Epilogo

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Sono passati due anni, e ancora lo sfortunato Frank non si è rassegnato all'idea di vivere bene senza quel depresso del suo ragazzo (perché, sì, ancora lo chiama il mio ragazzo). Mikey ha continuato tranquillo, in quella casa non si respira più l'aria di vernice e fumo, solo di tristezza e ricordi. Adesso ha una ragazza, è felice e nessuno pensa a Gerard.
Nessuno, tranne Frank.

La sera della seconda vigilia della morte di Gerard, Frank era seduto accanto alla sua tomba, mentre fumava e beveva da una fiaschetta, niente che lo stordisse, solo per essere un po' felice, ma sapeva bene che quello non bastava. Appoggiò la testa sulla lapide nera, e cominciò a parlare.

Gerard, Gerard... Ma che cazzo hai fatto, si può sapere? Sono passati due fottuti anni, e la fotografia di te immobile sul tappeto di colori della tua camera non è ancora sbiadita dai miei ricordi. Ho tante, tante altre fotografie che fanno un enorme film drammatico e cupo nella mia testa. Ma ti giuro, ti giuro amore mio, che è il miglior film che abbia mai visto.
Eri così freddo nell'obitorio, mentre ti facevo indossare il tuo vestito che volevi usare in tour, il nodo alla cravatta forse l'ho fatto troppo lento. Non ho lasciato che nessuno ti toccasse, sai? Sei così prezioso... Parevi fatto di porcellana.

Frank chiuse gli occhi, qualche lacrima scese. Le asciugò per prendere un sorso e fumare, continuando poi a parlare, come se l'avesse di fianco.

Mi manchi. Mi manchi così tanto che qua fa male, Gerard. Il mondo non lo vedo a colori, lo vedo in bianco e nero. Solo se penso a te, sorridente e bellissimo, diventa di nuovo colorato. Ma poi mi passa per la mente che non ci sei più.
Ogni tanto viaggio così intensamente con la mente che mi sembra di averti qui, mentre mi accarezzi la guancia e mi dici che ci sei, che mi ami e che non te ne andrai mai più.
Avevi detto di amarmi più della tua vita, ma guarda che cosa hai fatto... Mi hai lasciato solo, e io sapevo che l'avresti fatto, ma non in questo modo. Credevo di averti salvato, ma non si può salvare nessuno.
Mi manchi, amore mio.
Mi manchi.

Prese un altro sorso, poi si sdraiò sulla tomba, bellissima, fredda e cupa, come Gerard. Si raggomitolò, abbracciando una fotografia di Gerard.
Quando stava per prendere sonno, qualcosa parve toccargli la guancia.

Sono pazzo, vero?

Parlava ad un fantasma, Frank. Un bellissimo e pallido fantasma, giovane e sorridente, con i capelli neri e lunghi, i piccoli denti bianchi e la cravatta rossa. Il fantasma scosse la testa, per poi abbracciare quel povero ragazzo sulla tomba.

Sono pazzo, ma sono contento che tu sia qui.

Il fantasma rimase immobile, sussurrando qualcosa all'orecchio di Frank, ormai in lacrime. Suonava come un "ti amo".
Il fantasma scomparve e Frank rimase ancora una volta da solo.

Mi manchi amore mio, mi manchi così tanto che non ce la faccio più.

Due colpi sordi, lo sfregolio della carne bruciata, il sangue che lentamente scorre.

Finalmente Gerard era riuscito a dipingere un meraviglioso sorriso sul volto di Frank.

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