The Whisper of the Stars

Il giardino delle stelle

L’aria era frizzante quella sera, e il cielo si tingeva di un blu profondo, punteggiato da milioni di stelle scintillanti. Mentre mi avvicinavo al giardino delle stelle, il peso del mio cuore aumentava. L'incontro con Malkar nella biblioteca aveva lasciato un segno indelebile sulla mia anima, un senso di colpa che sembrava impossibile da rimuovere. Sapevo che Clary non meritava il mio conflitto interiore, ma ogni volta che pensavo a lei, il mio cuore si stringeva per la paura di farle del male.
Quando entrai nel giardino, il profumo dei fiori notturni si mescolava al dolce fruscio delle foglie. I riflessi argentati della luna danzavano sulla superficie delle piante, creando un'atmosfera incantevole e surreale. Clary era già lì, seduta su una panchina di legno, con gli occhi fissi verso il cielo, come se cercasse risposte tra le stelle. La sua presenza era un faro luminoso nella mia oscurità, eppure non potevo ignorare l’ombra che avevo portato con me

«Clary,» la chiamai, e la sua testa si girò lentamente verso di me. La mia voce tremava, carica di emozioni che faticavo a esprimere. «Posso unirmi?» domandai.

«Certo,» rispose, il suo tono neutro rivelando una distanza che mi colpì come un pugno allo stomaco. Si spostò leggermente, facendomi spazio accanto a lei, ma l'aria tra di noi era densa di tensioni.

Mi sedetti, cercando di trovare le parole giuste. Ogni scusa sembrava banale, ogni tentativo di spiegazione si infrangeva contro il muro della mia ansia. «Mi dispiace per quello che è successo in biblioteca,» dissi infine. «Non avrei dovuto coinvolgerti.»
«Non puoi controllare tutto, Alexander,» rispose lei, guardando di nuovo verso le stelle. «Ma questo non significa che non ci sia un prezzo da pagare.»

Le sue parole mi colpirono, e mi resi conto di quanto fosse difficile per lei gestire la mia presenza, ora così carica di segreti e di ombre. «Non voglio che tu ne paghi per le mie scelte,» dissi, la mia voce rotta dalla frustrazione e dalla preoccupazione. «Tu meriti qualcosa di meglio.»

«Ma cosa?» chiese, alzando lo sguardo verso di me. «Cosa posso avere quando sei costantemente assente, anche quando sei qui?»

La sua vulnerabilità mi fece male, e mi resi conto che non avrei mai potuto essere completamente presente finché Malkar continuava a minacciarmi. Ma volevo che Clary sapesse che era speciale, che era lei il motivo per cui continuavo a combattere, da quando ci siamo incontrati per la prima volta, ho trovato la forza che stavo tanto cercando.

Guardai le stelle sopra di noi, cercando un segno, un indizio su come affrontare la situazione. «Voglio che tu sappia che ti rispetto, Angioletto.» dissi con un leggero sorriso per smorzare la situazione.
«Ci sono cose in me che non puoi comprendere ancora, ma non voglio perderti.»
Un silenzio carico di tensione seguì le mie parole. Clary si girò, i suoi occhi azzurri brillanti di una luce intensa. «E se io voglio conoscerle? Alexander, voglio capire, voglio aiutarti.»
Il mio cuore si strinse. «E se non ti piacerà quello che scoprirai? E se una volta detta la verità anche tu penserai che sono un mostro?»

«Non lo sapremo mai, se non me lo dici,» rispose con determinazione, la sua voce ferma e chiara. «Voglio affrontare le ombre insieme a te, se me lo permetti.»

In quel momento, mi resi conto che le stelle sopra di noi, scintillanti e lontane, non erano più solo una metafora del nostro rapporto. Erano testimoni del nostro legame fragile, ma pur sempre presente. Con un respiro profondo, decisi di abbattere le mura che mi avevano tenuto distante.

«Va bene,» dissi, la mia voce quasi un sussurro. «Ti dirò tutto.» Mi arresi, meritava di sapere perché la tenevo così lontana.

E così, sotto lo stesso cielo, iniziai a raccontarle della mia vita, delle mie paure e delle ombre che mi perseguitavano, mentre le stelle brillavano sopra di noi, come custodi silenziosi delle nostre rivelazioni.