Quando riceviamo un dono ne diventiamo i proprietari, di conseguenza né decidiamo l'uso e la destinazione.
È altresì vero che accettando un regalo ne consegue un certo riguardo morale verso il donatore un debito di gratitudine , che si riflette nell'uso e nel riguardo verso il dono.
Nel caso della vita , nei suoi primi stadi fino a una vita piu adulta non sempre c'è l'accettazione del regalo,spesso è preso per scontato.Se fossimo il risultato del cieco caso ,il debito sarebbe solo nei confronti di chi avendoci messi al mondo e poi accuditi ci ha cresciuto.
Un debito che riconosciamo nel rispetto dell'affetto che mostriamo verso i genitori ,un richiamo del sangue.Se fossimo invece creati ,oltre ai nostri genitori ,avremmo un debito di gratitudine verso chi ha reso possibile la vita.
Ha quindi la sua importanza stabilire se siamo il dono di un "CHI" o il miracolo di un "cosa".
Ciò ha influenza pratica nella nostra vita, e non solo teorica.
La spontaneità della vita e la sua evoluzione dovrebbe prevedere una società dove il migliore e il più adatto sopravvive.
La felicità diventerebbe un percorso interamente in mano all'uomo.
Inoltre significherebbe che ogni discorso del dopo morte venga reso superfluo.
Con la morte cessa l'esistenza.Se fossimo creati, invece , il percorso sarebbe diverso:
Si tratterebbe di capire perché siamo stati fatti, con quale scopo e a quel punto adeguarsi.Naturalmente la ricerca della felicità , essendo noi il soggetto unico , porterà a molti aspetti in comune tra le due sintesi, ma anche dei contradditori.
Per quanto sia possibile mantenere aperte le due strade , pur avendo una personale percezione ,ci aiuterà nella discussione valorizzandola.
STAI LEGGENDO
IL SENSO DELLA VITA
Non-FictionCos'è la vita? Come viverla? Da dove veniamo e dove stiamo andando? Un libro aperto che affronta questo e altri temi senza dogmi e certezze da imporre, ma che sono molto semplicemente le osservazioni di ciò che ci circonda. Purtroppo non sono molt...