Siamo nell'anno 2017.
Mi chiamo Bianca, sono nata nel dicembre del 1997.
Il mondo e' cambiato. Tutto e' cambiato.
Circa un'anno fa si e' abbattuta su di noi un'epidemia, che ha 'ucciso' la maggior parte della popolazione, inclusi i miei genitori e le mie due sorelle, Andromeda e Laura.
Zombie, morti viventi, azzannatori, ecc.. E' questo il modo in cui vengono definiti i contagiati, per loro non c'e più nulla da fare, purtroppo, una volta trasformati l'unica cosa che fanno è cercare di ucciderti o meglio mangiarti, e se vieni morso sei fottuto perché ti trasformi anche tu in quegl'esseri. Ti attaccano, anche se sei loro figlio, fratello, nipote o un conoscente, non hanno più sentimenti e quindi sei costretto ad ucciderli con un colpo dritto al cervello, solo così muoiono definitivamente.
...
Stavo dormendo, all'improvviso mi sveglio per la sete vado in cucina e bevo. Sentivo degli strani rumori fuori, mi affaccio alla finestra e boom. Le strade erano piene di 'persone', non sapevo ancora come definirli, che 'mangiavano' altre persone, mi spaventai come non mai, svegliai i miei e le mie sorelle, che dopo aver visto cio' che stava accadendo, mi tranquillizzarono e mi dissero che sarebbe andato tutto bene, che prima o poi sarebbe finito tutto. Ma non durò molto che sentimmo qualcosa alla porta, come se qualcuno bussasse. Sapevamo che non era sicuro andare perciò restammo lì immobili.
La porta si aprì.
Panico assoluto.
E' li' che ho visto i miei e le mie sorelle morire, io riuscii a scappare, l'unica cosa che presi fu cellulare, caricatore e un coltello.
So che sembra stupido portare il cellulare in una situazione del genere, ma non potevo essere l'unica ad essere ancora viva no?
E il solo modo di contatto era appunto il cellulare.
Ero distrutta, avevo appena visto andarsene davanti ai miei occhi le persone più importanti della mia vita, ma non stavo piangendo, cioè si qualche lacrima mi è scesa, ma in quel momento l'unica cosa che pensavo era salvarmi.
Quando sono scesa in strada c'era uno scenario raccapricciante, cadaveri ovunque, gli zombie però erano spariti.
La prima cosa a cui pensai, trovare qualcuno ancora vivo. Forse Naomi, una delle mie migliori amiche lo era.
Provai a telefonarla, ma nessuna risposta, decisi di andare a casa sua, in fondo non era lontanissima, ci volevano massimo 2 minuti.
Due zombie.
Erano davanti a me, ero inciampata e avevo fatto un po' di casino, dovevano avermi sentita.
Avevo intuito che sentivano l'odore delle persone ancora vive, e si muovevano in base al rumore. Ero nei cazzi, ma avevo un coltello, dovevo tentare di salvarmi.
Si buttò addosso a me uno di loro, gli inficcai il coltello in pancia, ma niente.
Allora tentai al cuore, e ancora niente.
La sua schifosa faccia assetata di carne era vicino al mio collo, avevo un'ultimo tentativo: il cervello.
Lo feci, e ci riuscii. Sul mio volto era spuntato un sorriso di vittoria. Il secondo non lo feci neanche avvicinare, e lo uccisi direttamente.
Continuai la mia strada verso il condominio della mia amica.
Quando fui davanti alla porta, era un sollievo vederla aperta, voleva dire che gli zombie erano già andati, o forse erano entrati, ma dovevo provare.
Per fortuna abitava al piano terra, quindi non dovevo affaticarmi molto.
Entrai in casa. Nessuno.
Guardai in bagno.
Una strage: i suoi e suo fratello si erano trasformati ed erano chiusi lì. Richiusi subito la porta a chiave.
Era un buon segno, pensai, se erano chiusi, e Naomi non era con loro, probabilmente lei era ancora viva.
Andai in camera sua.
Era rannicchiata sul suo letto mentre piangeva disperatamente.
-Naomi, oii -
- Biancaaa- quasi intravedevo un sorriso da parte sua nel vedermi.
Era felice di vedere qualcuno ancora vivo.
- Forza alzati, dobbiamo andarcene da qui, trovare Luca e gli altri. Prendi qualche vestito comodo di cambio anche per me, cibo, cellulare e un coltello. -
- Saranno morti tutti -
Luca, il fidanzato di Naomi,e i nostri amici dovevano essere vivi, o almeno dovevamo provare a trovarli.
- Non lo sappiamo, anche io pensavo fossi morta, ma eccoti qui, e poi dobbiamo andarcene in qualsiasi caso, dobbiamo trovare un luogo sicuro, ma prima troviamo gli altri, c'è ancora speranza. -
Senza obiettare si alzò e fece quello che le dissi poco prima.
- Ricordati di colpirli alla testa, altrimenti non muoiono -
Annuì.
Uscimmo dal condominio e tutto sembrava tranquillo.
Prima di cercare Luca andammo verso casa di Aron e poi saremmo andate da Adam, e infine da Luca.
La casa dei nostri amici era molto più vicina rispetto a quella di Luca.
Ci incamminammo e facemmo attenzione a non fare rumore. Durante il tragitto verso casa di Aron ne uccidemmo qualcuno.
Eravamo sul punto di entrare, ma fu lui ad uscire con un coltello in mano sporco di sangue.
Sorridemmo, eravamo così felici di vedere qualcuno vivo e vegeto. Lui fece lo stesso.
Strano eh? Sorridere in quella situazione, avremmo dovuto disperarci con quello che stava succedendo, ma in noi c'era ancora speranza.
Ci rimanevano ancora due tappe: Adam e Luca.
- I tuoi e tuo fratello? - chiesi sottovoce ad Aron.
- Non lo so, ero a casa da solo, loro erano in vacanza con i genitori di Adam e di Luca, non so se sono ancora vivi, ma lo spero con tutto il cuore - disse
Per i cinque minuti di strada, facemmo silenzio sia per non attirare l'attenzione degli azzannatori, sia per il momento triste.* Spazio autrice*
Spero vi stia piacendo la storia
Lasciate una stellina se vi è piaciuto questo primo capitolo. E un commento, in caso abbiate qualche opinione da esprimere o anche semplici correzioni e suggerimenti :)
Grazie mille della lettura :)
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Un nuovo mondo
PertualanganTutto ormai e' distrutto. Mi sono ispirata a the walking dead