La voce delle ombre

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La biblioteca di Astraea è avvolta in un silenzio quasi sacro, e qui mi sento sempre protetta, come se le mura antiche custodissero segreti millenari. Gli altri studenti sono già andati via; sono sola, immersa in questo oceano di libri. Una tranquillità che mi permette di allontanarmi dai miei pensieri, dai sogni confusi che mi tormentano ogni notte.

Sto sfogliando un libro antico, cercando di interpretare antichi simboli angelici che sembrano riecheggiare un frammento della mia anima. Ma un rumore alle mie spalle mi fa sussultare. È sottile, come un soffio di vento, ma abbastanza da farmi alzare lo sguardo. Istintivamente, mi nascondo tra due scaffali, tenendo il respiro. Dalla mia posizione intravedo Alexander.

Il cuore mi batte più veloce, e per un istante mi sento sollevata nel vederlo. Ma subito mi accorgo che non è solo. Accanto a lui c’è una figura scura, un uomo dall’aspetto sinistro che sembra emergere dall’ombra stessa. Ha un’aria inquietante, un aspetto quasi umano, ma c’è qualcosa di profondamente sbagliato in lui. La sua pelle è troppo pallida, i suoi occhi scuri e vuoti come pozzi senza fondo, ma il sorriso... quel sorriso mi fa gelare il sangue nelle vene.

Mi avvicino un po’, cercando di capire cosa stia succedendo. Alexander sembra stranamente teso, come se stesse cercando di mantenere il controllo. Osservo l’uomo fare un passo avanti, piegandosi leggermente verso di lui. Le parole che seguono sono quasi un sussurro, ma riesco comunque a sentirle, come una lama che taglia l’aria.

«Allora, Alexander… non ti fa piacere rivedermi? Non mi hai ancora detto nulla della tua cara Clary…» dice l’uomo, con una voce melliflua, carica di veleno.

Alexander non risponde subito, e noto una tensione nel suo corpo, come se stesse lottando per contenere una rabbia che minaccia di esplodere. La sua voce è dura quando finalmente risponde: «Lei non ha niente a che fare con te.»

Il demone sorride, un sorriso crudele che lo fa sembrare ancor meno umano. «Oh, ma non è così. Lei è proprio tutto ciò che hai. E io sono qui per rivelarle chi sei veramente.»

Mi sento gelare al pensiero che questo essere conosca Alexander così a fondo, che sappia cose su di lui che persino io ignoro. Vorrei intervenire, farmi avanti e dire qualcosa, ma è come se una forza invisibile mi trattenesse, come se il mio corpo si rifiutasse di muoversi. E il demone inizia a parlare di nuovo, questa volta con uno sguardo che sembra perforare le difese di Alexander.

«Tu sai cosa sei, vero?» dice il demone, quasi divertito. «Un mostro che non merita nulla, soprattutto non lei. Clary dovrebbe sapere chi è la persona con cui si accompagna, chi è veramente.»

In quel momento, Alexander mi sembra quasi più fragile. C'è una crepa nel suo sguardo, una piccola ombra che non gli avevo mai visto prima. E prima che possa fare qualcosa, il demone si gira verso di me, come se sapesse di essere stato osservato fin dall'inizio.

«Ah, Clary,» dice, avvicinandosi con passi lenti, calmi, come un predatore che sa di aver già catturato la sua preda. «Finalmente ti vedo in prima persona. Immagino che Alexander non ti abbia mai raccontato cosa è veramente, cosa nasconde dentro di sé.»

Mi sento esposta, vulnerabile sotto il suo sguardo, ma faccio un passo indietro, mantenendo una parvenza di coraggio. «Non ho niente da ascoltare da te,» gli rispondo, cercando di mantenere la voce ferma.

Lui ride, un suono basso e gelido. «Davvero? E pensi che Alexander sia solo una vittima? Hai mai considerato la possibilità che sia proprio lui a essere il mostro in questa storia?»

Il mio cuore si ferma per un attimo, e in quello spazio di esitazione, il demone continua a sussurrare, riempiendo il mio cuore di dubbi. Mi racconta di vite distrutte, di tradimenti, di ferite che Alexander avrebbe inflitto a chiunque lo amasse. Le sue parole sono come veleno che si diffonde, insinuandosi in ogni crepa, in ogni dubbio che ho mai avuto.

«Alexander non è ciò che pensi,» mi dice. «È destinato a distruggere tutto ciò che tocca, e tu non farai eccezione. Prima o poi ti trascinerà giù, Clary, e tu non potrai far altro che guardare mentre il mondo intorno a te crolla.»

Guardo Alexander, sperando di vedere una smentita nei suoi occhi, una prova che quelle parole sono solo menzogne. Ma lui è lì, immobile, lo sguardo abbassato, come se non avesse la forza di guardarmi. È come se il peso di ogni parola lo avesse inchiodato a terra.

«Alexander…» mormoro, cercando di trovare il suo sguardo, di cercare un appiglio a cui aggrapparmi. Ma lui rimane in silenzio.

Il demone si avvicina ancora di più, e stavolta le sue parole sono rivolte solo a me. “«Puoi ancora andartene, Clary. Lascia Alexander al suo destino e salva te stessa.»

In quel momento, sento il mio cuore spezzarsi. Il demone sorride, soddisfatto di avermi insinuato il dubbio. Ma poi, mi guardo dentro, e trovo una fiamma che non si è spenta, una convinzione profonda, una fede che va oltre ogni ombra.

«Non mi lascerò ingannare da te,» dico, la mia voce più forte di quanto mi aspettassi. «Alexander non è un mostro, non importa cosa tu voglia farmi credere.»

Il demone si ferma, il suo sorriso che si spegne per un istante, sorpreso dalla mia resistenza. Ma poi, con un ghigno, svanisce nelle ombre, lasciando solo un sussurro che riecheggia nell’aria: «Vedremo, Clary. Vedremo.»

Quando finalmente il demone è sparito, mi avvicino ad Alexander, e trovo il suo sguardo, incerto, ferito, come se temesse il mio giudizio. Ma io non ho dubbi. Prendo la sua mano e stringo forte, facendo capire che non lo lascerò andare, non importa quante ombre il demone possa evocare.

«Non sei solo,» gli dico. «Non lo sarai mai.»

Alexander spalancò gli occhi e senza dire una sola parola se ne andò via, uscendo dalla biblioteca. Cercai di inseguirlo ma in un attimo, appena uscì fuori, volò via con le sue enormi e potenti ali nere.

The Whisper of the StarsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora