Capitolo 11: L'arrivo del carro nero

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Ade, Aprile 1999

"Vi ripeto che i Signori non sono presenti e non abbiamo il permesso di farvi entrare" ci ripete spazientito lo scheletro posto di guardia all'enorme cancello che precede la dimora di Ade e Persefone.

L'idea di aver viaggiato dall'Inferno a qui per essere respinti così mi urta, soprattutto considerando le tempeste di sabbia che abbiamo dovuto affrontare passando per il deserto del Tartaro, da cui mi son dovuto riparare usando le mie grandi ali.

Lilith, avendole più piccole, ha avuto più problemi.

Insisto, ma ecco che la guardia sfodera la sua spada e me la punta contro; non capisco perché Ade si ostini ad usare scheletri come soldati, sono troppo fragili e facili da sconfiggere.

In tutta risposta estraggo la mia e mi accingo a colpirlo, ma ecco che Lilith mi mette una mano sulla spalla e mi chiede: "Sicuro sia una buona idea uccidere uno dei suoi servi? Potrebbe essere compromettente per i nostri piani".

Ha ragione, meglio tenerselo buono.

"Allora forse puoi dirci dove trovare i tuoi padroni?" gli chiedo ritraendo la spada, "Non sono stato informato su questo, ma la Signora è assente da parecchi giorni ed il Signore esce quasi ogni giorno e non abbiamo modo di sapere quando tornerà" risponde lui ostentando sicurezza.

"Cosa vuoi dire che non sai dove sono?!" gli ringhio contro e lui indietreggia spaventato, ma ecco che il nitrito di due cavalli in lontananza mi fa voltare.

Un carro fatto d'ossa trainato da due cavalli neri si avvicina sempre più, e sopra di esso riesco a scorgere una figura che non può che appartenere al signore di questo regno: capelli bianchi, occhi scavati e talmente magro che ogni suo osso è ben visibile.

Una volta atterrato accanto a noi, Ade scende e si dirige verso la guardia che subito si scosta per farlo passare, aprendo il grande cancello con una chiave intagliata in un osso.

"Signore degli inferi! Ho bisogno di parlare con te!" gli dico, ma lui prosegue per la sua strada senza degnarci di uno sguardo, al che io e Lilith, spostando lo scheletro, oltrepassiamo il cancello e lo seguiamo fin dentro il suo palazzo; solo dopo averlo pedinato fino al grande salone lui si ferma e ci fissa con uno sguardo glaciale.

"Non ho tempo per voi ora, andatevene", poi si rigira e fa per allontanarsi, ma lo interrompo chiedendogli "È fuggita di nuovo?".

Parlare di lei in sua presenza funziona sempre, e infatti il suo passo si ferma di colpo, ma la sua risposta mi giunge inaspettata: "Sbagliato, le altre volte si limitava a rifugiarsi nel suo roseto, quello in cui spesso era solita ricordare i bei momenti con la madre, ma ora è diverso: È stata rapita! Mio padre, Crono, fuggito dalla sua prigione, l'ha portata via proprio sotto ai miei occhi e non riesco a trovarli da nessuna parte! Ho perlustrato ogni nascondiglio del mio regno senza riuscire a rintracciarli" mi dice quasi aggredendomi.

"Non potrebbe essere fuggito sull'Olimpo?" chiede Lilith rimanendo all'ombra di una colonna.

"Impossibile, o i miei fratelli lo avrebbero già scoperto ed attaccato; inizio a temere che sia riuscito a fuggire in un altro regno e in questo caso scovarli risulterà quasi impossibile, senza l'aiuto degli altri sovrani."

A sentirlo ragionare così io e Lilith ci scambiamo uno sguardo d'intesa, forse attuare il nostro piano sarà più facile del previsto: "Allora ti interesserà sapere il motivo per cui siamo venuti", dico con un ghigno che non riesco a trattenere, immaginando già la sua risposta.

"Cosa vuoi dire, Lucifero?" mi chiede confuso, "Siamo venuti qui per proporti un'alleanza", dico con tono deciso.

"Non ho tempo da perdere con le tue assurde guerre, non ora che lei è chissà dove.

E poi contro chi dovrei schierarmi? Contro il tuo Dio?".

"Non contro il mio, contro tutti".

Silenzio.

"Vuoi fare una rivolta contro.. tutti? È una follia totale.

Non so cosa ti passa per la testa, caprone, ma non ho tempo da perdere con voi, quindi potete anche andar..",

"E se ti aiutassimo a trovare Persefone, avresti tempo per noi?", esordisce Lilith interrompendolo.

Altro silenzio, stavolta scandito dai suoi passi che rimbombano mentre vaga nella stanza; nell'aria sembrano quasi risuonare i pensieri caotici che gli turbinano nella testa.

"Lo fareste? Anche a costo di farvi nemico Crono?", ci domanda ancora diffidente, "Certamente! Se tu accetti di aiutarci, allora noi siamo disposti a smuovere l'Inferno per aiutare te".

"E va bene, se sarete in grado di trovarla e riportarla da me, allora io penserò seriamente all'opportunità di unirmi alla vostra causa, per quanto sconclusionata sia."

"Molto bene, abbiamo un patto allora" dico; se veramente c'è la possibilità che Ade si unisca alla rivolta, non voglio perdere tempo.

Mentre ci allontaniamo Lilith chiede: "Se tu fossi Crono, dove la porteresti?!", e dopo un attimo di riflessione rispondo: "E' difficile per me pensare come un titano, tuttavia dubito il suo intento sia nuocere a Persefone quanto piuttosto punire Ade, potrebbe averla portata in un posto a lei familiare; allora è logico pensare che Persefone si trovi prigioniera nel luogo in cui era solita rifugiarsi quando fuggiva da palazzo", "Il roseto?" commenta lei, ed io annuisco per poi concludere: "Esatto, l'ultimo posto dove Ade la cercherebbe".




* Da Wikipedia: "Ade (in greco antico: Ἅιδης?, Hádēs) identifica il regno delle anime nella mitologia greca, corrispondente al nome dell'omonimo dio, identificando il regno col suo stesso re.
Il regno dei morti greco-latino era un vero e proprio luogo fisico, al quale si poteva persino accedere in terra da alcuni luoghi impervi, difficilmente raggiungibili o comunque segreti e inaccessibili ai mortali dove soggiornano in eterno le ombre (e non le anime) degli uomini senza apparente distinzione tra ombre buone e ombre malvagie, e senza nemmeno un'assegnazione di pena o di premio in base ai meriti terreni

* Sempre da Wikipedia: Persefone, sposa di Ade, era la dea minore degli Inferi e regina dell'oltretomba. Secondo il mito principale, nei sei mesi dell'anno (Autunno e Inverno) che passava nel regno dei morti, Persefone svolgeva la stessa funzione del suo consorte Ade, cioè governare su tutto l'oltretomba; negli altri sei mesi (Primavera ed Estate) ella andava sulla Terra da sua madre Demetra, facendo rifiorire la terra al suo passaggio.

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