"Calum ti ha che cosa?!" gridò Grace nello spogliatoio, subito dopo la fine degli allenamenti.
"Non urlare, ti prego.", la scongiurai, "Sì, ha detto che mi ama ancora" conclusi, sciogliendomi i capelli e cominciandoli a spazzolare. La conversazione con il moro mi aveva turbata, e non poco. Soprattutto quando all'ora di pranzo, lo avevo visto mangiarsi la faccia di Megan davanti all'intero corpo studentesco, senza pudore. Quindi, quanto potevo dare credito alle sue parole davanti a scene simili? Solo a ripensare a quella visione, scossi la testa e chiusi gli occhi in segno di disgusto. Per fortuna trovai quasi subito il tavolo con Luke, e mi sedetti in modo da stare di spalle alla coppia. Almeno da potermi risparmiare certe cose a pranzo.
"E Luke?" chiese ancora la mia amica sorridendomi e avvicinandosi di poco accanto a me. Io sorrisi istintivamente, con lui ero stata bene. Molto bene. Ma proprio tanto.
"Luke cosa?" chiesi arrossendo appena, cercando di nascondermi nel borsone. Mi vergognavo un po' a parlarne.
"Ah! Sei arrossita! Lo sapevo. Che vi siete detti? Bacio? E' bravo come dicono?" cominciò a domandare a macchinetta, senza nemmeno darmi il tempo di rispondere. Cercai di nascondere il sorriso che mi era spuntato sul volto, perché con Luke avevano parlato e lui mi aveva chiesto di uscire ma non volevo trarre conclusioni troppo affrettate. E poi le parole di Hood che mi frullavano in testa, non mi erano di certo d'aiuto.
"Girano delle voci su come bacia Luke? Il presidente del Club degli Scacchi?" chiesi ridacchiando e cercando di cambiare discorso.
"Oh, eccome se girano. Ma dico, lo hai visto bene?! E' decisamente sprecato per gli scacchi." Disse la mia amica, finendo di cambiarsi del tutto. Beh, non potevo darle tutti i torti. Poi chiusi il borsone, mi misi le scarpe ed insieme ci dirigemmo di nuovo verso la palestra, dal momento che la Preside ci aveva convocate per una comunicazione.
"Secondo te cosa dovrà dirci?" chiese Sam, mentre con poca delicatezza buttava a terra la borsa.
"Sicuramente la data della semifinale. Dovremmo andare in trasferta, quindi penso che ci darà qualche informazione al riguardo." risposi, guardandole tutte quante. Loro annuirono e tornarono ad ammazzare il tempo, parlando degli allenamenti, della scuola e delle ultime conquiste.
Dopo un po' di tempo, e qualche messaggio di Hemmings su come erano andati gli allenamenti, la Vance ci degnò della sua presenza. Meno gradita era quella della squadra che la seguiva.
"Perché la Squadra di Calcio è qui?" chiese Grace, cominciando a sistemarsi i capelli e a sorridere di tanto in tanto.
"Non lo so, ma non penso che mi piacerà."
"DOBBIAMO PARTIRE CON CHI?!" Urlammo in contemporanea io e Calum, guardandoci a vicenda subito dopo. Scossi la testa e riportai l'attenzione sulla Preside.
"Preside Vance, noi non possiamo partire insieme. E poi, loro non dovevano giocare contro la Lincoln High?" chiesi, sperando che fosse solo un errore. Tre giorni con Hood. Tutte e due le squadre dovevano assistere alla partita dell'altra, perché 'almeno vedranno che siamo una scuola unita' anche se nessuno ci avrebbe fatto caso.
"E invece andrete proprio insieme, signorina McCoy. A causa di un problema, la Lincoln High è stata costretta a ritirarsi dal campionato. Così al loro posto è stata ripescata la Chatswood." spiegò con un sorriso, guardando entrambe la squadre. Tutti annuivano, tranquilli. Io non ero così calma. Mentre stavo per ribattere, la mano della Vance mi fermò sul nascere.
"Niente proteste, Abeline. Ci vediamo tra tre giorni, qui davanti scuola. Si parte alle sei del mattino. Vedete di farvi trovare," disse per poi allungare il collo sulla squadra di calcio, " possibilmente sobri. Arrivederci ragazzi, mettetevi d'accordo tra di voi per le camere."
Detto questo, girò i tacchi e lasciò la palestra. Da quel momento, tutti iniziarono a parlare e a protestare, a discutere per gli ultimi posti sul pullman, sull'ora della partenza e chi più ne ha più ne metta. Trattenni un urlo e cercai anche di non uccidere il ragazzo accanto a me che se la stava ridendo.
"Non riuscirò mai a liberarmi di te, vero?" chiesi a braccia conserte, girandomi verso di lui. Il moro, ancora con il suo sorriso, mi guardò poggiando il peso del corpo da una gamba all'altra.
"Sembra essere destino, Abe." disse facendo un passo verso di me. Evitai di ricordargli di non chiamarmi in quel modo, perché sarebbe stato solo fiato sprecato. Si fermò a pochi passi da me, non ci stava vedendo nessuno, erano tutti troppo occupati a discutere delle rispettive partite. Alzai gli occhi su di lui e lasciai le braccia lungo i fianchi, sbuffando sonoramente.
"Stasera esco con Luke." dissi, quasi come se mi sentissi in dovere di farglielo presente. Lui si irrigidì all'istante, facendo svanire il sorriso che aveva fino a pochi istanti prima. Vidi che stava stringendo i pugni, e mi chiesi se avevo fatto una cazzata nel dirglielo.
"Stasera che cosa?!"
"Esco con Luke." ribattei.
"Oh, io non credo proprio." Disse facendo una risata nervosa.
"Non sei più nessuno per impedirmelo, Cal." risposi, per poi pentirmi dell'errore che avevo fatto. Che stupida. Sul suo viso spuntò un sorriso luminoso, che mi fece venir voglia di ridere anche a me.
"Perché stai sorridendo?", chiesi.
"Mi hai chiamato Cal, era da un anno che non lo facevi."
FA CAGARE AIUTOOOO
SCUSATE SCUSATE SCUSATE, SAPPIATE CHE COMUNQUE VI AMO.
ADIOS xx