e sarà sempre più forte di ogni difficoltà. Adesso però dobbiamo tentare questa possibilità, rimanere qui significherebbe morire».
«Non è giusto che per la loro sete di potere, dobbiamo essere noi a pagarne le conseguenze».
Abbassò il capo su cui spiccava il suo diadema di Andromeda, simbolo di chi governava quel mondo: Era tessuto in fili d'argento sottilissimi che, delicatamente avvolgevano una miriade di diamanti. Pareva che il cielo stellato fosse stato poggiato sul suo capo.
«Potrei cedere il trono» propose, nella speranza di non dover compiere quel passo.
«Sai che non servirebbe a nulla mia stella» la strinse a sé, affondando il viso e inebriandosi del profumo delicato che emanavano i suoi capelli, gli ricordava i fiori del nespolo.
Purtroppo aveva vagliato ogni possibilità, dopo che era stato informato del tentativo di far cadere l'imperatrice. Purtroppo chi aveva architettato il tutto aveva l'appoggio di diversi Astri e i suoi informatori avevano concordato tutti sul fatto che, a questo gruppo sovversivo non bastava impugnare il governo del loro mondo, ma volevano estirpare e distruggere per sempre la linea di sangue degli Altair.
Come capo delle guardie era suo dovere proteggere a costo della propria vita i reali, ma lei, la sua stella, era l'unica rimasta in vita della sua famiglia, divenendo quindi l'ultimo ostacolo a quel loro malvagio e perverso piano di dominio.
Gli occhi blu notte di lei s'incatenarono ai suoi verdi, come la prateria in cui cavalcavano.
«Se credi che sia l'unica cosa giusta da fare, ti seguirò».
Achemar si svestì dell'armatura, rimanendo con i calzoni attillati e la casacca, al collo portava il ciondolo che rappresentava il simbolo della sua casata, una stella a nove punte, glielo aveva donato quando gli disse che lo amava, pegno del suo cuore per l'eternità.
Adhara sorrise appena, ma il luccichio nei suoi occhi tradiva il suo stato d'animo.
Ciò che stavano per compiere era sì l'unica cosa da poter fare, ma era anche pericoloso. Non sapevano cosa li aspettasse dall'altra parte e cosa peggiore, se si sarebbero ritrovati.
Canopo, il druido, era riuscito a riattivare il portale per permettere loro la fuga, avvisandoli che però ci sarebbero potute essere delle conseguenze, il portale non era usato da millenni, e nessuno poteva garantire la riuscita della loro fuga.
Per riuscire a sopravvivere e poter continuare così ad amarsi, quella era la loro unica possibilità.
Uscirono dalla sala del trono, così vuota e silenziosa Adhara non l'aveva mai vista, sembrava quasi che tutti fossero scappati dal castello. In realtà erano all'esterno, a festeggiare la venuta del nuovo anno, la festa si teneva nell'immenso parco che avvolgeva il castello.
Erano riusciti a sfuggire alla folla grazie al fatto che avrebbe dovuto farse il cambio d'abito per la benedizione.
Canopo, il vecchio druido, li attendeva nella stanza del portale. Una sala rotonda, al cui centro vi era una vasca di marmo, senza decorazioni, colma d'acqua.
Levò le braccia tatuate in direzione dell'acqua che iniziò a brillare, come se al suo interno vi fossero migliaia di stelle. Cantilenava in una lingua sconosciuta, alzando sempre più la voce.
I due amanti entrarono nella vasca disponendosi al centro, tenendosi per mano, senza guardare altro che i loro occhi, come se ciò li potesse legare per sempre, indissolubilmente e garantire che tutto sarebbe andato bene e si sarebbero ritrovati anche dall'altra parte.
Le scintille lentamente si sollevarono, avvolgendoli delicate in un abbraccio di luce.
«Ci amiamo qui e ora ...» Sussurrò Achemar.
«... Ci ameremo altrove e sempre» terminò Adhara che, sollevandosi sulle punte lo baciò, voleva imprimere nella sua mente il suo sapore, il suo respiro, il tocco delicato delle sue labbra, le dita che si intrecciavano.
I due amanti svanirono.
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🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟 Spazio autrice 🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟
Ciao a tutt3, quando mi parte un idea devo seguirla, così come si fa con il ❤️. Ho iniziato così questa storia, dove spero di riuscire a rappresentare l'amore quello puro, intenso, che supera ogni ostacolo. Che va oltre lo spazio, il tempo e un destino che sembra avverso. Spero che questo inizio vi intrighi, ditemi cosa Ve ne pare. ❤️❤️❤️❤️❤️buona lettura ❤️❤️❤️❤️❤️
🔥❤️🔥❤️ Riconoscimenti ❤️🔥❤️🔥
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