Si svegliò nella sua stanza, i primi raggi di un sole pallido le sfioravano il volto. Si mise a sedere sentendo i muscoli indolenziti e un dolore lancinante alla testa, ma non importava. L'Ibrido era stato creato, solo questo contava. Nella nube inarticolata dei suoi pensieri avvertì una presenza estranea ma allo stesso tempo familiare. Senza aspettare oltre si alzò in piedi e barcollò fino al bagno. Non appena si mosse notò che tutto intorno a lei si svegliavano le fate. Alcune si alzarono in volo e le si avvicinarono, altre batterono fiaccamente le ali, ancora stordite dal banchetto di sangue.
Sedette sullo sgabello e guardò la sua immagine riflessa nello specchio. Per la prima volta da quando aveva memoria, ciò che vedeva corrispondeva alla realtà. Era molto pallida e i capelli erano arruffati, ma non era cambiata molto. I suoi lineamenti erano rimasti gli stessi, solo gli occhi erano diversi. Le iridi quasi nere a cui era abituata avevano lasciato il posto a un candore vitreo e non riusciva a fermare il moto frenetico delle pupille.
"Così siamo insieme, ora" sussurrò.
Sapeva che sarebbe successo, aveva desiderato quell'unione con tutta se stessa ma constatarla sul suo stesso viso la scosse.
"Hai paura?" chiese una voce asciutta nella sua mente.
"No" rispose Lara. "Sono felice."
"Ci fa male la testa, dobbiamo prenderci cura del nostro corpo."
"Lo so."
"Assumi un farmaco, poi dovremo mangiare."
"Sì."
In un attimo era di nuovo in piedi, sorretta da una volontà più forte della sua. Iniziò a frugare nella scatola delle medicine alla ricerca di ibuprofene ma si bloccò di colpo.
"Aspetta" disse. "Lo specchio."
Corse fuori dalla stanza con indosso solo la veste da notte e sgattaiolò per i lunghi corridoi, con le fate che la seguivano pigramente. Scese le scale ed entrò nel salone deserto.
Lo specchio era stato riportato lì, incrostato di sangue ormai secco che lasciava intravedere ciò che stava dall'altra parte. Lara rimase dritta davanti ad esso, nel salone immerso nella penombra, guardando a occhi sgranati gli incendi e la desolazione. Sulle praterie sconfinate s'intravedevano carovane di profughi ed eserciti in marcia. Quand'era bambina quelle visioni di campi e distese erbose l'avevano spaventata. I paesaggi erano immensi, troppo grandi. Il verde era troppo cupo e le montagne troppo ripide. Ora, invece, provava pietà. Ora che sotto il suo sguardo il Mondo Specchio veniva scosso dalle fondamenta senza che alle sue orecchie giungesse alcun suono.
Passarono alcune ore e Lara non mosse un muscolo. Infine, con rapidità indolente, lo specchio si oscurò e tornò ad essere un'antica superficie riflettente.
Suo zio avrebbe pensato a tutto, una fase di transizione era stata prevista, ci sarebbero state delle vittime, non si poteva pensare di mettere in atto un cambiamento epocale senza pagare un prezzo.
Lara rimase immobile, a fissare la propria immagine. Era una figura snella dai capelli corvini. Gli occhi erano del colore del ghiaccio e tutto intorno a lei sciamavano le fate mosche. "Siamo insieme, ora" sussurrò, senza poter definire chi esattamente avesse parlato.
Gettò un'ultima occhiata allo specchio, il terrore di un tempo lontano quanto il mare, e gli voltò le spalle. Le fate frinivano di gioia.
🪞 Autrice a fine capitolo 🪞
La fusione di Lara con l'Ibrido è completa, ma cosa comporta questa unione? I suoi occhi, il suo sguardo e anche i suoi pensieri non sono più solo suoi (forse?). 🌀 Lo specchio riflette non solo un altro mondo in rovina, ma anche la consapevolezza del prezzo da pagare per un cambiamento epocale.
✨ Domande per voi lettrici e lettori: Come mi sembra la nuova Lara? È ancora lei, o è qualcosa di diverso? E quel Mondo Specchio devastato: è una minaccia o una possibilità?
- Isa T. Green
🌙
STAI LEGGENDO
Ibrido
Paranormal"Non esistono più il mondo umano e il mondo specchio: esiste solo l'Ibrido." )) Nuovi capitoli tutti i venerdì! (( Vera si trasferisce a Torino per l'università, ma quando entra in una casa condivisa con Lucia, una ragazza dal forte legame con il pa...