Just sleep.

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Gerard;

Sento male al petto, so che non dovrei farlo. So che è sbagliato, che morirò con dolore. Ma devo, devo farlo. Starà bene senza di me. Sì, starà bene.

Andai svelto in un casermone abbandonato che conoscevo da tempo. Mi sembrava il posto perfetto per morire: abbandonato, decadente, cupo ed infestato. Proprio come me. Buffo, eh?
Era bellissimo, stupendo.
Non osai toccare il portone. Aveva un grosso buco in mezzo, abbastanza largo per passarci. Mi ci rotolai dentro tenendo stretto al petto l'eroina e la siringa impacchettata.

Andai all'ultimo piano, in terrazza. Gambe penzoloni sul cornicione. Il cielo di un grigio così bello che mi faceva venir voglia di piangere.
Mi misi a cantare I Miss You, dei Blink 182.

Hello there,
The angel from my nightmare,
The shadow in the background of the morgue.
The unsuspecting victim of darkness in the valley.
We can live like Jack and Sally
If we want.

Where you can always find me
And we'll have Halloween on Christmas.
And in the night we'll wish this never ends,
We'll wish this never ends.

Where are you?
And I'm so sorry.
I cannot sleep, I cannot dream tonight.
I need somebody and always
This sick strange darkness
Comes creeping on so haunting every time.

And as I stared I counted
The webs from all the spiders
Catching things and eating their insides.

Like indecision to call you
And hear your voice of treason.
Will you come home and stop this pain tonight?
Stop this pain tonight.

Don't waste your time on me.
You're already the voice inside my head.

Don't waste your time on me.
You're already the voice inside my head.

Delle stupide lacrime rigavano il mio volto, e a canzone finita regnava il silenzio. Il vento soffiava leggero, scostando appena i miei capelli.
Quando il sapore salato delle lacrime salate arrivò alle mie labbra chiusi gli occhi e pensai. Pensai a Frank, a quanto fosse bello.

Decisi di chiamarlo.
Rispose dopo tre squilli, ma sembravano molto, molto di più.

"Fra-Frank?"
"Gerard? Dove sei?"
"Nel casone abbandonato che sta vicino al parco."
"Che.. Che ci fai lì?"
"Ecco, aspetta.." Appoggiai il cellulare accanto a me e aprì la siringa, per poi buttarne la carta di sotto. Lo ripresi.
"Frank, ma tu sai come ci si fa di eroina? Io non lo so, mi dai una mano?" E presi a ridere. Non so nemmeno io come descrivere quella risata. Era triste, malinconica, stanca. Ma anche piena di rabbia e di autoironia.
"Ma che cazzo dici?! Vengo a prenderti, ma, ti prego..." Potei sentire le sue lacrime farsi sempre di più, sempre di più. "Non fare niente di stupido." E chiuse.

Perché l'hai chiamato? Che cosa fai? Non volevi ammazzarti? Sì, lo voglio, ma... Ma cosa? Sei solo un codardo. Un inutile brufolo che deve essere schiacciato, ecco cosa sei. Va via, va via.

Vidi Frank in lontananza dopo poco. Correva, correva velocissimo. Alzai il braccio e mi vide. Lo feci ricadere senza voglia, facendolo sbattere contro il cornicione su cui ero seduto.

"STRONZO DI MERDA SCENDI." Furono le dolci parole che il mio Frank mi urlò prima di salire in terrazza, noncurante della pericolosità dell'edificio.

Mi vide così, uno schifo. Con la siringa in mano, nell'altra la bustina con l'eroina.

"Sleep, just sleep..." Cantai, ridendo fra le lacrime.

Frank si avvicinò a me con la fronte perlata dal sudore, il fiatone e il petto che si alzava ed abbassava irregolarmente.
"Ge-Ger...arhd..."
Mi girai la siringa bianca fra le dita, i capelli coprivano la visuale laterale per poter guardare Frank. Come la prima volta.

Sentì le sue braccia avvolgermi il busto e lentamente mettermi coi piedi per terra. Le gambe cedettero e mi ritrovai a terra, spalle contro il parapetto.
Con leggerezza Frank mi spostò i capelli dal viso intriso di lacrime, prese la siringa e l'eroina. Gli dovetti sembrare morto, perché prese a darmi schiaffi.
"CHE CAZZO PENSAVI DI FARE?! AMMAZZARTI?"
No, era solo incazzato.

Urlava fra un singhiozzo e l'altro.
Gli schiaffi diminuirono gradualmente.

Non sentivo dolore alle guance, nemmeno lacrime percorrevano esse. Niente, zero. Mi sentivo vuoto, semplicemente vuoto.
Il ragazzo che amavo con tutto me stesso era lì, difronte a me, inginocchiato e con la testa fra le mani. I suoi singhiozzi sembravano quasi urla, per quanto era disperato.

Ripresi conoscenza sussultando.
Con la mano cadaverica accarezzai la guancia umidiccia di Frank che smise di piangere in quell'istante.

E lì capì. Capì tutto.

Capì che per star bene in un attimo dovevamo solamente toccarci, sfiorarci, guardarci. E tutto sembrava andar per il verso giusto.

"Mi dispiace, mi dispiace così tanto... Mi dispiace." Dissi a Frank con un dolce sorriso dipinto sul volto.
"È tutto quel che riesco a dirti, Frank. Mi dispiace. Mi dispiace di... Di essere così. Mi dispiace se ti amo, se ti amo così tanto. Mi dispiace di non riuscire ad andare avanti." Ecco. Eccolo qua, il Gerard patetico. Dio, quanto mi odio.
E in quel momento, il mio cervello scollegò tutto. Mi sentivo libero, leggero. Ma solo per un attimo.

Frank poggiò dolcemente le labbra sue sulle mie, schiudendole.

Si fece buio così, in un attimo, e quando ci staccammo riuscì a vedere solo i suoi occhi, brillare nella notte.

È CORTO MI DISPIACE.
So che fa schifo ed è corto, probabilmente ci sono milioni errori grammaticali but who cares.

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