Il sole alto nel cielo illuminava l'intera facciata del Kingston Hotel, un elegante e raffinato edificio situato a pochi chilometri dal mare e circondato da un fitto bosco attraversato da una rete di piccole stradine.
Tommy Larston chiese al facchino di portare subito i bagagli nella stanza che gli era stata assegnata mentre lui sarebbe rimasto ancora un momento fuori a prendere una boccata d'aria. Le fitte alla testa continuavano, ma il giovane imprenditore pensava allo stress degli ultimi mesi come alla ragione di questi malesseri improvvisi. Il viaggio non era stato molto lungo, ma il calore che imperversava sulla costa in quei giorni lo aveva indebolito e affaticato nonostante la giovane età.
I coniugi Mainbridge si godevano la leggera brezza marina che rinfrescava leggermente l'aria dalla terrazza dell'hotel, da cui si poteva ammirare all'orizzonte la perfetta linea dritta del mare. Le foglie degli alberi mosse dal vento provocavano fruscii, simili quasi a dei bisbigli, che rendevano l'atmosfera rilassante e quasi come in un sogno. Lady Mainbridge era una donna anziana dall'aria altezzosa e aristocratica, e dava l'impressione della donna che poteva avere tutto quello che voleva da chiunque avesse a che fare con lei. Sir Mainbridge al contrario era un uomo dal viso cupo e lo sguardo assente, e molto probabilmente succube della moglie.
Nel tardo pomeriggio altri ospiti si aggiunsero alla lista dei vacanzieri al Kingston Hotel; si trattava di Isabelle, una donna trentenne e i suoi due figli, Bethany di undici anni e Sean di nove anni. Isabelle era vedova da appena qualche mese, aveva perso il marito in guerra e aveva passato un lungo periodo di depressione, ma ora stava cercando la forza per andare avanti e accudire i suoi figli da sola. Lavorava in una sartoria in città, e non appena la titolare le aveva dato la settimana libera ebbe l'idea di portare i suoi figli fuori città per far loro respirare un po' di aria pulita.
Alla reception John Warner, nonostante l'età se ne andava in giro portando allegria a chiunque, e quando vide entrare i due bambini con Isabelle li accolse calorosamente.
«Benvenuti al Kingston Hotel, l'albergo che secondo la leggenda è situato in un bosco infestato...»
Isabelle guardò un po' perplessa Warner ma poi gli rivolse un accenno di sorriso mentre i suoi bambini si misero a ridere e a imitare gli ululati dei fantasmi per spaventarsi a vicenda.
«Bambini silenzio! Mi scusi ma sono molto irrequieti ultimamente. Grazie per il benvenuto! Io sono la signora Duncan. Isabelle Duncan. Credo che la nostra camera sia la numero 2.»
«Oh piacere di conoscerla Lady Duncan! Mi faccia controllare il registro delle prenotazioni ... solo un secondo ... eccola qua! Si aveva ragione, la camera prenotata da lei è la numero 2! Venga l'accompagno alla camera mentre il facchino porterà le vostre valigie.»
L'hotel era composto da poche camere, solamente sei, di cui tre erano occupate al momento. Tutte le stanze si trovavano al piano superiore, mentre al pianterreno c'era la sala ristorante, la hall e la reception.
La camera numero 2 era già aperta e il facchino stava sistemando le valigie.
Isabelle notò che al fondo del corridoio la porta finestra che portava alla terrazza era aperta e inoltre riuscì a vedere un signore che sorseggiava il suo tè e una signora intenta a leggere un libro.
«Allora bambini quali sono i vostri nomi? In caso in cui i fantasmi mi chiedessero che bambini torturare potrei indicargliene due...»
«Io mi chiamo Bethany, mio fratello Sean. Comunque io non credo ai fantasmi ma mio fratello si.»
Sean si aggrappò alla gamba della madre. «Non voglio essere torturato!!!»
Isabelle lo tranquillizzò e dopo aver congedato e ringraziato il signor Warner e il facchino si sedette sul letto contemplando il fitto bosco che riusciva a vedere dalla finestra.
Nell'albergo erano presenti anche una cameriera, Bianca Lawrence, una giovane ragazza dai capelli biondi e a prima vista molto insicura di se stessa e la cuoca Martha Blankett, una donna di mezza età paffutella e apparentemente sempre in collera. Bianca si occupava della pulizia delle stanze e del ristorante, mentre il cameriere che serviva i pasti era Warner.
Tommy Larston era disteso sul letto, la testa gli girava e si sentiva sempre più debole e confuso. Decise di aprire la valigia e cercare un'aspirina e quando la trovò ne prese subito una.
I coniugi Mainbridge tornarono nella loro stanza, la numero 5. Il sole era ormai tramontato e il cielo stava cominciando ad imbrunire. La signora Mainbridge si avvicinò alla finestra, ornata da tende rosso scuro e si accorse immediatamente che alla tenda sinistra mancava la cordicella per legarla su un lato. Chiamò la cameriera che si scusò e ne portò subito un'altra alla signora. Bianca però era sempre molto attenta ai dettagli ed era quasi sicura di aver messo entrambe le cordicelle alle tende e non solo una. Ma d'altronde ultimamente aveva spesso la testa fra le nuvole, e non aveva ancora superato del tutto il fatto che il suo fidanzato l'avesse lasciata perché la considerava "una poveraccia".
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Se questi alberi potessero parlare
Mystery / ThrillerIl Kingston Hotel era famoso per essere infestato e per questo motivo molti appassionati si recavano lì per soggiornare nella speranza di fare incontri paranormali. Ma una notte quel piccolo hotel circondato da un fitto bosco divenne teatro di un om...