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Cè una maschera per la famiglia,
una per la società, una per il lavoro.
E quando stai solo, resti nessuno.
-Luigi Pirandello


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Quel che le maschere nascondono
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Amelia si rigirò di nuovo davanti allo specchio, cercando di sistemare il vestito bianco che Sarah le aveva praticamente imposto di indossare.

Era troppo corto per i suoi gusti e decisamente troppo attillato per farla sentire a suo agio. Ma quella era la norma alle feste dei Kook: apparire impeccabili, come se non ci fosse nulla di meglio al mondo che essere lì, al centro dell'attenzione.

"Devi rilassarti" disse Sarah, lanciandole uno sguardo mentre si passava il lucidalabbra.

Era già perfetta, come sempre. I capelli biondi le cadevano morbidi sulle spalle, e i suoi occhi azzurri brillavano di quell'arroganza naturale che Sarah sembrava aver ereditato dalla madre.

"Sto bene" mentì Amelia, aggiustandosi l'ennesima volta il vestito.

Sarah rise. "No, non stai bene. Stai pensando a quanto odi tutto questo. Ma indovina? Ci tocca."

Amelia si voltò verso di lei. "Non capisco come tu riesca a essere così tranquilla. Non ti pesa mai tutto questo?"

Sarah scrollò le spalle, afferrando la borsa. "Ci sono abituata. È come un gioco: se vuoi vincere, devi rispettare le regole."

"E se non voglio giocare?"

Sarah le lanciò uno sguardo che era un misto di divertimento e rimprovero. "Allora perderai tutto. E fidati, non vuoi essere una di quelle ragazze che finiscono dimenticate in qualche angolo delle Outer Banks."

Amelia non rispose. Non voleva discutere con Sarah. Non quella sera, almeno.

La festa era già iniziata quando le due ragazze arrivarono. L'atmosfera era quella di sempre: musica alta, risate, e una quantità ridicola di alcol. Sarah si lanciò subito tra le braccia di Topper, il suo ragazzo, lasciando Amelia da sola.

Perfetto.

Amelia si ritrovò a vagare tra la folla, con il suono della musica che pulsava nell'aria come un battito incessante.

Le luci colorate si riflettevano sui volti sorridenti degli invitati, creando un'illusione di perfezione che, per un momento, le fece dimenticare la sua costante insoddisfazione.

La spiaggia sembrava un mondo a parte: lontano dal giudizio di casa Thornton, ma comunque intrappolato nella stessa rete di aspettative che aveva sempre cercato di ignorare.

Si sedette su un tronco di legno sulla riva, osservando da lontano le persone che ballavano, chiacchieravano e si divertivano.

Improvvisamente, una figura che emergeva dalla folla catturò la sua attenzione:

Rafe Cameron.

Rafe non era un volto che Amelia fosse felice di vedere. Ogni volta che lo incontrava, c'era sempre quella sensazione di collisione, come se due mondi completamente diversi si scontrassero.

Era il fratello di Sarah, ma con lui non c'era mai stato nulla di "perfetto" o di "convenzionale".

Rafe era il caos personificato. La sua presenza scatenava reazioni contrastanti dentro di lei, anche quella sera, con il suo volto troppo perfetto e l'atteggiamento strafottente.

Stava parlando con un gruppo di ragazzi, ma non appena lo sguardo della ragazza si incrociò con il suo, fece una smorfia di sfida, come se avesse appena deciso di metterla alla prova.

Oltre il confine~Rafe CameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora