capitolo 8

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Qualche bambino alzò la mano. "Jeremy, giusto?" disse Louis sorridendo al bambino paffutello seduto sulla panchina. "Sì, sono io." Rispose Jeremy per niente imbarazzato. "Bene, cos'avevi pensato?" lo invitò Louis "In verità noi abbiamo pensato a un grosso pallone da calcio con dei guantoni, ci rappresenta e poi il calcio ci piace!" disse a nome di tutti i suoi amici e ricevendo segni di approvazione da loro. Era evidente che ai bambini del gruppo quattro piaceva il calcio. "Ma a noi non piace il calcio!" protestò un bambina. "Ehi! Parla per te, a me piace!" rispose un'altra alzandosi in piedi. Pochi secondi dopo tutti i bambini e le bambine si alzarono in piedi e iniziarono a discutere troppo animatamente sulla questione. I ragazzi entrarono in panico, una semplice frase e la situazione gli era scivolata di mano. Allison prese tutto il coraggio che aveva e parlò, quasi gridò, sopra tutte le voci. "FERMATEVI!" alcuni prestarono attenzione, altri continuarono. "SUBITO!" e a quel "subito" tutto il chiasso si fermò. Tutti, animatori compresi, guardavano Allison con gli occhi spalancati e sorpresi aspettando che parlasse. Dopo aver sospirato Allison iniziò: "Vi sembra questo il modo di comportarvi?" fissò uno per uno tutti i bambini "Siamo una squadra, che per i prossimi tre mesi sarà la vostra famiglia. Vi sembra davvero una cosa furba discutere in questo modo per un disegno su una maglietta? Dobbiamo trovarne uno tutti insieme e che piaccia a tutti. Quella di Jeremy e degli altri bambini era soltanto un'idea! Non si può reagire così. Avreste potuto tranquillamente alzare la mano e proporne un'altra." si girò verso i suoi compagni per trovare supporto e lo trovò, nel sorriso a 32 denti di Harry, nel dolce sguardo di Niall, nella mano sulla spalla che gli posò Jessica e nei sorrisi degli altri. "Se volete possiamo fare così: noi animatori vi daremo delle idee e poi queste idee si metteranno ai voti. Il simbolo più votato vincerà e verrà disegnato sulle magliette." "Sì, va bene." "Ok." "Si si, meglio così" tutti i bambini concordarono. "Adesso se ci date qualche minuto, noi andiamo a sederci al tavolo la dietro e pensiamo a qualche simbolo, ok?" disse Jessica sorridendo. I bambini annuirono. "Bene, non fate troppo casino per favore" continuò. Detto questo si diressero tutti al tavolo. "Sono le quasi le undici. Secondo voi a che ora serviranno il pranzo?" disse Allison guardando l'orologio che aveva al polso. "In tutta l'area del campo ci sono altoparlanti, annunceranno tutto da li." disse Zayn convinto. "Come fai a saperlo?" chiese Allison stranita dal fatto che fosse così sicuro. "Li ha sistemati mio papà questa primavera, quando il campo era in costruzione, me l'ha detto lui stesso. E poi li ho visti quando venivamo in qua, ce n'è uno anche fuori dalla casetta su un ramo." disse Zayn ancora più sicuro "Oh, scusa, non sapevo." disse Allison chiudendo il discorso. "Bene, troviamo questi simboli in fretta o i bambini inizieranno ad annoiarsi e a fare casino." disse Harry lanciando un'occhiata per controllare che tutto forse in ordine tra i bambini. "Non abbiamo né un foglio né una penna, dove si possono prendere?" fece notare Daniela. Tutti si girarono a guardarla, in effetti nessuno ci aveva pensato fino a quel momento. "Posso andare a chiedere a Chiara, ha detto che è sempre nel suo ufficio." disse Allison. "Va bene, ma non puoi andare da sola. Bisogna anche trovare pittura, pennarelli e un sacco di altre cose per decorare il covo e da sola non riuscirai a portarle tutte." disse Harry. "Andiamoci tutti allora, siamo in nove. Ce la facciamo ben a portare tre pennarelli." Intervenne Melissa. Il suo tono sgarbato non era passato inosservato e tutti si erano meravigliati del suo intervento, era stata un'idea non decisamente brillante, ma almeno stava cercando di far funzionare le cose. "Melissa, non possiamo lasciare i bambini da soli." disse Louis respirando profondamente. "Al, tu hai il gruppo quattro, giusto?" chiese Jessica. Allison annuì. "Bene, allora portati i tuoi bambini che sono i più grandi e che potranno aiutarti, mentre noi rimarremo qua con gli altri." propose e tutti si complimentarono con lei per la brillante idea. "Anch'io sono animatore del gruppo quattro, vengo con voi." disse Niall guardando l'amica. "Va bene, quindi noi andiamo. Iniziate a tirare fuori qualche idea, quando torno vi dico le mie." disse infine Allison alzandosi. Niall fece lo stesso e la seguì fino alla porta. Arrivati si girarono a guardare i bambini. "I bambini del gruppo quattro vengano con me e Allison per favore." disse Niall ad alta voce. Tutti i bambini girarono la testa e i più grandi si alzarono seguendo Allison e Niall fuori dalla casetta. "Andiamo a fare un giro fino all'ufficio di Chiara per trovare del materiale da poter usare per decorare la casetta e tutto." disse Allison sorridendo. I bambini concordarono. "Lascia, scendo prima io così aiuto i bambini da sotto, tu aiutali da qua sopra." disse Niall spostando dolcemente Allison che si era già posizionata di fronte alla botola. Allison annuì e aprì la botola a Niall per permettergli di passare. "Vieni Chiara, vai tu per prima" disse appoggiando una mano sulla spalla della bambina bionda davanti a lei. Scese piano piano e dopo tutti gli altri bambini, chi più chi meno velocemente. Tutti seguivano i consigli dei loro animatori che li aiutavano, lui dal basso e lei dall'alto. Quando fu il turno di Allison fece tre scalini e chiuse la botola. Continuò con cautela, quando le mancavano ancora tre scalini Niall disse con voce da bambino "Vuoi che do la manina anche a te?" "Sì per favore" scherzò Allison e gli porse la mano. Niall la afferrò saldamente e dopo che ebbe saltato gli ultimi due scalini rimase a fissarla stringendole la mano. Quando i loro sguardi si incrociarono Allison tolse via la mano e si diresse a passo spedito in testa al gruppo. "In fila per due per favore." tagliò corto, ma sempre mantenendo un tono gentile. Passò attraverso i cespugli e controllò che non ci fosse nessuno. la strada era deserta quindi proseguì per circa cinque minuti fino a che non arrivarono al piazzale principale. Per tutto quel tempo Allison aveva pensato a quella stretta di mano. Era stata una sensazione così bella, ma ora doveva concentrarsi sul da farsi, sui bambini e sul materiale da trovare. "Li tieni tu un attimo qua fuori mentre io entro?" disse a bassa voce Allison quando Niall le fu vicino. "Sì certo, vai pure. Li faccio sedere e mi invento qualcosa" sorrise Niall. Allison salì gli scalini e bussò alla porta. "Avanti" disse Chiara e così entrò. L'ufficio dava sul piazzale principale e non era molto grande. C'era una grosso scrivania in legno scuro con sopra un computer e un grazioso portamatite. Chiara era seduta su una grossa sedia girevole e difronte a lei c'erano altre due sedie in legno scuro, come la scrivania. Allison notò anche un alto appendiabiti dello stesso legno della scrivania e delle sedie. "Oh, ciao cara. Vieni siediti pure, a cosa devo questa visita?" Chiese la donna sorridendole caldamente. Allison mosse qualche passo e si sedette su una sedia. "Beh ecco, con gli altri ragazzi ci chiedevano dove potevamo trovare il materiale necessario per decorare la casetta, ma anche solo per scrivere e disegnare. Non avevi detto niente sul luogo dove potevamo trovare il tutto e quindi siamo venuti a chiedertelo." riassunse Allison. "Avete lasciato i bambini da soli al covo?" disse allarmata alzandosi in piedi "No, certo che no! Siamo venuti Niall ed io con i bambini del nostro gruppo" "Oh, mamma mia, mi hai fatto prendere uno spavento ragazza..." disse risedendosi. "Tutto il materiale necessario lo trovare nel garage. E' un grosso stanzone dietro questo edificio che non è visibile dalla strada. C'è sempre qualcuno che ci lavora e quindi sarebbe pericoloso se i bambini ci si intrufolassero da soli. Troverete tutto li." spiegò Chiara. "Bene, molte grazie. Ci andiamo subito!" disse Allison alzandosi. "Ah, Allison." "Sì?" chiese lei girandosi verso la donna "Ho visto che sei molto brava con i bambini. Non ti ricordavo così... socievole. Sei sempre stata una bambina molto timida e riservata. Però devo dire che hai fatto un netto miglioramento. Sono felice." disse guardandola "Beh, le persone cambiano, in funzione di ciò che vivono." disse con un po'di tristezza nella voce. "Ma bisogna sempre andare avanti, no?" disse sorridendo e cercando di cambiare discorso "Oh, certamente. Grazie ancora per essere passata cara." "Grazie a lei, arrivederci" uscì chiudendosi la porta dietro.

L'estate dei miei 16 anniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora