Capitolo 3. Domande

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Perché vogliono tutti me? Chi era mia madre? C'era solo una risposta. Lukas. Se Lukas voleva me ci sarà pure un motivo. O no?

- Che ci fa una ragazzina così sola in un campeggio così pieno di ragazzi cattivi?- disse un ragazzo di un banda appoggiati sul muro del bar. Continuai a camminare con il cappuccio sulla testa. Era più pratico se avessi preso la bici ma con l'intelligenza ritardata che ho. Il camper di Lukas era il 3591 due ettari più in là rispetto al mio.
- 3567...3569... 3574... 3589... 3591...- Appena arrivata volevo già andarmene... Il camper era molto lussuoso... occupava 3 posti. La veranda avrà occupato 2 posti esterni invece il camper avrà occupato 3 posti interni. E un posto serviva per le bici e motorini. Loro erano tutti fuori, e le tre gemelline puttanelle erano tutte attorno a Lukas. Avevo paura. E se mi volesse avere. La conversazione che ho ascoltato tra Jack Justin e Peter bon mi convinceva troppo.
Se la tocca la farà sua!

Le gambe tremavano e mi mancava il respiro. Stavo per svenire e non mi piaceva la cosa, cercai di camminare ma mi aggrappai ad un albero poi solo il vuoto ed il buio più assoluto.

Mi svegliai in un camper che non era il mio e l'aria profumata non era la stessa. Questa sapeva di fumo. Mi alzai sui gomiti ed osservai il camper. Il letto im cui ero era un matrimoniale e una davanti a me c'era un televisore che era contornato da armadi in legno lucido chiaro. La luce che c'era era scura ed entrava da una finestrella alla mia sinistra e alla mia destra c'era una porticina con le ante scorrevoli per ampliare gli spazi. Mi accorsi solo adesso che ero sotto le coperte e la mia felpa era appoggiata ai piedi del letto. Quindi avevo addosso solo una maglietta che mi arrivava fino alla fine dell'ombelico e degli shorts corti a 1/3 della coscia. Le converse non me li sentivo ai piedi quindi vuol dire che erano state tolte anche quelle.

Passò davanti alla porta un ragazzo con
solo un asciugamano alla vita e gli addominali altro che scolpiti disegnati a mano, i capelli biondi baciati dal sole erano bagnati da piccole goccioline di acqua, non avevo mai visto dei capelli così belli. Cioè così diversi dal solito.
Anzi si. Quelli di Lukas.
Cazzo Lukas.
Ero nel camper di Lukas.
Ti prego fa che sia Justin che si è fatto i colpi di sole.
- Buon giorno- mi disse Lukas mentre avanzava nella piccola stanza. I suoi occhi così marroni e così strani.
- Che ore sono?- dissi mentre mi tiravo indietro i capelli
- Quasi le 2 di notte...- mi disse lui prendendo un paio di boxer da un cassetto.
- E tu ti fai la doccia alle due di notte?-
- Alcune volte-
- O la fai dopo esserti scopato una delle tre gemelline- dissi un po disgustata.
- Può darsi. Peccato che io non l'abbia fatto e perché c'era un'altra persona in camper- disse mentre si toglieva l'asciugamano dopo essersi messo i boxer.
- Mi dispiace ma ora devo andare. Sai dovrei andare a casa... - dissi alzandomi ma Lukas mi rimise giù subito.
- No tu resti qua- disse mettendosi sopra di me a cavalcioni
- Ho detto. Che devo andare a casa... Provaci con un'altra- dissi respingendolo e uscendo dalla stanza. Cercai di aprire la porta per uscire ma era chiusa. Merda.
- Cercavi queste- disse Lukas brandendo sull'indice le chiavi del camper.
- In verità cercavo di uscire non di derubarti- dissi mettendomi con la schiena sulla porta, e lo sguardo rivolto verso di lui
- Voglio solo andare a casa-
- Se sei venuta qua ci sarà un motivo- disse lui cambiando argomento
- Facevo un giro-
- Mentre controllavi i numeri delle piazzole? Non credo proprio- disse lui accigliandosi
- Volevo vedere dove era il tuo camper, non finirci dentro e magari anche perderci la verginità- credeteci o no ma io sono ancora vergine e sinceramente spero di rimanerlo.
- Sei... sei vergine?- disse lui un po sconvolto, sorpreso e stupito.
Annui
- Ti sorprendi?- dissi io
- Sinceramente si... pensavo che avessi perso la tua verginità con Justin- adesso ero io quella stupita.
- Noi siamo solo amici... Migliori amici. E non scopamici come penso che voi siate qua-
Cominciai a tossire. Dovetti accucciarmi per non soffocare. Lukas si avvicinò a me e mi battè la mano sulla schiena. Mi prese alla svelta un bicchiere d'acqua e me lo porse. Lo bevvi e smisi di tossire.
- Ti viene spesso?- mi chiese lui
- Sono attacchi... solo quando ho paura mi vengono...- dissi con lo sguardo basso.
- Ma con me non devi avere paura- mi disse lui alzando il mio sguardo con la mano e facendomi fissare i suoi occhi bellissimi e scurissimi.
Si avvicinò a me e le sue labbra si appoggiarono delicatamente sulle mie. Sentivo il suo odore di fumo ma anche profumato, mi prese in braccio e mi portò sul suo letto e mi appoggiò delicatamente. Mi tolse la felpa che prima mi ero rimessa. Continuai a baciarlo ma non volevo andare oltre così mi staccai, e lo guardai
- Che c'è?- disse lui stranito
- Non posso andare oltre, fammi andare a casa... Ti prego-
Come farsi uccidere da Justin:
- Baciare uno che non sia della gang
- Uno che Justin odia a morte
- Uno che è pericoloso
- Andare o meglio scappare senza il consenso di Justin.
Bene ho fatto tutte queste cose. Posso considerarmi morta.

- Perché... Perché scappi-
- Non scappo... mio padre domani va via e volevo passare del tempo con lui visto che non lo vedo mai- dissi con le lacrime agli occhi
- Va bene vieni- disse lui alzandosi e aprendo la porta del camper facendomi uscire. Appena uscì non lo salutai ma cominciai a correre e a piangere. Piangere perché non dovevo farlo. Piangere perché ne avrei subito le conseguenze. Arrivai al camper ed entrai ma prima di dormire mi fumai una sigaretta, non fumavo ormai da 4 mesi ma mi serviva, serviva a non pensare. Così andai sul tettuccio e continuai a fumare. L'unica cosa che dovevo fare, cioè chiedere una risposta alle mie domende, non la ho neanche fatta ma in quel bacio non c'erano sentimenti solo desiderio e lo so bene perché molti miei compagni di scuola ci provavano a portarmi a letto o a mettersi insieme a me.
- Dove cazzo eri finita?- disse una voce
- Un normale come va no?-
- Va bene. Come va?- disse Sophie
- Una merda grazie, vieni su- dissi buttando fuori il fumo.
- Non sapevo che fumavi... da quanto?- disse lei mettendosi seduta vicino a me
- Da un'anno ma non fumo quasi mai. Sophie... Ho combinato un casino-
- Spara... aspetta ma quanto grosso il casino-
- Ho baciato una persona la quale non va molto simpatica a Justin-
- Allora dipende da quale persona-
- Lukas- sputai d'un fiato
- Porca... Cosa ci facevi in quella zona?- disse lei sorpresa
- Mi servivano risposte alle mie domande e visto che voi non me le avete date me le sono andate a cercare ma non le ho trovate. Lukas non è quel che sembra-
- Tesoro molte persone all'apparenza ingannano... Justin lo conosceva è quello che facevano insieme non era molto bello- mi disse Sophie con lo sguardo basso.
- Per esempio?- dovevo andare in fondo a questa storia.
- Lukas ha quasi stuprato una ragazzina della tua stessa età. Ecco perché noi abbiamo paura. Ecco perché noi ti teniamo vicino a noi. Abbiamo paura per te- rimasi stupita.
- Paura non è il termine che userei io- dissi un po spaventata. Ecco cosa voleva fare.
- Userà tutto quello che ha a disposizione per far si che tu e lui andiate a letto-
- Ci è quasi riuscito...- sussurrai sperando di non essere sentita
- Cosa?! Mi stai prendendo in giro?!-
- Sono svenuta davanti al suo camper e quando mi sono risvegliata volevo uscire ma era chiuso, lo pregato di farmi uscire ma mi è venuto un'attacco, poi mi ha baciato e mi ha cercato di portare a letto ma io non me lo sentivo, lui è come gli altri- dissi mentre spegnevo la sigaretta.
- Oh piccola, mi dispiace così tanto- disse mentre mi abbracciava forte
- Vedrai lui non ti toccherà di nuovo ma tu non dovrai ritornare da lui, gli ha dato la prova di quanto tu vuoi ottenere le cose-
- Dovete spiegarmi... perché a me e non a un'altra ragazza-
- il tuo passato ti caraterizza in particolare dalle altre ragazze o dalle altre persone- disse lei prendendo una sigaretta e accendendola.
- Com'era allora il mio passato... perché tutti sanno ed io no- dissi accendo anche io un'altra sigaretta.
- Vedi è tua madre che ha fatto traboccare il vaso... non sono io quella che ti dovrà dire il tuo passato ma Justin. Lui è quello che lo ha vissuto di più- disse lei spuntando il fumo dalla bocca facendo un cerchio quasi riuscito.
- Ti prego... dimmi una parte- la scongiurai io
- Non posso dirtelo è complesso anche per me... Justin te lo racconterà- disse spegnendo la sigaretta.
- Ora va a dormire- mi disse lei scendendo dal camper.
- Va bene a domani- dissi scendendo anche io dal camper. Entrai e mio padre dormiva così mi cambai nel piccolo bagnetto con una canottiera nera e un paio di pantaloncini grigio scuro. Uscì fuori e mi misi nel lettino vicino a mio papà e chiusi gli occhi cercando di dimenticare la giornata

La ragazza che giocava con i ragazziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora