Capitolo 10: La mia tomba

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"Cosa vuol dire che la tomba è cambiata?" lo sento ringhiare .

Qualcosa di brutto sta per accadere, me lo sento fin dentro le ossa, e questa volta credo sarò da sola ad affrontare il problema.

Lui si avvicina al ragazzo che, terrorizzato, si schiaccia contro la porta come se potesse, o volesse, attraversarla, "La tomba.. il sigillo è ruotato", farfuglia, e in quel momento il mio rapitore si gira verso di me, immobile, come per studiarmi, e con un tono che non ammette repliche dice: "Vieni con me".

Sembra spaventato e forse proprio per questo non dovrei seguirlo, ma la voglia di capire cosa mi stia succedendo ha il sopravvento, e subito gli corro dietro lungo il viale che avevamo attraversato prima.

Tutto attorno a noi non ci sono rumori, se non quello dei nostri respiri affannati e dei passi, uniti a quelli del ragazzo che ci segue.

Dopo pochissimo tempo, vedo in lontananza la piazza e mi rendo conto di quanto all'andata la paura abbia fatto sembrare queste strade più lunghe di quanto non lo siano in realtà.

Appena la raggiungiamo, mi trovo circondata da moltissimi individui, e mi stupisco nel vedere che in realtà il paese sia così popolato; se ha così tanti abitanti, come è possibile che la città cada in rovina? Che tra tutte queste persone nessuno sappia riparare un'asse?

Mi guardo attorno, studiandoli uno per uno nella speranza di scorgere Gabriel, ma la mia ricerca viene interrotta dal rapitore, che con un lieve strattone mi obbliga a riprendere il cammino.

Attraversiamo la piazza facendoci largo tra la gente che, vedendomi, inizia a bisbigliare; percepisco i loro sguardi ma fatico a capire di cosa stiano parlando.

In questo momento, mentre cammino, ho l'impressione che il mio cuore stia per fermarsi, sopraffatto nuovamente dal pensiero che in tutto questo tempo sono sempre riuscita a comprendere la lingua dei miei rapitori, pur essendo americana.

Perché? Come è possibile? È scientificamente impossibile!

I miei pensieri vengono interrotti quando inciampo sul primo gradino del cumulo al centro della piazza, e mi accorgo che tutti attorno si sono zittiti e stanno guardando me, mentre intimorita, mi alzo e salgo un gradino alla volta.

Arrivati in cima lui si avvicina alla tomba, la fissa incredulo e vi poggia una mano sopra, poi guarda me come se fossi un fantasma, e ancora la tomba.

Anche io mi avvicino tremante al monumento funebre, sul quale è inciso un disegno che sembra quasi un simbolo, formato da due cerchi concentrici: In quello più interno una T rovesciata, i cui gambi sono di uguale lunghezza; alle tre estremità della lettera, tre piccole linee si intersecano con le linee più grandi, e dal punto in cui la linea verticale e quella orizzontale si incontrano, una specie di onda sale verso destra e scende sotto la linea orizzontale.

Tra i due cerchi, le lettere del mio nome sono disposte in senso orario.

"La prima lettera", dice lui rompendo il silenzio e indicando la lettera più in alto, "è cambiata.. prima era la L, ed ora è la I, come è possibile? Che cosa hai fatto?"

Mi guarda come se potessi sapere veramente qualcosa, quando io non so nulla! Non so dove mi trovo, perché li capisco, né perché su questa tomba ci sia scritto il mio nome! Tutto questo è assurdo! Inizio a tremare, ho freddo, mi gira la testa, sento che sto per svenire.

Ho paura, fame, freddo, voglio svegliarmi e scoprire che tutto questo è un incubo, che io e Gabriel siamo sani e salvi nelle nostre case!

"Lilith, dimmi cosa hai fatto!" mi urla contro, ma io indietreggio di qualche passo, e mi accascio a terra, con solo la sua voce a martellarmi le orecchie per quei pochi istanti prima del buio.


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