Elettricità.

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Per la prima volta nella mia vita, mi sono alzato con una strana voglia di vivere. Per arrivare presto a scuola ho buttato Mikey giù dal letto, e mi sono beccato un pugno nello stomaco da parte sua. Mi guardavano tutti in modo strano, anche quello stupido di Donald, mio padre. Non so il perché, forse perché sorridevo? Ma andiamo, non credo che prestino attenzione a questi dettagli, soprattutto se si parla di me. Dopo aver passato la solita routine, sono uscito di casa tenendo stretta la mano di Mikey. "Che cazzo fai? Lasciami la mano, idiota" Che sei scontroso. Gli ho lasciato la mano e sono andato più avanti, camminando a testa alta. Appena sulla soglia di scuola mi è venuta in mente una cosa: le cuffie. Come faccio senza?! Cosa mi distoglierà dai miei pensieri? Ah, vero. C'è Frank. Stavo per tornarmene a casa con il cuore in gola quando mi è venuto in mente, con quel suo sorriso meraviglioso spezzato dal labret scintillante, con la sua contagiosa risata da fumatore.

Salii quelle pesanti scale di marmo e, prima di entrare in classe, presi un forte respiro.

Me lo sentivo dentro, che non si sarebbe presentato a scuola. È colpa mia, non è vero? Perché rovino sempre tutto?

Scagliai lo zaino nero sul banco e ci appoggiai sopra i gomiti, tenendomi la testa con le mani. Probabilmente avevo un aspetto peggiore del solito.
Non mi ero nemmeno portato le sigarette, sperando le avesse lui. Ma quanto sono stupido? Io che spero? Rido di me stesso. Quanto posso essere stato stupido?
Arrivata la noiosa ricreazione, sono andato al solito posto, sedendomi per terra. C'era silenzio, c'era un silenzio assurdo. Ero così preso dai miei pensieri che non mi accorsi che... era lì. Frank era davanti a me, spalle alla cisterna, a guardarmi sbroccare. Alzai la testa quando sentii il filtro della sua sigaretta spenta sbattermi sulla mano destra. "Hey, Gee." Non riuscivo a rispondere, la voce mi si bloccava in gola. Dopo un lungo respiro, parlai. "C-ciao Frank, hai una sigaretta?" Bravo Gerard, vai così, come se non fosse successo nulla. Sii indifferente.
Annuii e me ne passò una, accendendola dalle sue labbra. Lasciava tanta saliva sul filtro, quando appoggiai la sigaretta sulle mie labbra la assaporai con più piacere del normale. "Iero, perché non eri in classe? Pensavo non venissi più." mi lasciai sfuggire una risatina. "Non mi andava di entrare, Jamia e Lindsey mi fanno paura, mi spogliano con gli occhi." Dopo quello, non parlammo più. Finito di fumare la sigaretta mi alzai e suonò la campanella nello stesso istante. "Non entri, quindi..." Oh Frank, ti prego, vieni in classe. Non lasciarmi da solo. "Mh, va bene. Ma sto io dalla parte del muro!" Mi fece l'occhiolino sorridendo ed entrammo in classe, come se non fosse successo niente, come se non mi avesse mai sentito sbroccare per la sua mancanza.
Way, sei un coglione, lo sai?

Avevamo due ore libere, e mi sono deciso a parlare con Frank, seriamente. O perlomeno, fargli capire qualcosa.

"Frankie, tu ci credi nell'amore a prima vista?" Ecco fatto, mi sono giocato tutto. In fondo cosa ho da perdere?
"Certo, ma fin ora mi è capitato solamente una volta." Con chi? Con chi ti è capitato? Sono io?

"A-Ah... anche a me". Seguii un silenzio imbarazzante, fatto di occhiate, di sguardi rubati. Ogni volta che posava i suoi meravigliosi occhi verdi, a volte castani a volte dorati, su di me sentivo un brivido. Noi eravamo elettricità.

Io il polo negativo e lui quello positivo, eravamo stati creati per provare attrazione l'un l'altro.
Me lo sento dentro.

"Gee, me lo fai un ritratto su tela? Con la pittura e tutto il resto, ti prego, so che sei bravo." Proprio così dovevi rompere il silenzio? Annuii. "Okay, ma non ti aspettare chissà cosa."

Appena suonò la campanella uscimmo insieme di scuola e mi salutò abbracciandomi, per poi scomparire in quella lussuosa macchina nera, che a guardarla meglio era proprio brutta. Mikey mi fece aspettare troppo e, con la scusa del suo ritardo, mi sono fatto accompagnare al negozio di belle arti di Belleville.
Era piccolo, ma aveva un magazzino enorme. Presi tutto l'occorrente facendomi prestare venti dollari da Mikey, la tempera costa un occhio della testa lì.

Conosco a memoria ogni singola parte del volto di Frank, devo mettermi al lavoro. Era davvero strano: mi stavo impegnando in qualcosa. Frank stava migliorando la mia vita, in tutti i sensi. Ha risvegliato qualcosa in me che è rimasto morto per tutti questi inutili e patetici anni... e non so nemmeno cosa sia.

Posso dire di sapere cos'è scoprire la felicità, è tutto un mondo nuovo per me... essere riuscito a parlargli è già un miracolo, rivelargli i miei sentimenti sarà un parto.

Sono stato così male a lungo... ho paura di stare bene.


***

Questo capitolo lo dedico ad una mia cara amica, che mi ha convinta a pubblicarlo, mi ha fatto credere di essere brava a scrivere. Quindi se fa schifo, è colpa sua.
(((Ti voglio bene Belì)))

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