Accompagnata dalle guardie, dopo aver percorso una quantità infinita di corridoi e stanze diverse, arrivammo finalmente davanti a una botola incastonata sul pavimento.
Quindi questa sarebbe stata l'entrata che ci avrebbe portato alle celle sotterranee del castello?.Non avevo mai visto qualcosa di simile in altre corti. Era la prima volta che ne vedevo una scavata sotto terra.
«È qui sotto» disse uno dei soldati, indicandola con un cenno della mano.
Poi alcuni di loro si posizionarono ai lati della porta e pian piano iniziarono ad aprirla facendola scorrere sui cardini. I loro visi assunsero subito una sfumatura rossastra per lo sforzo: doveva essere davvero pesante da spostare.Quando finalmente fu aperta, una brezza gelida mi colpì il viso.
Istintivamente osservai con attenzione l'interno buio e umido, mentre un odore di acqua stantia e di chiuso si insinuava nelle mie narici.Quì la luce del sole non arrivava mai.
Il mio sguardo si fermò esattamente vicino ai miei piedi: dalla sommità della botola partiva una ripida scala a chiocciola, priva di manico.
Mi venne quasi naturale immaginare quanti dovevano essere morti cadendo, nel tentativo di percorrerla.Da qui in alto, non si vedeva nemmeno la fine. Era completamente immersa nell'oscurità e se non fosse stato per le fiaccole, che stavano già provvedendo ad accendere lungo tutto il percorso, saremmo sicuramente caduti tutti.
Continuando a guardare oltre il bordo, qualcosa iniziò a solleticarmi la mente, un senso inappropriato di vertigine fluì direttamente nel mio corpo.
Un paio di soldati iniziarono a scendere i primi gradini prima di lasciarmi passare, mentre altri di loro mi seguirono dopo poco.Presi una profonda boccata d'aria fresca e mi appoggiai alla parete, aspettando che continuassero ad illuminare il percorso.
Affidati al tatto, sussurrò qualcuno nella mia mente. La sua immagine accompagnata dalla sua voce risuonò nella mia testa, come un avvertimento. Cercai di scacciarla: non volevo la sua compagnia in questo momento.Dovevo rimanere lucida durante la discesa, o il rischio di cadere sarebbe raddoppiato.
Ma più scendevo insieme alle guardie, più qualcosa di simile all'agitazione si faceva strada nel mio petto.
Dubitavo seriamente che un mondano si facesse bruciare e imprimere a fuoco la pelle con un marchio. Di solito, quei segni venivano riservati ai carcerati o ai prigionieri di guerra. I ribelli, per lo più, erano dei piccoli gruppi organizzati di uomini che praticavano razzia nei palazzi e nelle corti. Ma erano solamente umani in cerca di qualcosa, monete o gioielli preziosi, da poter impegnare in qualche bottega. Era uno dei tanti modi per riuscire a sopravvivere e non morire di stenti.
Quando finalmente giungemmo alla fine, il freddo pungente dei sotterranei ci avvolse come un manto. Purtroppo però la sottile tuta della divisa che indossavo, non era stata pensata per proteggermi dal freddo.
Controllare qualcosa come il battito dei denti era quasi impossibile.
Fortunatamente, durante gli anni di addestramento, avevo imparato che fissarsi su un pensiero lo rendeva soltanto più reale, perciò dovevo eliminare il freddo dalla mia testa e sostituendolo con qualcosa di più caldo.
Peccato che in quel momento non avevo nulla a cui pensare per scaldarmi.
Imprecai mentalmente. Dovevo assolutamente procurarmi qualcosa di più adatto all'invernata gelida che stava arrivando.
Ora però, non era il momento di pensare al cambio armadio. A quello avrei pensato in un altro momento. Magari, domani giù al mercato, avrei preso un mantello che sarebbe stato più adatto a proteggermi dalle intemperie. Con quello, avrei anche potuto tranquillamente uscire la notte, a fare i soliti giri di ronda senza che nessuno mi riconoscesse e senza tremare ad ogni passo come una foglia.
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MOONSHINE- La Congrega delle Cacciatrici
Fantasy*Per tutti gli amanti di Sara J. Maas, Rebecca Yarros, Jennifer L. Armentrout, Cassandra Claire e scrittrici di questo genere...Questo libro potrebbe fare al caso vostro* Quando Tessandra riceve una lettera dalla rettrice del Moonshine, mai avrebbe...