Gioco di Destini

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Il bosco di Tenebris si estendeva davanti a me come un labirinto di ombre e silenzio. Le fronde degli alberi si intrecciavano in alto, bloccando gran parte della luce del sole e creando un'atmosfera quasi eterea, inquietante. Avevo sentito storie su questo luogo: leggende narrano di angeli e demoni che si sfidavano per il dominio del regno. Ma il mio scopo era diverso. Dovevo trovare l'antico artefatto che si diceva potesse aiutare a mantenere l'equilibrio tra la luce e l'oscurità.

Camminando, ogni passo sembrava rimbombare nel silenzio del bosco. L'aria era fresca, ma il mio cuore batteva forte, Come se volesse fuggire dal mio petto.
Nonostante la mia determinazione, un senso di paura mi attanagliava, e un pensiero inquietante mi attraversò la mente: cosa avrei fatto se fossi inciampata in qualcosa di più pericoloso di un semplice artefatto?

Mentre continuavo il mio tragitto, il fruscio delle foglie sotto i miei piedi si mescolava al sussurro del vento tra gli alberi. Mi fermai per un momento, chiudendo gli occhi e cercando di percepire l'energia che circondava quel luogo. Era come se le radici degli alberi nascondessero segreti antichi e potenti, e io ero solo una piccola intrusa in un mondo che non comprendevo.

Un rumore improvviso mi fece sobbalzare. Mi voltai di scatto, ma non c'era nulla a parte il movimento delle fronde. Forse la mia mente stava iniziando a giocarmi brutti scherzi. Continuai a camminare, il cuore che batteva sempre più forte.

Poi, mentre mi avvicinavo a un enorme albero, con le sue radici contorte che emergevano dal terreno come serpenti, sentii un'altra vibrazione. Questa volta, la radice si muoveva davvero. Non avevo il tempo di reagire; inciampai e stavo per cadere quando una figura emerse dall'oscurità, afferrandomi per la vita.

«Dovresti stare più attenta angioletto» disse una voce bassa e profonda.

Mi girai di scatto, il respiro bloccato. I miei occhi incontrarono quelli di un angelo, ma non era un angelo come quelli che conoscevo. Le sue ali nere si stagliavano contro il verde intenso del bosco, avvolte in un'aura di mistero e oscurità. La mia mente si bloccò per un attimo, incapace di elaborare ciò che stavo vedendo. Era affascinante e inquietante allo stesso tempo.

«E tu chi sei?» chiesi, cercando di mantenere la mia voce ferma,
ma sapevo che non ci sarei riuscita. Le mie parole erano cariche di vulnerabilità che non avrei voluto mostrare.

«Non è importante che tu sappia chi io sia» rispose, il suo sguardo intendo sembrava penetrare nella mia anima. «Tu sei Clary, giusto?»

Sorpresa,annuii lentamente. «Si-i. Come fai a saperlo?»

«Ho sentito il tuo nome sussurrato nel vento. Questo bosco ha una voce sai angioletto, e racconta storie a chi sa ascoltarle.»

Un brivido mi percorse la schiena. Cosa significava tutto questo? Chi era davvero, perché stava davanti a me? «Cosa stai facendo qua?» chiesi, cercando di capire le sue intenzioni.

Fece un passo indietro, lasciandomi respirare. «Non dovrei essere qui. Il mio posto è altrove, ma una forza mi ha spinto a venire fino a qui».

«Che cosa significa?» chiesi con un timbro di paura, non sapevo chi fossi o cosa volesse da me.
«Non lo so ancora angioletto»rispose e
i suoi occhi si fecero sempre più scuri. Rabbrividì perché all'interno di quella oscurità, si nascondeva una scintilla di azzurro, simile a un cielo tempestoso appena illuminato da un lampo.

«Intendo scoprirlo. Questo bosco è un luogo di connessione, dove la luce e l'oscurità possono trovarsi e affrontarsi.»
Mentre parlava, l'aria si fece densa di tensione. La sua presenza era avvolgente, e sentii una scossa immediata, come se le nostre anime si stessero per battere in duello all'ultimo sangue.

Dentro di me sapevo che fosse un angelo dell'oscurità e questo mi preoccupava ma decisi di chiederglielo. «Sei...un angelo caduto?» chiesi con la paura che possa reagire diversamente da come me lo immagino.

«Esatto angioletto, questo ti crea disagio» mi guardò e al termine della frase fece un sorrisetto, come se volesse punzecchiarmi. Aveva accolto la mia paura.

«No-o, no. Ma il mio nome è Clery» cercai di farmi vedere con più controllo e determinazione anche se dentro di me sentivo solo caos.

«Sai che puoi cambiare il tuo destino e non essere un angelo caduto» strinsi i pugni ed esposi la mia opinione. «Tutti possono farlo, anche gli angeli».

Fece un passo verso di me, e il suo sguardo si fece più serio, in un secondo il suo sorrisetto scomparve. «E tu? Sei disposta a lottare per cambiare il tuo destino?» mi sussurro all'orecchio, un brivido mi attraversò in tutto il corpo.

L'angelo senza dire nulla spalancò le sue magnifiche ali nere corvino e tra le foglie del bosco Tenebris scomparve.

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