Vera si trovava nel corridoio del suo nuovo appartamento. Decise di ignorare la coinquilina che salmodiava qualche preghiera pagana in salotto e aprì la prima porta. Sbirciò dentro. Pareti viola, copriletto nero, un grosso baule e statuette di gnomi e fate dappertutto. Doveva essere la camera della sua nuova coinquilina Lucia. Interessante, senza dubbio. Le ricordava un po' la stanza di sua cugina Nicoletta, anche se era decisamente più kitsch.
La seconda porta era quella del bagno. Abbastanza spazioso, con un bel box doccia. Questo migliorò subito il suo umore. "Io e te ci vedremo presto" bisbigliò con un sorriso a 32 denti.
La terza porta dava su una stanza abbastanza vuota. C'era un letto con lenzuola, cuscino e coperte piegate in modo ordinato. La scrivania era grande, così come l'armadio, constatò Vera con gioia, e al posto della libreria c'erano scaffali attaccati in modo asimmetrico su tutte le pareti. Doveva essere una casa di lettori, pensò. Le fece piacere, anche se purtroppo aveva potuto portare con sé solamente una manciata di romanzi: Twilight; L'ora delle Streghe; Il diario del vampiro. La maggior parte dei suoi preziosi libri era rimasta a casa degli zii perché ovviamente non poteva portarseli dietro tutti, anche se le sarebbe piaciuto. Però forse poteva cercare un mercatino dell'usato e rimediare nei giorni successivi. Non c'era niente che la facesse sentire calma e in pace con se stessa come un bel romanzo e la musica nelle cuffie.
Sentiva in salotto la voce della sua coinquilina che declamava invocazioni. Fantastico, un'altra Wiccan, pensò. Sperò con tutta se stessa che Lucia fosse una strega bianca, ma c'era poco che potesse fare, al momento, per scoprirlo. Lasciò il trolley in un angolo e venne attratta dalla finestra. Aprì le ante coperte da tende colorate e sorrise vedendo il fiume che scorreva rapido sotto di lei. Le diede una sensazione di pace. Tutto scorre, pensò. Anche la mia vita, e adesso sono qui.
Nel calore dell'ultima aria dell'estate iniziò a disfare la valigia.
Con molta cautela, Vera prendeva i capi del suo guardaroba Autunno-Inverno e li disponeva nell'armadio, ordinati secondo modello e colore. Quando ebbe finito l'armadio era ancora quasi vuoto. Lo fissò con disappunto, calcolando la data del successivo viaggio a casa per un secondo carico, e passò alle scarpe. Anfibi, ballerine, un solo paio di tacchi alti, ciabatte di Betty Boop. Aveva dovuto lasciare indietro gli stivali e le scarpe da ginnastica, ma tutto sommato erano vecchi e poteva comprarne dei nuovi, pensò con un sorrisetto. Sempre che le bastassero i soldi. Aveva già pensato di cercare un lavoretto part-time, ma ogni cosa a suo tempo, le avrebbe detto Nicoletta.
A tratti tendeva l'orecchio cercando di capire cosa stesse combinando la sua coinquilina. Da un po' le sembrava di non sentire più nulla, così sgattaiolò in corridoio per controllare. Lucia era inginocchiata davanti al piccolo altare, assorta in una preghiera silenziosa. Vera non poteva fare una stima esatta della sua corporatura, ma a occhio e croce sembrava bassina e rotonda. Aveva dei capelli castani lunghi e mossi, delle unghie perfettamente laccate di rosso e una buona dose di gioielli gotici distribuita tra collo, polsi e dita.
Vera fece un sospiro. Sembrava che in un modo o nell'altro quella spiritualità pagana l'inseguisse. Prese a rosicchiarsi le unghie e tornò nella sua stanza per disporre in libreria i suoi romanzi preferiti. Si rese conto di aver messo in valigia anche L'ombra dello scorpione di Stephen King e decise di rileggerlo alla prima occasione.
Dal momento che la sua coinquilina strega non accennava a muoversi, prese possesso del bagno. Invase ogni spazio libero con creme e profumi, tonici per il viso e cosmetici, spazzole, schiume, cere, filo interdentale e dentifricio. Perfetto. L'unico problema era che nella porta non c'era la chiave. Pensò che tra coinquiline vigesse la regola del bussare e senza pensarci oltre si gettò sotto la doccia. Il box era bello largo e l'acqua scorreva calda e regolare. Forse era un retaggio dell'infanzia, perché sua nonna le aveva ripetuto all'infinito che bisognava sempre essere pulite e profumate per affrontare il mondo, ma la doccia e la cura del corpo la facevano sentire bene, come se avesse il controllo della sua vita.
Uscì molto più serena e si piazzò davanti allo specchio. Si lasciò cadere ai piedi l'accappatoio e iniziò l'esame del viso. Sistemò le sopracciglia, applicò un tonico e una crema idratante e si spazzolò i capelli. Aveva un perfetto caschetto biondo cenere con frangia. Si spalmò una crema per il corpo e asciugò i capelli in una piega disordinata. Si sfiorò con gentilezza la piccola cicatrice sul labbro inferiore, provando un moto di tristezza. Gli zii si erano offerti molte volte di pagarle l'intervento per rimuoverla, ma lei aveva sempre rifiutato. Non era pronta a lasciar andare quella parte di se stessa.
In quel momento entrò Lucia, senza bussare.
Vera, nuda, si lasciò sfuggire un gridolino e si affrettò a coprirsi con l'accappatoio. L'altra la guardava divertita.
"Sei pudica, eh?" disse avvicinandosi e tendendo la mano. "Piacere, sono Lucia" disse sorridendo.
"Vera Luminari" rispose sollevando un sopracciglio suo malgrado.
"Dai, vestiti che ti porto a fare un giro. Ce ne metti di tempo in bagno, eh!"
)) Nota dell'autrice ((
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A presto per il prossimo capitolo! 💫

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Ibrido
Fantasia🌕 Non esistono più il Mondo Umano e il Mondo Specchio: esiste solo l'Ibrido 🌑 Due ragazze, un rituale, una profezia. Cosa può andare storto nella vita di Vera, che si è appena trasferita a Torino per iniziare l'università? La città è magica, si sa...