La notte prima della partenza non dormii affatto, ed è inutile soffermarmi sul perché.
Tutto quello a cui riuscivo a pensare era che Calum mi amava, piacevo a Luke e con lui stavo davvero bene, ed io ero molto confusa: non riuscivo a capire i miei stessi sentimenti e mi sentivo così impotente. Calum era Calum: capelli neri, occhi scuri, tratti asiatici sebbene "Non sono asiatico!", calcio e tatuaggi; Hood era lo stronzo, il tenero, l'arrogante e il più dolce del mondo. Era il bambino che avevo conosciuto quando avevo dieci anni, quello che si era offerto di giocare con me quando tutti gli altri mi evitavano accuratamente. A lui non importava di quello che pensavano gli altri. C'era e basta.
Luke invece... Luke non c'era sempre stato come il moro, ma questo perché lo avevo conosciuto nel periodo in cui stavo con Hood. Luke è il classico biondo bello e impossibile, soltanto nella versione nerd che, se possibile, lo rendeva ancora più affascinante. Occhi azzurri, alto, spalle grandi, quel piercing sul labbro: camice a quadri di tutti i colori, skinny jeans neri e Vans e Converse che si alternavano. Il presidente del club di scacchi, quello con la voce di un angelo e i gusti musicali più rock che conoscevo. Non che Calum fosse da meno, anzi.
Entrambi suonavano degli strumenti, cantavano, erano belli. Quindi perché accanirsi con me, non ero nemmeno brava quanto un loro capello nelle cose dove loro eccellevano?
"Ab sei con noi?" Beth mi sventolò la mano davanti agli occhi, risvegliandomi da quel piccolo stato di trance. Dovevo aver assunto una strana faccia. Sorrisi annuendo, per poi mettere il borsone nel bagaglio del pullman insieme a quelli del resto della squadra. Dopodiché salimmo per prendere i posti che su decisione comune, vale a dire il caro vecchio "sasso, carta, forbice", erano quelli nella parte anteriore del veicolo. Sam diceva che i ragazzi avevano barato, ecco perché avevano ottenuto i posti in fondo. Io risi assicurandola che al ritorno ci saremmo state noi, e che da vincenti quali saremmo state, sarebbe stato ancora più bello.
Una volta salite, mi misi vicino a Beth e insieme condividemmo le cuffiette, cominciando a cantare tutte le canzoni. Il resto della squadra fece più o meno la stessa cosa: c'era chi si era messa a leggere, chi a ripassare per le ultime interrogazioni di fine semestre, chi a smaltarsi le unghie. Poi, dopo un paio di canzoni, Beth mise in pausa la riproduzione causale di Spotify.
"Allora, raccontami tutto." disse mettendosi comoda, e cercando in un modo strano di incrociare le gambe, per quanto quello spazio così piccolo glielo potesse permettere. Risi a quella scena.
"Cosa vuoi sapere?" chiesi, cercando di fare finta di niente.
"Oh, lo sai. Il tuo appuntamento con il sexy presidente del Club degli Scacchi?" arrossii istintivamente, non mi piaceva raccontare gli appuntamenti. Ma Beth sapeva che per lei facevo sempre un'eccezione. Così le dissi di quanto era stato carino, gentile e di come mi aveva portato al bowling e da KFC dicendomi "non mi sei mai sembrata il tipo da ristoranti alla moda", ed era vero. Mi chiesi come aveva fatto a scoprire così tante cose di me, quando prima della mia rottura con Cal ci eravamo parlati pochissime volte.
"Aw, che dolce! E poi?" chiese ancora la mia amica, curiosa. Sorrisi e gli dissi che mi aveva baciato.
"VI SIETE BACIATI?! AH, LO SAPEVO!" urlò puntandomi il dito contro e facendosi sentire da tutti i presenti. Cercai subito di tapparle la bocca, ma lei continuava ad urlare che sapeva che sarebbe successo, che era solo questione di tempo, che Luke era cotto di me da un sacco di tempo ecc...
"Zitta! Oddio, Calum non doveva sap..." mentre mi struggevo, con le mani tra i capelli, il moro mi interruppe.
"Hai baciato LUKE?!" urlò, rosso di rabbia. Io boccheggiai, non sapendo come rispondere. Beth si mise le mani sulla bocca, rendendosi conto dell'errore che aveva fatto.
"Calum, non mi sembra il momento di fare una scenata. Soprattutto se non sei il mio ragazzo ed io sono single." dissi guardandolo. Intanto Beth si stava alzando, lasciando il posto a Hood e andandosi a sedere dietro, vicino ad Ashton che era venuto per chissà quale motivo.
"Io lo ammazzo Abe. Non può farmi una cosa del genere." mi prese la mano e quasi mi sembrò di vederlo piangere. Non cercai nemmeno di tirarla via, perché in quel momento mi sembrava così piccolo e indifeso. Mi sentii quasi di doverlo proteggere.
"Ma Calum, noi non stiamo insieme. E per di più sei fidanzato." gli dissi, cercando di farlo ragionare.
"L'ho lasciata, Abeline. Ho lasciato quella troia perché le ho detto che ti amo ancora, cazzo." si lanciò praticamente tra le mie braccia, mettendosi a piangere. Oddio, era una situazione così assurda. Non poteva averlo fatto veramente. Ad un certo punto mi sentii veramente uno schifo, perché anche a me piaceva ancora tanto, ma non volevo ammetterlo. Così cominciai a piangere.
"Tu non puoi fare così, Cal." dissi, singhiozzando, "Hai quasi permesso a quei ragazzi di stuprarmi. Se non fosse stato per quella volante della polizia che passava lì per caso, loro mi avrebbero rovinato la vita. E tu eri lì, a guardare senza dire o fare niente." piansi ancora, mentre lui tirava su la testa e piano piano cominciò ad asciugarmi le guance con i pollici. Mi sussurrò parole dolci per calmarmi, poggiò la mia testa sul suo petto. Dio, come mi era mancato.
"Non puoi cazzo, non puoi." strinsi la sua maglietta tra i pugni, "Non riesco ad odiarti, Dio. Perché? Perché dovevo innamorarmi proprio di te?"
OKAY
FA CAGARE QUINDI VADO VIA SUBITO, SE VOLETE INSULTATEMI. CAPIRO'.
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