Impugnò la spada e con lo sguardo percorse la lama, argentea e lucida.
Fissò il suo riflesso negli occhi, scuri come corteccia bagnata, gli stessi di sempre che guardava nello specchio prima di una cena o di un ballo.
Ma avevano una luce diversa, un luccichio sinistro...La spada s'illuminò, risplendendo lungo i bordi e vibrando.
Le diventò difficile anche solo impugnarla, e l'abbassò di colpo, ansimando per lo sforzo.
Improvvisamente un'idea come per magia le ronzò nella mente, si propagò nelle sue vene, come un veleno: lei doveva fermarlo.
Iniziò a marciare, allontanandosi dal bosco, e incamminandosi per il sentiero sterrato ben delineato, che portava al grande cancello del castello.
Questo da lontano appariva misterioso e potente, sinistro e appariscente.
Ma per Gwen non aveva nessun potere ammaliante, perchè per lei era stato la sua prigione per tutti quegli anni.Come ad assecondarla, la spada divenne più leggera permettendole un viaggio tranquillo e veloce, senza ostacoli.
L'espressione dura e decisa della principessa, e l'enorme spada che impugnava avvisarono subito le guardie ai grandi portoni, che provarono ad ostacolarla e ad impedirle il passaggio.
Ma con qualche colpo, nonostante la sua goffagine data dall'incapacità nel combattimento, riuscì a metterle KO e ad aprirsi un varco.
Avanzava senza paura, decisa a mettere fine a quell'agonia.
Sapeva che suo padre era un problema per tutti i nobili a palazzo, oltre che per i cittadini e la sua famiglia, nonostante nessuno avesse mai avuto il coraggio di ammetterlo.
Ma era arrivato il momento di fermarlo, perché Gwendalyn non avrebbe sopportato oltre.
Approfittando del potere della spada e del segreto appoggio di tutti coloro che la circondavano, la principessa avrebbe colto l'occasione per mettere fine a quel regno malvagio.
Camminò con passo fermo e deciso per gli infiniti corridoi del palazzo, tutti identici in oro, con quadri appesi e decine di porte, che si diramavano per l'intero castello come vene.
Nessuno le si avvicinava, nessuno la ostacolava: era invincibile.
Gli sguardi curiosi dei passanti celavano ammirazione e muti ringraziamenti, che le infusero altro coraggio.
Gwendalyn non sapeva se fosse grazie alla spada che aveva finalmente trovato animo per compiere la mossa decisiva, ma sentiva che la fine era vicina.
La fine del padre, che era l'inizio per il regno.Sorrise al pensiero del futuro che avrebbe costruito, mentre si dirigeva verso la sala del trono, che si trovava nel piano centrale.
Attraversò lunghi corridoi, salì numerosi gradini e svoltò svariati angoli, finchè non si ritrovò davanti al grande portone in legno, decorato con ghirigori e con i manici in oro.
Prese un lungo respiro, chiudendo gli occhi, e la spada vibrò nuovamente, come ad incitarla.
Annuì con la testa, come se l'arma potesse vederla e raccogliendo tutte le forze aprì la porta, con immenso sforzo, date le dimensioni e la pesantezza del materiale.Il padre era lì, spavaldo sul suo trono, e la guardava con sguardo di sfida.
Sorrideva, come a sottovalutare la sua avversaria, compiaciuto di avere un po' di movimento a palazzo.
Le faceva schifo.
Vedeva nei suoi occhi la sete di potere, mentre malizioso si sistemava piu comodo come se pronto a vedere uno spettacolo.
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𝕽𝖊𝖕𝖊𝖓𝖙𝖆𝖈𝖊 - Sangue Reale
Fantasi☆COMPLETA☆ Come ci si sente ad essere la figlia disprezzata, odiata ed indesiderata dal padre? E se quello stesso padre fosse il re? ꧁☆♛☆꧂ (Frase dal Libro) ☆Gli occhi erano invasi dalle lacrime che le offuscavano la vista, permettendogli solamente...