Tutto ebbe inizio su di una galassia lontana, dove due giovani amanti per riuscire a salvarsi e tentare di continuare a vivere il loro amore sono costretti a scappare.
Talitha, come ogni anno, passare le vacanze estive alla casa al lago della nonna...
Rigel si stava rivestendo, seduto sul bordo del letto, la maglietta tra le mani e lo sguardo perso come a cercar di riuscire a vedere qualcosa oltre la finestra dalle tende verdi tirate.
La camera in penombra lasciava intravedere il corpo di Alhena coperta fino alla vita dal lenzuolo, i lunghi capelli biondi incorniciavano la sua figura come una cascata di luce dorata. Il viso ovale, le labbra carnose, gli occhi nocciola, le forme sinuose. Era davvero una bella donna, Rigel stava bene durante il tempo passato con lei, quando facevano l'amore a volte, gli pareva di provare qualcosa in più di un semplice affetto, ma una volta terminato, quando quell'illusione svaniva, i suoi demoni tornavano a parlare nella sua testa. Gli sussurravano che era tutto sbagliato, che sarebbe dovuto scappare, che non era la cosa giusta da fare.
Scappare da chi, da cosa? Rigel dopo aver finalmente trovato la pace a casa di Maia, si era illuso che fosse tutto finito, che quelle voci finalmente lo avrebbero lasciato in pace. Tuttavia, se adesso non lo tormentavano più nella ricerca di un luogo da considerare casa, avevano cominciato a roderlo dentro, ripetendogli di trovarla, cercarla, che soltanto lei sarebbe stata quella giusta.
Trovare chi? Non ne aveva la minima idea.
A volte nei suoi sogni gli sembrava di averla accanto, sentiva la sua voce, percepiva il suo dolce profumo, la cercava, la rincorreva. Una fitta nebbia però avvolgeva tutto, impedendogli di vedere, di riuscire a scorgere anche un solo piccolo particolare di lei che gli sfuggiva, era sempre più distante, finché non si ritrovava da solo, al buio e si risvegliava, madido di sudore a urlare un nome che subito dopo gli scivolava via dalla mente e per quanto si sforzasse, non riusciva più a ricordarlo.
Possibile che dovesse trovare lei? Stava forse impazzendo, cercare una donna che non esisteva tranne che nei suoi sogni, un miraggio, un fantasma, l'illusione di un amore che non avrebbe mai trovato con nessuna donna su questa terra.
Con il cuore dolorante e la mente confusa ripensava al suono cristallino della sua risata, era così dolce ma capace di procurargli tanto tormento da sentire nuovamente la rabbia ritornare, ma lei non poteva averla vinta, non questa volta, non sarebbe più scappato quella era casa sua e sarebbe rimasto, lo doveva a Maia, che lo aveva cresciuto come un figlio e a Talitha.
Sorrise al pensiero di quanto fosse forte il legame che li univa, sapeva che non ci sarebbe mai potuto essere nulla di simile con nessun'altra, tuttavia non poteva amarla, lei era cos' giovane, perfetta in tutto ciò che faceva, lui invece era un disastro.
Alhena si rigirò nel letto, distendendo le braccia :«Te ne vai già?».
«Sì, ho del lavoro da finire».
«Perché quando hai terminato non torni e passiamo la notte assieme» disse abbracciandolo e tirandolo a sé.
Rigel la afferrò per le mani e s'irrigidì, non gli andava di restare un solo minuto in più in quella casa. Si sentiva in colpa verso di lei, la stava trattando come un passatempo, come tutte le altre, quella ricerca costante di cercare la donna giusta, di trovare "lei". Lo spingeva a non fermarsi, a non trovare pace tra le braccia di nessuna.
Si alzò e infilò la maglietta :«Scusa si è fatto tardi, devo andare» le diede velocemente un bacio sulla fronte, afferrò le chiavi sul comodino e la lasciò da sola, nel letto, dove le aveva detto parole dolci, che in realtà avrebbe desiderato sussurrare all'orecchio di un'illusione.
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