Era passato quel Venerdì strano, dove alla fine la sera, avevamo mangiato pizza al salame piccante. Dove il povero Brian, non riusciva a mangiarla per la sua ''piccantezza'' come io d'altronde, che avevo spostato le fette sottili di salame sulla pizza di Juliette. Che mangiava senza problemi.
Dopo quel pasto, misero musica alta e iniziarono a cantare stonatamente, persino Juliette, tranne quando io misi una canzone dei Nirvana.
Era così carina mentre cantava, con quella sua voce matura, mi mandava in delirio.
Dopo qualche ora, tutti stanchi se ne andarono a dormire.
- Juliette, ora che si fa? Io dove dormo? - chiesi io, alla castana che stava seduta accanto a me nel divano di cuoio - Vieni in camera mia...- mi rispose lei.
Andammo dentro la sua camera, una normalissima camera tappezzata di viola e nero, mi guardò accennando un sorriso.
Dalla schiena tirò fuori una rosa rossa, legata da un fiocchetto bianco, mi porse il dono e prendendolo la guardai addolcita - Scusa se, ti ho trattata male e ti ho dato quello schiaffo. - io risposi immediatamente, - Tranquilla Juliette, ti ho perdonata...anche se non ti ho avvisata. - dissi io come risposta, facendo una picca risata.
Mi morsi il labbro, e notai il cambiamento di espressione di lei, mi fissava e mentre lo faceva, si avvicinava.
Arrivò davanti a me, e poggio la sua calda mano sulla mia guancia, mi accerezzò le labbra con il pollice per poi avvicinarsi e mordermi il labbro, lacerandomi un po' la carne di essa facendo scorrere una piccola scia di sangue. Lo Lecco via, per poi unire le nostre labbra dolcemente, rimasi allibita da lei...non avevo pensato a questo.
Socchiusi gli occhi, gustandomi il bacio di lei, ricambiando senza esitazione.
Con strana delicatezza mi poggio sul suo letto dalle soffici lenzuola violastre, passò la mano lungo il mio corpo, mentre le sue labbra si spostavano verso il mio collo bianco. Mi diede piccole file di baci rapidi ma lenti, mentre la sua mano posta sulla mia schiena si abbassò verso il mio fondo schiena.
Con la mano incominciò a tirarmi giù, la zip del vestito che portavo alla festa, me lo abbassò mostrando il mio intimo in pizzo bianco. La guardai arrossendo, da sopra di me, si alzò per levarsi anche lei la maglietta e il pantaloncini nero, vidi il suo intimo nero, con un piccolo fiocco argento in mezzo.
Mi si mise sopra di me, baciandomi, mentre le sue mani erano occupate nello slacciarmi il mio reggiseno levandomelo, sentivo la sua mano attorno il seno.
Quella sensazione era stranissima, sentivo piacere nei suoi tocchi provocatori, la sua lingua iniziò a lisciarsi contro ogni centimetro della mia pelle chiara, arrivando al seno e circondandolo con l'invisibile saliva sua.
Man mano che scese, mi diede dei piccoli baci lungo la pelle, alternando lingua e labbra fino ad arrivare al mio linguine. Con le sue dita mi abbassò le mie mutandine, e continuò a baciarmi fino la mia intimità che iniziò a bagnarsi con i suoi baci piccoli e caldi, che poco dopo si fecero lente e calde mosse della sua lingua.
I miei mugolii incominciarono a farsi sentire più aggressivi, strinsi le coperte alzando le ginocchia sentendo eccitazione, stringendo appena i denti.
La sua mano passò sopra la mia femminilità bagnata dalla saliva della castana, incurvai la schiena, sentendo che pian piano infilo il medio e l'anulare tra le labbra stimolando il clitoride.
Mi morsi il labbro dal piacere fatto da lei, poggiando le mani fra i suoi capelli, aumentò la velocità delle dita gustandosi la mia espressione di goduria.
Smise, ed iniziò ad accarezzarmi le coscie quasi come per rassicurarmi, mi diede un bacetto all'interno coscia ed iniziò ad infilare un dito dentro lentamente, stando attenta a non farmi male. Strizzai un po' gli occhi, sentendo quel poco dolore che mi scorreva lungo la schiena e del fluido rosso e caldo scendeva da dentro di me, lei incominciava a muoverlo con lentezza fino a che non iniziò andare veloce infilando anche, un secondo dito.
Feci dei piccoli gemiti, mentre con strana forza strappai un pezzo della coperta, mi si avvicinò con le labbra, dandomi in bacio, mentre con gran velocità continuava per farmi godere al massimo.
E fu così, che sentì qualcosa uscire da me, caldo e incolore.
Mi abbracciò, e normalmente io ricambiai, stanca mi appoggiai a lei sentendomi dire all'orecchio..
- Ti amo... -
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