capitolo 1

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new!
Dave Sullivan
played by Steve Howey

<<Si, stiamo bene>> era la risposta che riservavo ogni qualvolta che mia madre digitava il mio numero di telefono e prendeva a chiamarmi forsennatamente, come se pretendesse che io fossi sempre disponibile, a differenza sua

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<<Si, stiamo bene>> era la risposta che riservavo ogni qualvolta che mia madre digitava il mio numero di telefono e prendeva a chiamarmi forsennatamente, come se pretendesse che io fossi sempre disponibile, a differenza sua. Era ormai automatico rispondere allo stesso modo, nonostante non ce la spessassimo di certo benone a Camden, in New Jersey.

<<Perfetto>> la sentì sospirare, <<ascolta, non sto guadagnando molto qui. Non posso mandarvi granché.>>

Ci avrei creduto, se solo non avesse avuto il vizio dell'alcool. Mettere al primo posto quello, e non quattro figli che se la gestivano totalmente in solitaria faceva rabbrividire. Ma era sicuramente meglio di nostro padre. Perlomeno, lei era presente al venti percento.

Da quando ero piccola, non sapevo se fossi io sbagliata a non apprezzare del tutto mia madre. Era, comunque, stata lasciata dopo aver sfornato gli ultimi bambini, Dakota e Miky, tredici anni prima. Avevo sei anni, e quindi conservavo ancora ricordi abbastanza nitidi di lui.

<<Non importa>> misi il viva voce, e nel mentre mi lavavo i denti in fretta e furia. Ero stata quella a svegliarmi più tardi, e mi ero beccata anche l'acqua congelata in doccia, perché il serbatoio si era scaricato. In quella casa, avevano il vizio di consumare l'acqua calda come la carta igienica.

Nostra madre aveva un piccolo appartamento a Newark che, da quanto diceva, era abbastanza modesto e che se l'era guadagnato sudando. Sempre a detta sua, campava lavorando come donna delle pulizie e facendo la cameriera in una tavola calda.

Sapeva, di sicuro, cosa fosse il sacrificio. Era originaria di quel quartiere, e la prima cosa che si imparava, era come potersi difendere e guadagnare qualcosa già da bimbi. Non si navigava nell'oro, ma neanche nella modestia. Bensì, nella merda.

<<Io devo andare a scuola>> misi un punto alla conversazione, <<ci sentiamo, d'accordo?>> Non avrebbe chiamato fino alla settimana successiva.

<<Va bene>> disse, <<salutami i tuoi fratelli.>>

<<Buona giornata>> e staccai.

<<Non viene per il compleanno dei gemelli?>> Cameron entrò in bagno, e fu accorto ad abbassare la voce per non farsi sentire da Dakota e Miky che, probabilmente, erano al piano di sotto a mangiarsi schifezze come colazione.

<<Non ha accennato a nulla>> feci spallucce, afferrando poi la felpa che avevo preparato per quella giornata, <<prevedo, quindi, che abbia balzato anche questa volta.>>

<<Anche l'anno scorso non c'era>> mormorò. Intanto, anche lui si stava preparando per andare al college. Eravamo gemelli, ma io avevo perso un'anno mentre lui aveva passato l'ultimo a pieni voti e aveva ottenuto una borsa di studio.

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