Predicatore: Ricordati che devi morire!
Mario: Sì, sì, no. Mo' me lo segno, proprio.
Non ci resta che piangere
Kirsten ha scelto il ristorante più in centro di Riverview. Si trova letteralmente nella piazza principale, a due passi dal negozio di abbigliamento di Helen e dal bar di Ned. Essendo una bellissima giornata, la mia migliore amica ha prenotato un tavolo fuori al sole. Ergo, manco a dirlo, tutti ci stanno fissando mentre mangiamo.
Non so se me lo meritavo.
«Tutto bene, Morgan? Mi sembri stanco.»
Perché la gente non la smette di chiedermi se va tutto bene? Sto benissimo. Non sono mai stato meglio in vita mia.
«Hai proprio una brutta cera, tesoro. Sei tutto bianco.» Kirsten aggrotta la fronte. «Hai dormito, stanotte?»
Come no, come un bambino. Mi sfrego le tempie. È a malapena ora di pranzo e vorrei già spararmi.
«Ho dormito benissimo, grazie», taglio corto. «Allora, di cosa volevi parlarmi?»
Trattengo il fiato, pronto a sentirmi enumerare tutte quelle dannate stupidaggini sul matrimonio che piacciono tanto alle donne, ma Kirsten mi stupisce.
«Mi avevi accennato del seminario, no?»
Ah già, il seminario. Lo stavo dimenticando di nuovo. Ho dato per scontato che volesse parlare delle imminenti nozze, o almeno, soltanto di quello.
«Hai dato un'occhiata ai documenti che ti ho mandato?
Sempre se ha avuto tempo tra la scelta dei fiori e quella della giarrettiera. Perché mi è venuta in mente la giarrettiera? Ho davvero dormito poco.
«Sì, certo», mi risponde, stupendomi di nuovo. «Mi sembra molto interessante. Potrebbe venir fuori una bella cosa.» Stringe le labbra, poi mi rivolge uno sguardo furbo. «Ho già qualche idea, in realtà.»
Tipico di Kirsten. Non ho fatto in tempo a proporle il progetto, che già il suo cervello è partito in quarta per organizzare tutto. La invito a continuare con un cenno della testa.
«Stavo pensando...» comincia, bloccandosi per prendere un sorso di vino. «Dopo l'analisi iniziale e la spiegazione di tutte quelle cose noiose, potremmo inserire una sezione interattiva dove i genitori provano a vedere la prospettiva dei figli. Sai, come uno scambio di ruoli. Che ne pensi?»
«Tutte quelle cose noiose?» chiedo, un po' offeso. Kirsten nasconde un sorriso sbarazzino dietro il calice.
«Sì, tutte quelle cose di cui parlerai tu. Numeri, statistiche, blablabla...»
Mi sta prendendo in giro e non mi aspettavo niente di meno. Arriccio il naso in una smorfia e afferro un pezzo di pane.
«Noiose, ma importanti», borbotto, mettendo in bocca della crosta. Sto morendo di fame, quando arriva il mio hamburger? Comunque le cose di cui parlerò io non sono noiose, sono solo meno interessanti, ecco. Il seminario avrà come focus la gestione familiare e il supporto alle famiglie in difficoltà e io sarò quello che parlerà della cosa che piace di meno alla gente: i numeri. Il budget, le spese impreviste, le bollette, la paghetta e i metodi di risparmio. Per non parlare delle statistiche, le percentuali di rischio, le assicurazioni da stipulare. La maggior parte delle famiglie non ha la minima idea di come gestire tutto questo e mi piacerebbe che alla fine del seminario avessero qualche consapevolezza in più su come muoversi. Il compito di Kirsten, invece, è molto più empatico: parlerà di benessere psicologico, del modo più efficace per comunicare tra i membri della famiglia, come risolvere i conflitti, l'importanza dell'ascolto attivo e tutte quelle cose che piacciono a lei, sulle emozioni, su come evitare le discussioni.
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Il matrimonio della mia migliore amica
Romans"E così, domani ti sposi?" "Sì, ma niente di serio." Nella pittoresca cittadina di Riverview, Connecticut, sono tutti in fibrillazione: Kirsten Rogers, dolcissima madre single, annuncia le sue nozze con Bill, un affascinante cuoco di Boston. La noti...